La presenza di diversi bar e ristoranti nei quartieri dove si vive o si lavora è associata a consumi maggiori di alcolici. Questa teoria è nota da tempo, ed è il motivo per cui alcuni paesi, come la Norvegia, autorizzano solo poche rivendite pubbliche, per di più aperte in orari limitati. Ma ora uno studio pubblicato su Drug and Alcohol Dependence dai ricercatori dell’Università statale dell’Ohio si focalizza su un altro aspetto, che può rendere ancora più negativa la situazione: il comportamento dei genitori con figli di età inferiore ai dieci anni. La stessa relazione tra disponibilità di alcolici e consumo si vede anche tra chi, oltre a lavorare o a restare in casa, si sposta per accompagnare i bambini nelle più diverse attività. E questo ha almeno due tipi di conseguenze negative, oltre a quelle, ben note, del consumo di alcol. Il tempo trascorso nei bar viene sottratto ai figli che, inconsapevolmente, percepiscono l’abitudine a bere come normale e imparano comportamenti che sarebbe meglio non trasmettere.
Per delineare le consuetudini dei giovani genitori, gli autori hanno composto un questionario in grado di far emergere la presenza di bar, ristoranti e rivendite di alcolici nei luoghi frequentati, nelle vicinanze di casa e del lavoro. Sono stati presi in considerazione anche le aree vicine alla scuola dei figli e delle attività associate, nonché quella dei supermercati e degli altri centri commerciali dove si vendono alcolici. I ricercatori hanno chiesto a un campione di quasi 1.600 genitori o tutori di bambini dell’età massima di 10 anni distribuiti in 30 città californiane di descrivere dettagliatamente le proprie giornate, e poi hanno verificato le possibili relazioni, al fine di delineare il consumo di alcol.
Le conclusioni sono chiare. Chi durante la giornata si trova vicino a un luogo dove l’alcol è disponibile, in un anno ne consuma di più e con maggiore frequenza rispetto a chi si muove in zone dove raggiungere una rivendita è più difficile. Chi invece si trova solo a passare dalle zone a maggiore densità di bar, beve comunque un maggiore quantitativo, ma non più frequentemente rispetto a chi vive in aree a minore densità di rivendite. Il questionario non ha raccolto dati sulla presenza o meno dei figli durante le soste nei bar. Il tipo di attività compiute suggerisce che, almeno in parte, i genitori portino con sé i figli quando bevono, magari perché stanno facendo la spesa, o sono di ritorno dal lavoro o dalla scuola e si fermano al bar, o mangiano in un ristorante con i bambini. E questo fa emergere un ulteriore rischio: i genitori che consumano alcolici poi si mettono alla guida con i figli presenti?
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Giornalista scientifica
Alle volte si fanno degli studi (magari anche costosi) per scoprire verità… ovvie 😉