maiale biologico
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Lo studio ha valutato i fattori che determinano una minore antibiotico-resistenza negli allevamenti di suini

Uno studio coordinato da ricercatori svedesi e danesi, pubblicato dalla rivista PLOS One, ha indagato sulla differenza nella resistenza agli antibiotici tra suini allevati in modo biologico e quelli cresciuti in modo convenzionale. L’obiettivo dello studio verificare la presenza di altri fattori, oltre al minor uso di antibiotici negli allevamenti biologici, in grado di  influenzare l’antibiotico resistenza. L’indagine, a differenza di altre, non è stata condotta a livello regionale ma in quattro paesi: Danimarca, Francia, Italia e Svezia.

Nell’Unione europea, gli allevamenti bio sono sottoposti a maggiori restrizioni per quanto riguarda l’utilizzo degli antibiotici e varie sostanze chimiche, presentano una diversa struttura della mandria, una dieta differenziata oltre a mettere a disposizione l’accesso ad aree esterne.

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Lo studio ha evidenziato una minore resistenza agli antibiotici dell’Escherichia coli intestinale negli allevamenti bio

Lo studio ha esaminato in che modo  queste differenze contribuiscono a determinare una minor resistenza agli antibiotici nei suini. Nei quattro paesi oggetto della ricerca, la percentuale di resistenza del batterio dell’Escherichia coli intestinale ad ampicillina, streptomicina, sulfamidici o trimetoprim è risultata significativamente più bassa nei suini biologici. In Francia e in Italia, è stata rilevata una minore resistenza significativa anche a cloramfenicolo, ciprofloxacina, acido nalidixico o gentamicina. In nessun paese è stata riscontrata resistenza alla cefotaxima.

Gli autori delle studio evidenziano come in ciascuno dei quattro paesi analizzati la resistenza agli antibiotici del batterio dell’Escherichia coli intestinale è risultata meno frequente nei suini biologici, anche se con evidenti differenze  all’interno di ciascun sistema produttivo. Tutto ciò indica che la comparsa della resistenza è influenzata da fattori specifici, relativi sia al paese sia all’allevamento.

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ezio
ezio
15 Luglio 2016 09:51

Da qualsiasi parte la prendiamo il risultato è sempre lo stesso.
Meno intensivi, più rispetto per gli animali, miglior cibo, meno farmaci, meno prodotti chimici, meno rischi sanitari = miglior qualità dell’alimento, miglior qualità della vita degli agricoltori/allevatori e degli animali, miglior qualità dell’ambiente, migliore salute.
Lo stile di vita è prima una filosofia e una morale, poi una scelta politica ed infine una scienza.
Non l’esatto contrario, come purtroppo è la realtà che abbiamo costruito per noi ed i nostri figli.
Serve una decisa e completa inversione di rotta.

M. C.
M. C.
Reply to  ezio
23 Luglio 2016 16:31

Parole sante.