Il 2 giugno in Italia è scattato un allarme ingiustificato per la vicenda dell’Escherichia coli O104, il batterio che in Europa ha causato 18 morti, e 2000 persone colpite da diarrea emorragica ( 500 delle quali hanno contratto la Sindrome emolitico uremica:SEU o HUS).
L’effetto scatenante è stato un comunicato dell’OMS che descrive il batterio come un microrganismo killer, in grado di provocare epidemie disastrose. Il comunicato fa riferimento a sequenze del Dna fatte in Cina, accostando questo Escherichia coli a un forma africana molto pericolosa. Ci sono tutti gli ingredienti per trasformare un problema serio localizzato in Germania in un evento mediatico da prima pagina in grado di allarmare la popolazione europea e creare il panico.
Il mix di notizie è un cocktail micidiale da cui è difficile difendersi. E’ vero che il batterio è poco conosciuto, ma il Laboratorio di riferimento europeo sulla microbiologia che ha sede presso l’istituto superiore di sanità ed è diretto da Alfredo Caprioli, aveva già individuato il ceppo batterico nel 98 in seguito ad una caso di SEU che aveva colpito un bambini francese. Già 40 giorni fa l’ISS aveva identificato l’agente infettante che ha causato l’epidemia in Germania insieme alle autorità tedesche.
L’abbinamento tra la capacità emorragica e la capacità aggregativa dell’Escherichia coli (ovvero la capacità di provocare emorragie e di attaccarsi molto bene alle pareti per riprodursi ) non è una novità. E’ vero che l’Escherichia coli O 104 è molto virulento e la questione è seria perché le persone muoiono e chi contrae la SEU ha forme invalidanti ai reni gravi. Ma questo si sa da settimane. Perché creare questo allarmismo tra i consumatori? Cosa è cambiato rispetto ad una settimana fa?
La situazione è critica perchè non si è ancora individuata la causa dell’epidemia, non perché siamo di fronte ad un batterio sconosciuto.
La situazione è critica perchè i casi di SEU aumentano mano a mano che vengono diagnosticati negli ospedali, e le autorità tedesche sono giustamente molto preoccupate.
Il problema è quindi serio ma solo per i cittadini che vivono nel nord del Paese vicino ad Amburgo. Nella vicenda sono coinvolti altri cittadini svedesi, danesi e di altre nazioni che hanno vissuto in quella zona per qualche giorno e possono avere mangiato alimenti contaminati. Il problema non riguarda un alimento prodotto industriale a disposizione di milioni di consumatori.
Non c’è alcuna necessità di creare allarmismo, come sta facendo l’OMS dimostrando una certa inclinazione verso il sensazionalismo.
Gli esperti sanno che l’ambito è circoscritto, che non siamo di fronte a un alimento contaminato, ma a un problema sopraggiunto nella filiera e probabilmente durante la lavorazione locale degli ortaggi che non si trasmette ion altri posti.
Le norme igieniche che vengono diramate da tutte le autorità sanitarie sono quelle che si devono seguire normalmente.
Non c’è nessun motivo di limitare il consumo di frutta e verdura e ortaggi.
Lo abbiamo già scritto ieri le prime analisi in Italia su ortaggi prelevati al dettaglio effettuate presso gli Istituti zooprofilattici sperimentale di Piemonte, Liguria ,Valle d’Aosta e quello di Lombardia ed Emilia-Romagna utilizzando il metodo elaborato dall’Istituto superiore di sanità, hanno dato esito negativo. Una conferma in più per dire che il problema è tedesco e li va cercato.
In questa situazione la decisione Russa di bloccare le importazioni di ortaggi dall’Unione Europea risulta quanto meno ridicola e non è certo un provvedimento adottato per tutelare i cittadini.
L’unica cosa da fare è intensificare gli sforzi per individuare la causa di contaminazione, che secondo gli esperti da noi consultati potrebbe essere nell’acqua di rete contaminata.
Roberto La Pira
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E allora chi consuma prodotti come lo yogurt alla frutta provenienti dalla Germania che dovrebbe fare?Evitare di consumarli?E per quanto, una delucidazione su questo è possibile?
Continuare a consumarli , l’acidità dello yogurt e un agente inibitore per molti batteri patogeni
Purtroppo la storia si ripete .
Ma quale valutazione del rischio?
Parlano i soliti urlatori massmediatici , ignoranti del settore , gia di primo mattino con trasmissioni ansiogene in cui si ascolta fregnacce e tutto il contrario di tutto .
Tanto poi se interi settori produttivi vengono buttati sul lastrico a loro che gli e frega ? L’importante e fare spettatori. Alcuni sono talmente traccotanti da credere per davvero di essere degli esperti , paladini dei consumatori
(BSE ed Aviaria non hanno insegnato nulla purtoppo .
In questo caso i tedeschi non fanno bella figura. In Italia avremmo avuto dinamiche diverse.
Facciamo un piccolo elenco di errori (che potremmo definire clamorosi):
– le allerte del RASFF sui prodotti importati dalla spagna risultano dopo diversi giorni infondate.
– le dichiarazioni assurde da parte dellâ
Ennesima figuraccia fatta ieri sera su Rai 3 dagli interlocutori dell’ISS e un pò meno dalla Dr.ssa Caramelli. Evidentemente i riscontri negativi avuti negli anni precedenti con i giornalisti( vedi Dr. Marabelli e Dr. Borrello) relativamente alla crisi BSE, all’Aviaria ecc. non hanno portato quel vento di novità nei portavoci del Ministero della Salute. Che vergogna!!! Mi dispiace che nonostante numerosi corsi di formazione ECM e no ancora siamo incasinati nella comunicazione. Ieri sera il giornalista di Rai 3 ha più volte messo in difficoltà il Dr. Caprioli che sarà forse bravo in laboratorio ma non molto nella comunicazione. Chiedo scusa dello sfogo ma mi sentivo un pò a disagio se non l’avessi fatto. Cordiali saluti Claudio Mattozzi Dirigente Medico Veterinario SIAPZ ASUR MARCHE Zona Territoriale n 8 Civitanova Marche
Delle guerre commerciali, i consumatori dovrebbero essere talmente intelligenti da starne fuori, vedi BSE e Influenza Aviaria
Condivido il vostro articolo. Al solito si cerca il sensazionalismo. Incredibili poi li strafalcioni sentiti sui media anche solo nel dare il nome dell’agente eziologico. Tra l’altro molto "regionale". Scommmetto anch’io sulla rete idrica.