acqua

Perché a Parigi, New York, Londra e in decine di altre città, nei ristoranti viene servita acqua di rubinetto in caraffa o in bottiglia, e in Italia chi prova a chiederla viene guardato male? Il problema ci è stato posto da molti lettori ed è anche oggetto di discussione a Bruxelles, dove è stata presentata una proposta che “obbligherebbe” i gestori di ristoranti, mense e collettività a predisporre per i clienti bottiglie, recipienti o distributori di acqua di rubinetto.

La posizione della Fipe

“Oggi non c’è alcun obbligo per il ristoratore di portare la caraffa di acqua di rubinetto a tavola – precisa Luciano Sbraga dell’ufficio studi Fipe – e la proposta in discussione a Bruxelles lo dimostra. Nella realtà però, di fronte a una richiesta specifica è sempre buona norma accontentare gli avventori. Se l’acqua viene negata per qualsiasi motivo, e se il cliente ritiene di non essere stato accontentato, saranno le regole del mercato a fare chiarezza”.

Servire l’acqua di rubinetto al ristorante e al bar non è un obbligo del gestore ma una cortesia

“Gli italiani – continua Sbraga – sono forti consumatori di acqua minerale anche in casa e sarebbe paradossale che proprio al ristorante gli si proponga di cambiare abitudini, portando a tavola  un prodotto che viene percepito ad un livello più basso sulla scala della qualità.  A questo punto per il ristoratore diventa quasi una conseguenza naturale dare un segno distintivo al locale e servire la minerale in bottiglia di vetro, possibilmente di marche note, per accompagnare i piatti con un’acqua considerata all’altezza e non svilire la tavola apparecchiata”.

Acqua minerale come status?

Seguendo questa logica la scelta della bottiglia di vetro sembrerebbe una questione di look, di stile, di immagine per cui la minerale in vetro servita al ristorante fa chic. La questione però non riguarda solo i locali rinomati e i ristoranti stellati, la minerale è sempre anche nelle pizzerie e in tutte le collettività, compresi i self-service. Il pensiero unico degli italiani considera l’acqua di rubinetto a tavola un minus, una scelta da poveri, salvo poi scoprire che figli e nipoti in età scolare quando frequentano nidi, asili e scuole la bevono tutti i giorni.

Le eccezioni alla regola della bottiglia di marca a tavola sono poche, e riguardano ristoranti o locali con una filosofia legata al territorio, dove si servono cibi biologici o vegetariani che hanno una sensibilità maggiore verso le tematiche ambientali. In questi posti viene servita a tavola la caraffa con l’acqua di rete e, solo su richiesta (ma non sempre), la minerale con le bollicine. Ci sono anche ristoranti che optano per la caraffa per non dover gestire il magazzino e la movimentazione delle bottiglie di vetro e delle casse, che occupano spazio e assorbono tempo prezioso.

La scelta dei ristoratori

“La scelta non è univoca – precisa Sbraga – il ristoratore ha come obiettivo primario quello di accontentare i clienti che adesso si orientano verso la minerale. Nulla vieta in un futuro, se la sensibilità verso i temi dell’ambiente porterà a un cambio di filosofia,  la conversione verso l’acqua del rubinetto. La Fipe ha già in corso campagne di sensibilizzazione per incentivare l’uso della doggy bag, e per ripensare l’uso delle bustine di zucchero, ritenute una causa di spreco; l’acqua potrebbe essere il prossimo obiettivo”.

acqua minerale bottiglia idratazione
Al ristorante e al bar il prezzo dell’acqua microfiltrata o comunque trattata deve essere chiaramente indicato sul menu o sul listino prezzi

L’acqua microfiltrata

Un capitolo a parte merita l’acqua microfiltrata ottenuta da apparecchi collegati alla rete oppure quella ottenuta  da sistemi che aggiungono solo le bollicine. In questi casi il ristoratore fa pagare ogni bottiglia per ammortizzare le spese di acquisto e di manutenzione dell’impianto e il prezzo va indicato sul menu. Una legittima perplessità da parte degli avventori riguarda il prezzo che in diversi casi supera 1 € a bottiglia e risulta sproporzionato.

“Queste regole valgono anche per il bar – precisa Sbraga – per cui il gestore non ha l’obbligo di dare il bicchiere di acqua di rubinetto; si tratta di una gentilezza che in genere non viene negata a nessuno. Mentre quando viene servito un bicchiere di acqua microfiltrata oppure di minerale, il prezzo va riportato chiaramente nel listino”.

Ci sono altri due problemi sui ristoranti e bar che meritano approfondimento, il primo riguarda le modalità di indicazione degli allergeni sul menu o sulla carta dell’happy hour, il secondo le diciture  ambigue relative ai piatti preparati con ingredienti congelati, in particolare il pesce: fresco, congelato o di allevamento, ma a questi argomenti dedicheremo un altro spazio.

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federico
federico
12 Settembre 2018 15:07

Una serie di perplessità. Primo i ristoratori danno l’ acqua in bottiglia perché il guadagno é superiore a 5 volte il costo. Secondo gli italiani bevono acqua in bottiglia perché in molte zone il sapore dell’acqua del rubinetto non é gradevole , anche se l’ acqua é salubre ed assolutamente idonea al consumo. Terzo non ho mai visto far pagare l’ acqua microfiltrata.

giacomo
giacomo
Reply to  federico
12 Settembre 2018 16:06

A Milano sono molti i ristoranti che fanno pagare l’acqua microfiltrata. Anch’io non ho mai visto l’Asia, ma sono certo che esista

Sara V.
Sara V.
15 Settembre 2018 16:50

Concordo con il sig. Federico. Anche nel trevigiano, dove l’acqua di rubinetto è molto buona, non puoi chiedere l’acqua del sindaco al ristorante: se lo fai, forse ti accontentano ma sicuramente si infastidiscono. Ormai non servono più nemmeno bottiglie da litro ma da 500 o 750 ml massimo. E costano più della birra del tuo compagno di tavolo. E non perché io la desidero, anzi. Semplice perché ne hanno un ricavo enorme. Pagherei anche solo il servizio se potessi (50 cent per il servizio al tavolo, il lavaggio del bicchiere e della caraffa) ma nessuno propone l’acqua di rubinetto in alternativa.

Alessandro Garini
Alessandro Garini
22 Settembre 2018 10:19

Sono un professionista che segue ormai da vent’anni un’azienda Leader nel settore della microfiltrazione.
Ritengo che, l’acqua microfiltrata “ bevanda al gusto di acqua “ come scherzosamente la chiamo io, sia un prodotto, a km zero, di altissimo rispetto anche a tutela del nostro ambiente sempre di più trascurato. La qualità dell’acqua erogata dipende però dal rispetto di alcuni fattori quali per esempio la corretta manutenzione e della sanificazione periodica. Ovviamente l’impianto, la sanificazione periodica ed il cambio filtri, costituisce un costo che deve essere tramutato in un servizio al cliente , e soprattutto garantire una qualità di prodotto, nel rispetto quindi della normativa vigente in tema di acqua destinata al consumo umano. Bere l’acqua di rete, trattata, costituisce quindi un costo sicuramente, ma un grande vantaggio per i consumatori.

enrico
enrico
22 Settembre 2018 11:26

Il servizio necessiterebbe di ulteriori precisazioni…
Se il cliente chiede “acqua del rubinetto”… acqua del rubinetto gli si deve dare!
Se il cliente chiede “acqua minerale”… acqua minerale gli si deve dare e, in questa casistica, non sono assolutamente incluse ne l’acqua del rubinetto ne l’acqua microfiltrata!
Se il ristoratore decide, per sua scelta, di servire ai tavoli acqua microfiltrata, se il cliente non accetta e richiede “acqua minerale” o “acqua di rubinetto” lo si deve accontentare…
Servire acqua microfiltrata, malgrado la richiesta di acqua minerale, credo possa verosimilmente ipotizzare il reato di frode in commercio

Alberto
Alberto
22 Settembre 2018 11:37

Quello che rompe non è solo la cifra esorbitante che chiedono per un bottiglia di acqua minerale, è che hanno iniziato a portarti anche le bottiglie da 75cl invece che da 1litro. Così certamente alla fine ne devi prendere di più. Mi sa che le prossima volta mi porto l’acqua da casa se mi propongono la bottiglia da 75cl.

Dario
Dario
22 Settembre 2018 12:49

Premesso che l’acqua del rubinetto se anche avesse un sapore sgradevole nelle case basterebbe lasciarla a riposare in una caraffa per almeno 12 ore, il problema di fondo è culturale. Pensiamo, con opinione non informata ed errata, che l acqua in bottiglia sia migliore. Nessuno indaga sul fatto che le bottiglie di plastica vengono lasciate praticamente stagioni intere sotto il sole in tutta la catena del rifornimento. E che quel tipo di plastica non dovrebbe stare al di sopra dei 25 gradi…
Detto questo a Roma l acqua microfiltrata si PAGA SEMPRE. E per fortuna: un impianto costa almeno 5000 euro e la manutenzione (con ricambio filtri obbligatorio anche per una corretta salubrità dell’acqua che beviamo) circa 1000 euro l anno, più il costo dell acqua della rete.

enrico
enrico
Reply to  Dario
22 Settembre 2018 16:16

Ecco perche è lecito dubitare che venga sempre svolta una corretta manutenzione…

Carmela Baglivi
Carmela Baglivi
22 Settembre 2018 17:39

Mi pare assurdo non portare a tavola l’acqua di rubinetto specialmente quando richiesto.
Spesso è di gran lunga migliore delle imbottigliate e sempre delle microfiltrate.
I consumatori si orientano sulle minerali perché non hanno altra scelta come è ovvio.
Solo la Fipe fa finta di non saperlo.

MARIO APICELLA
22 Settembre 2018 23:50

“salvo poi scoprire che figli e nipoti in età scolare quando frequentano nidi, asili e scuole la bevono tutti i giorni”. non è ovunque come le ho già segnalato… Sull’Amiata l’acqua è filtrata per la presenza “naturale” di “Arsenico”

Giuseppe
Giuseppe
23 Settembre 2018 09:03

Il cliente ha diritto di essere accontentato, sia che chieda acqua minerale che quella del rubinetto, la cosa importante è che l’esercente esponga in modo chiaro il prezzo, anche dell’acqua potabile se intende farsela pagare, diversamente il consumatore ha diritto a non riconoscere alcun compenso, così come deve stare attento a quando, richiedendo acqua minerale, si vede servita dell’acqua potabile trattata, circostanza purtroppo frequente.

Claudio il Musicista
Claudio il Musicista
23 Settembre 2018 10:51

Come ha fatto giustamente notare Dario, il problema primario è la plastica. Nell’acqua conservata nelle bottiglie di questo materiale si trasferiscono micro-particelle di polimeri invisibili a occhio nudo, che aumentano proporzionalmente al tempo di conservazione. I problemi peggiorano, come dice Dario, se le bottiglie restano abbandonate al sole per mesi, come avviene nei paesi del terzo e quarto mondo e come, purtroppo, si verifica a volte anche da noi.
Ma voglio raccontare un divertente episodio occorsomi. Ero in un ristorante vegetariano e biologico, di quelli arredati con colori tenui, dove si bruciano incensi e i camerieri e i gestori ti parlano sussurrando, con voce dolce. Ebbene, sì: mi portano l’acqua in una bottiglia di plastica!
Chiamo la proprietaria e le dico: «Mi meraviglio di voi. Non avrei mai pensato che in un ristorante così attento alla spiritualità mi fosse negata la mia razione di prana! Ma non lo sapete che l’acqua imbottigliata perde tutte le connessioni con l’universo? E poi inquinate anche il pianeta con la plastica!». La povera signora era stravolta!
Evviva la squisita e sana acqua dei rubinetti romani!

P.S.: un mio amico, professore universitario di chimica, alcuni anni fa si prese la briga di analizzare l’acqua di casa mia. Confrontandola con sei o sette acque imbottigliate, era la migliore.

enrico
enrico
Reply to  Claudio il Musicista
24 Settembre 2018 20:58

Il problema ha origine nella definizione di “potabilità”.
L’acqua è potabile quando risponde ai requisiti di legge, quando rientra nei parametri, chimici e microbiologici, definiti dalla normativa di riferimento: la potabilità dell’acqua, pertanto, è una definizione di legge… è una sorta di “legalità” dell’acqua di rete!
Le acque minerali, invece, sono regolamentate da normative diverse e, per assurdo, potrebbe anche verificarsi il caso che se un’acqua imbottigliata venisse immessa in rete, la stessa potrebbe non venir giudicata potabile!
Normative ancora diverse, poi, regolamentano le acque microfiltrate…
In conclusione, le acque delle reti idriche cittadine rispondono a criteri più restrittivi e sono assoggettate a continui, costanti, controlli della Autorità Competente, delle Amministrazioni coinvolte e degli Enti Gestori delle reti acquedottistiche e pertanto, a mio avviso, continuano ad essere le più sicure e controllate

Tiziana
Tiziana
24 Settembre 2018 12:46

a Bolzano l’acqua è buona e anche al ristorante la puoi chiedere (non so cosa succeda nei ristoranti di lusso, che non frequento) senza suscitare perplessità; quello che non capisco è questo sfrenato consumo di acqua imbottigliata, estrememente antiecologico (ormai siamo alla frutta!), quando spesso l’acqua di rubinetto è buona; devo ammettere che, abituata forse troppo bene, quando vado a Bologna, dove il gusto non è dei migliori, consumo soprattutto quella microfiltrata

Vicky
Vicky
28 Settembre 2018 13:46

Perché in Italia si fanno questioni su tutto? All’estero porto esempio del Canada ti portano acqua del rubinetto se tu vuoi la minerale o la coca o altro basta chiedere. Ognuno deve essere libero di bere ciò che vuole. Sembra di essere nel medioevo. La questione in un paese civile non avrebbe ragione di esistere.