È allerta mercurio per pesce spada e smeriglio. Dal mese di novembre i casi segnalati sono 24. Centinaia di supermercati coinvolti. Inerzia del Ministero
È allerta mercurio per pesce spada e smeriglio. Dal mese di novembre i casi segnalati sono 24. Centinaia di supermercati coinvolti. Inerzia del Ministero
Roberto La Pira 5 Marzo 2014Da alcuni mesi continuano le importazioni in Italia di pesce spada e smeriglio congelato contaminato da mercurio. Per capire quanto sia grave la situazione basta dire che dall’ inizio di novembre 2013 ad oggi, l’Italia ha inviato 24 notifiche di cui 15 allerta a Bruxelles (vedi tabella sotto), riguardanti il ritiro di pesce spada e smeriglio (conosciuto anche come squalo mako) e in due casi di tonno e verdesca. I lotti sono stati importati per tre quarti dalla Spagna e negli altri casi da Vietnam e Indonesia.
Non si tratta di una novità, visto che nel rapporto sul sistema di allerta europeo (Rasff) pubblicato poche settimane fa le segnalazioni di pesce con un eccesso di mercurio figurano al secondo posto (su un totale di 2.649 notifiche rilevate nel 2013, 517 riguardano il settore ittico, con 115 casi di pesce con eccesso di metalli pesanti, che nel 40% dei casi arriva dalla Spagna, proprio come quello venduto in Italia). L’altro elemento curioso è che tre segnalazioni di allerta inviate dal Ministero a Bruxelles, riguardano lo stesso grossista (FINPESCA di Portoviro), che ha acquistato in Spagna e poi rivenduto a diverse catene di supermercati come Famila ed Emisfero, del gruppo Unicomm (Il Fatto Alimentare aveva già segnalato due mesi fa un’allerta che aveva interessato 1.052 kg di smeriglio).
Abbiamo chiesto chiarimenti e Unicomm ci ha risposto che, visto il ripetersi di questi episodi, dal 18 febbraio è stata sospesa la vendita di smeriglio congelato nei 65 punti vendita localizzati in Veneto, Emilia-Romagna e Friuli Venezia Giulia. L’intenzione per il futuro è di accettare solo pesce congelato che ha superato preventivamente le analisi sul mercurio. Viene spontaneo chiedersi se altre catene di supemercati hanno preso analoghi provvedimenti, visto che i casi di allerta sono veramente tanti e le importazioni dalla Spagna continuano.
Nulla sappiamo degli altri 21 casi segnalati dall’Italia a Bruxelles, anche se è facile ipotizzare che centinaia di supermercati e altrettante pescherie siano coinvolte nella vicenda. È vero che il pesce rappresenta una preziosa fonte alimentare, ma è anche vero che non tutto il pescato fa bene allo stesso modo. Come già trattato in un precedente articolo, ci sono categorie a rischio, tra cui le donne in gravidanza e i bambini, che non dovrebbero consumare regolarmente pesce di grosse dimensioni come il pesce spada o lo squalo mako proprio per la questione del mercurio. Per correttezza va detto che il problema non riguarda il tonno in scatola, perché le aziende utilizzano solo pesci di media taglia con un tenore di mercurio che rispetta i limiti di legge.
È legittimo chiedersi cosa fa il Ministero della salute per bloccare il commercio di questo lotti di pesce contaminato. Perché nonostante le numerose e ripetute allerta provenienti dalle Asl non si interviene per bloccare l’illecito? A qualcuno sembrano poche 24 segnalazioni in quattro mesi? In attesa di risposte a queste domande che abbiamo rivolto al ministro della salute Beatrice Lorenzin, quando si va in pescheria conviene glissare sullo smeriglio e sul pesce spada congelato e cambiare pesci.
Roberto La Pira
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Giornalista professionista, direttore de Il Fatto Alimentare. Laureato in Scienze delle preparazioni alimentari ha diretto il mensile Altroconsumo e maturato una lunga esperienza come free lance con diverse testate (Corriere della sera, la Stampa, Espresso, Panorama, Focus…). Ha collaborato con il programma Mi manda Lubrano di Rai 3 e Consumi & consumi di RaiNews 24