Botta e risposta alla crisi alimentare in arrivo e alla fame nel mondo il 2 febbraio 2012: proprio quando la FAO ha lanciato l’allerta sul nuovo picco dei prezzi alimentari di base, il vice presidente della Commissione europea Antonio Tajani ha presentato la dichiarazione di guerra alle speculazioni finanziarie sulle materie prime.

Già a ottobre 2010 il relatore speciale Onu per il diritto all’alimentazione aveva annunciato il pericolo imminente di un’impennata dei prezzi che può costringere alla fame le popolazioni di 80 Paesi nel mondo. Come già riportato, Olivier De Schutter non si è limitato a “fare la Cassandra”, ma ha vibrato un sonoro attacco alle speculazioni finanziarie sui titoli derivati che mettono in crisi l’economia reale e la sussistenza di miliardi di esseri umani. E ha indicato tre strade da percorrere al più presto per affrontare il tema della “food security”: 1) incoraggiare i Paesi a ricostruire le proprie riserve alimentari; 2) fissare un limite alle speculazioni basate sui prezzi alimentari, 3) imporre la trasparenza su tutte le operazioni di scambio dei titoli derivati.

Il 18 gennaio il Parlamento europeo ha risposto con prontezza all’appello delle Nazioni Unite, con la risoluzione “sul riconoscimento dell’agricoltura come settore strategico nel contesto della sicurezza alimentare”, nella quale si riafferma il diritto fondamentale dei cittadini del mondo a disporre del cibo loro necessario. L’Assemblea di Strasburgo ha colto al volo i tre suggerimenti di De Schutter, chiedendo alla Commissione europea di sviluppare apposite proposte regolative.

Il 2 febbraio Abdolreza Abbassian, economista alla FAO, ha denunciato che l’ascesa dei prezzi delle materie prime alimentari sta superando ogni record ed è destinata a proseguire nei prossimi mesi, anche a causa delle condizioni climatiche avverse nei grandi bacini produttivi di Argentina e Australia. È perciò inevitabile l’aumento dei prezzi dei cibi, nei Paesi ricchi come in quelli poveri dove tra l’altro – al grido di “pane e libertà!” – si accendono e divampano focolai di rivolte popolari. Dal Maghreb (Marocco, Algeria, Tunisia) all’Egitto e il Monzambico, quale sarà il prossimo?

Sempre il 2 febbraio, il vice-presidente della Commissione europea Antonio Tafani – coi commissari Barnier e Ciolos (delegati a Mercato interno e Agricoltura) – ha presentato una strategia integrata volta a mitigare la volatilità dei prezzi delle materie prime, con la Comunicazione “Affrontare le sfide dei mercati delle commodity e delle materie prime” [COM(2011)25 final].

La Commissione europea si muove nella direzione di frenare l’eccessiva volatilità dei prezzi delle commodities alimentari sui mercati internazionali, poiché tali fluttuazioni ricadono come macigni sulle sorti degli agricoltori, delle imprese di trasformazione e dei consumatori. Gli studi della Fao, dell’Oecd e della Commissione convergono tra l’altro nel ritenere che questi fenomeni abbiano assunto un carattere strutturale e che perciò i prezzi alimentari siano destinati a restare alti, oltre che soggetti a periodiche impennate (capitolo 2.1.2 della Comunicazione). Oltretutto, la stessa competitività delle filiere agricola e industriale in Europa – su cui si basano l’occupazione e il sostentamento di decine di milioni di famiglie – è strettamente legata alla possibilità e alla sicurezza di accesso alle materie prime.

Il vice-presidente Tajani propone una strategia integrata, che si estende dalle commodities agricole a tutte le materie prime di rilievo per la produzione industriale europea: «I mercati virtuali devono venire ricondotti all’economia reale e alle esigenze di approvvigionamento e di consumo dei suoi attori». Ciò comporta un’apposita regolazione che introduca limiti all’area di gioco dei titoli, e trasparenza nelle loro transazioni. L’obiettivo è quello di realizzare un’effettiva sinergia tra i finanziatori e i finanziati (vale a dire, tra il mercato dei titoli derivati e quello degli scambi di materie prime), per garantire la crescita sostenibile della nostra economia.

La strategia è integrata anche per la varietà dei suoi strumenti:

– garantire l’integrità, la trasparenza e la stabilità dei mercati dei derivati che si basano sulle commodities, anche attraverso la revisione delle direttive sull’Abuso di mercato e dei Mercati negli strumenti finanziari;

– realizzare ulteriori studi sugli sviluppi dei mercati finanziari e fisici che si basano sulle commodities, per identificare e comprendere le loro reciproche interazioni (i perfidi “meccanismi di leva”, grazie ai quali le manovre concentrate su lievi oscillazioni dei prezzi producono spropositati balzi nelle quotazioni);

– mantenere sotto continua osservazione l’andamento dei listini delle materie prime e l’ammontare delle loro riserve, su scala nazionale e internazionale;

– tenere sotto controllo i prezzi degli alimenti nei diversi Paesi membri e introdurre regole per tutelare la filiera di produzione rispetto alle pratiche commerciali sleali talora realizzate dalla grande distribuzione;

– verificare la disponibilità e l’accesso alle materie prime cruciali, in vista dell’adozione di ulteriori iniziative;

– rafforzare le strategie commerciali dell’Unione Europea, in relazione alle materie prime, e perseguire la “diplomazia delle materie prime”, nell’ambito di accordi e dialoghi bilaterali e multilaterali, in modo da garantire la sicurezza delle forniture cruciali;

– sviluppare con i Paesi africani rapporti bilaterali di cooperazione sulle materie prime, nell’ottica di promuovere la governance (vale a dire il buon governo, la correttezza e la trasparenza delle relazioni politiche ed economiche), gli investimenti, il trasferimento di know-how e tecnologie;

– lavorare a stretto contatto con gli Stati membri e le parti sociali interessate per sviluppare un quadro di regole atto a garantire la produzione sostenibile delle materie prime;

– favorire la ricerca volta a ottimizzare l’impiego delle risorse e la sostenibilità dell’intero ciclo di vita dei materiali e dei prodotti, in tutti i settori, mediante applicazione del modello sviluppato nella c.d. “Eco-label Directive”.

L’impegno europeo sulle commodities alimentari trova conferma nel fatto che questo sarà uno degli temi-chiave all’agenda del prossimo G20, sotto la presidenza francese. Parigi ha già convocato i Ministri dell’Agricoltura, il prossimo giugno, proprio per discutere la questione globale della food security. È tempo di risvegliare i Governi dal torpore, e concentrarsi su un argomento cruciale per il futuro della civiltà. Porre fine ai giochi di prestigio della finanza che mettono a repentaglio il diritto dei popoli al cibo, garantire questo diritto con apposite regole in tutti i casi di “land-grabbing” (appropriazione delle terre), contingentare le misure protezionistiche (quali i divieti di esportazione delle derrate agricole), ricostruire le riserve di materie prime, affermare criteri di equità nella filiera alimentare. Ma l’impresa non sarà facile, poiché è attesa l’opposizione di India e Russia: guarda caso, le economie emergenti a cui sono attribuite alcune delle principali operazioni che l’Ue e gli Usa vorrebbero regolare (a partire dal “land-grabbing”).

Per approfondimenti:

Gli articoli di Ilfattoalimentare.it sul land grabbing:

Nasce un nuovo colonialismo “agricolo”: le potenze emergenti rapinano terreni in Africa

Mali, i petrodollari alla conquista della terra e dell’acqua a scapito delle popolazioni locali

Landgrabbing” in Africa occidentale: la Liberia fa gola ai produttori asiatici olio di palma

– la crisi alimentare in arrivo, su Financial Times, “Bad weather sends food prices to fresh high”, di Javier Blas da Londra, 3.2.11,

– food security e ribellioni, The Guardian, editoriale “Food security: Bread and freedom”

– la comunicazione della Commissione europea ripresa su Financial Times, “EU to call for commodity derivatives curbs”, di Nikki Tait da Bruxelles e Peggy Hollinger da Parigi, 2.2.11

– le priorità europee per il G20, su Financial Times, “French anger at speculators hits G20 hopes”, di Peggy Hollinger da Parigi e Javier Blas da Londra, 2.2.11,

– la strategia della Commissione sui mercati delle materie prime

Riproduzione riservata. Foto: AdobeStock

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