Il 7 luglio il Parlamento europeo in seduta plenaria ha bocciato la proposta della Commissione di ridurre drasticamente gli aiuti alimentari ai 43 milioni di persone che in UE rischiano la malnutrizione a causa della povertà. Cerchiamo di capire cosa è successo.
 Il regime di distribuzione delle derrate alimentari agli indigenti, istituito nel 1987 nel quadro della Politica Agricola Comune (PAC), prevede che la Commissione adotti un piano di ripartizione degli aiuti tra gli Stati membri interessati a partecipare alle iniziative: importo finanziario e quantitativi massimi di cereali, riso, zucchero, latte scremato in polvere.
 
19 Stati membri si avvalgono di questo sistema per fornire aiuti alimentari, attraverso 240 associazioni caritatevoli, a circa 13 milioni di indigenti. Secondo gli eurodeputati lo sforzo non è sufficiente visto che 43 milioni di europei sono ora minacciati dalla crisi economica e il numero è destinato ad aumentare. Ma la Repubblica federale tedesca si è opposta a questo sistema e ha chiesto al giudice europeo di Lussemburgo il suo annullamento[1].

La Svezia ha dato manforte alla Germania, mentre la Spagna, l’Italia, la Francia e la Polonia hanno sostenuto in giudizio la validità del sistema. Alla fine il   Tribunale UE[2]  ha annullato il regolamento (CE) n. 938/08[3]  nella parte in cui prevede gli stanziamenti per l’acquisto delle derrate alimentari sul mercato. Il piano di distribuzione degli aiuti alimentari infatti era stato ideato a latere della politica agricola comune, in quanto destinava a fini sociali le “scorte europee” giacenti. Ma poiché queste scorte sono pressoché esaurite, negli ultimi anni il piano è stato eseguito soprattutto con merci acquistate sul mercato, in difformità con quanto stabilito nei regolamenti che lo hanno introdotto. La Commissione così ha proposto un enorme taglio del “budget” per gli aiuti alimentari agli indigenti, da 500 milioni di euro nel 2011 a 113 milioni per il 2012.

Il Parlamento di Strasburgo ha reagito con durezza:  548 voti a favore (52 contro, 26 astensioni) e ha votato una lucida risoluzione[4]  nella quale si sottolinea il valore di un intervento europeo a sostegno delle parti più vulnerabili della società. Oggi più che mai, alla luce dell’attuale crisi economica, finanziaria e sociale. L’Assemblea chiede alla Commissione e al Consiglio di trovare subito una soluzione per impedire l’immediato crollo degli aiuti alimentari, in attesa del nuovo ciclo di finanziamento per la PAC, i programmi a essa correlati e i Fondi strutturali – tra i quali, il Fondo sociale europeo – che avrà inizio nel 2014.
 Il Parlamento dà infine atto della proposta del commissario per l’agricoltura Dacian Ciolos, annunciata il 29.6.11, di svincolare dalla PAC il programma di aiuti alimentari a favore degli indigenti. Sottolinea a tale riguardo che:
– è necessario garantire un finanziamento adeguato a garantire il diritto al cibo a tutti gli europei
– è necessario garantire agli agricoltori un reddito dignitoso ed esorta la Commissione ad affrontare i problemi della povertà rurale e della rovina delle comunità contadine.
 
Dario Dongo con la collaborazione di Juliette Turpeau

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[1] <#_ftnref1> http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=OJ:C:2009:055:0043:0044:IT:PDF

[2] <#_ftnref2> http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=OJ:C:2011:160:0016:0017:IT:PDF

[3] <#_ftnref3> http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=OJ:L:2008:268:0003:0007:IT:PDF

[4] <#_ftnref4> http://www.europarl.europa.eu/sides/getDoc.do?pubRef=-//EP//TEXT+TA+P7-TA-2011-0338+0+DOC+XML+V0//IT