La maggioranza degli italiani considera l’acqua minerale il naturale sostituto dell’acqua di rubinetto. La scelta non è dettata da motivazioni nutrizionali, ma è frutto di un’endemica sfiducia dei cittadini verso la qualità dell’acqua di rete ritenuta non idonea. Per questo la marca della bottiglia da portare a tavola non è collegata a motivazioni salutistiche, ma a fattori più banali come il prezzo, il formato, la presenza di bollicine, la pubblicità e, in minima parte, il sapore. In funzione di questi elementi i supermercati propongono un assortimento molto vasto con prezzi che lievitano di due-quattro-sei volte se si scelgono marche leader di mercato o i formati da mezzo litro.
Pochi consumatori sanno che non esistono acque minerali di qualità superiore. Tutte le fonti sono riconosciute dal Ministero della salute. C’è di più: ogni marca ha una composizione tipica di sali minerali che la rende diversa dalle altre, proprio come l’acqua del rubinetto che nella stessa città cambia in base alla fonte. Per questo motivo non si possono fare classifiche sulla qualità, ma solo differenziare i marchi in funzione del contenuto di sali (minimamente mineralizzate, oligominerali, minerali, ricche di sali minerali).
Il costo della materia prima
L’altro aspetto sconosciuto ai più è che il costo della materia prima risulta praticamente uguale a zero. Se scomponiamo il prezzo il 99,99% è collegato al processo produttivo, al trasporto, al materiale impiegato per la bottiglia e alla commercializzazione. La materia prima non incide sui costi (secondo una recente inchiesta di Legambiente le aziende imbottigliatrici versano un millesimo di euro per ogni litro).
Il fattore che incide per oltre il 50% sui costi è la plastica della bottiglia e del tappo. Il materiale è sempre lo stesso ma cambia il peso. Con 20 grammi si realizza una bottiglia “morbida” che sfugge di mano quando si versa l’acqua. Per quelle rigide, sagomate e colorate servono almeno 40 grammi e i costi salgono da 7 a 15 centesimi di euro. Un’altra voce di spesa considerevole per le marche distribuite a livello nazionale è il trasporto (bere in Sicilia acqua minerale imbottigliata in Trentino o in Lombardia è un’operazione costosa). Anche la pubblicità e l’attività di marketing per le aziende leader incide sui costi. Le altre voci da considerare sono il margine del distributore e l’Iva del 22%.
Quanto si spende per l’acqua minerale
Sulla base di queste considerazioni abbiamo realizzato una tabella da cui emerge in modo evidente che milioni di italiani ogni anno spendono centinaia di euro l’anno per trasportare bottiglie di plastica da un capo all’altro della penisola, riempite con un prodotto privo di un reale valore economico. Nonostante ciò siamo i maggiori consumatori di minerale in Europa e secondi nel mondo dopo il Messico con 12 miliardi di litri l’anno, e un trend in continua crescita. Il paradosso è che nella maggior parte dei casi la qualità è simile all’acqua del rubinetto o a quella distribuita gratuitamente nelle fontanelle situate nelle piazze di numerose località.
E adesso veniamo ai conti. Le persone che scelgono di pasteggiare con una bottiglia di marca devono preventivare una spesa annuale di 110 € l’anno, che diventano poco più di 70 per una marca locale o per marchi proposti dalle catene di supermercati. Il conto si riduce a poco più di 50 € accollandosi il peso di cestelli pesanti con bottiglie da due litri senza bollicine.
Voci di spesa |
Distribuzione nazionale centesimi euro |
Distribuzione locale (marca supermercato) |
Distribuzione locale (marca discount) |
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Acqua | trascurabile | trascurabile | trascurabile | |||
Bottiglia + tappo | 15 | 10 | 7 | |||
Trasporto | 5 | 1 | 3 | |||
Pubblicità | 1 | 1 | 0 | |||
Margine dettagliante | 4 | 3,5 | 2,3 | |||
Iva 22 % | 5 | 3,5 | 2,7 | |||
Prezzo di vendita: centesimi euro/l |
30 |
20 |
15 |
|||
Spesa annuale in euro (1 litro al giorno)
|
110 | 73 | 54 |
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Giornalista professionista, direttore de Il Fatto Alimentare. Laureato in Scienze delle preparazioni alimentari ha diretto il mensile Altroconsumo e maturato una lunga esperienza come free lance con diverse testate (Corriere della sera, la Stampa, Espresso, Panorama, Focus…). Ha collaborato con il programma Mi manda Lubrano di Rai 3 e Consumi & consumi di RaiNews 24
E se pensate che la quantità di acqua giornaliera consigliata è nel range 2-3 litri (che personalmente a volte supero) il risparmio è mostruoso.
Le caraffe filtranti sono un ottimo investimento.
Le caraffe filtranti da tempo sono state dichiarate inutili e dannose, per vari motivi
E del cloro che si dice? Quelle in bottiglia non sanno di cloro, certe acque casalinghe si.
Altra cosa, quelle imbottigliate sono costantemente analizzate, quelle del rubinetto pure ma solo alla fonte, non all’uscita del rubinetto di ogni casa. Quindi se c’è qualcosa che non va bene in qualche tubatura lungo il tragitto, non lo si può sapere, perlomeno non immediatamente.
Mi hai tolto le parole di bocca: io la bevo e bevo anche quella minerale, possibilmente in bottiglie di vetro, ma quello che ho letto a volte sulle tubature, sia dell’acquedotto sia di casa, mi ha parecchio spaventato: il fatto che i tubi siano di piombo mi spaventa parecchio, per esempio!!!!!!!!!!!!!!!!
Il cloro in uscita dal rubinetto è sempre a livelli infinitesimali (ha un costo e non è necessario oltre una certa concentrazione), le tubature in piombo riguardano una frazione minima, solo per gli edifici antichi.Più comunementese si tratta di tubature vecchie possono non essere in teflon, ma in materiale ferroso con giunti guarnizionati con canapa.
Oltre all’acquedotto, è tenuto a fare le analisi almeno una volta all’anno anche il vostro amministratore di condominio, se la casa è indipendente e volete conoscere la qualità dell’acqua erogata dai vostri rubinetti, l’onere è invece vostro.
Ricordate che più del cloro, sono da tenere in considerazione i Trialometani, che sono sottoprodotti della clorazione, e dipendono fondamentalmente dalla qualità dell’acqua in origine.
Chi non beve l’acqua del rubinetto, ha dei motivi più che fondati, come l’amianto degli acquedotti o l’acqua avvelenata come nel Veneto. Per eliminare la plastica delle bottiglie, si deve ritornare a quelle di vetro da restituire vuote al punto vendita. In certi paesi, lo fanno.
Certo: ci sono i costi e l’inquinamento del trasporto, ma l’acqua di rubinetto, mi dispiace, non può ancora essere dichiarata “tranquillizzante”: quante volte si è letto che si può bere tranquillamente, anche tante associazioni di consumatori lo hanno spesso dichiarato, mentre guarda caso poi saltano fuori scandali come quelli degli pfas nel Veneto?!
Per 50 euro l’anno mi accollo volentieri il terribile “peso di cestelli pesanti con bottiglie da due litri senza bollicine” piuttosto che bere l’acqua del rubinetto o andare bell’apposta all’erogatore dell’acqua potabile per un risparmio irrisorio.
Sta di fatto che le multinazionali delle acque minerali lucrano abbondantemente su una risorsa pubblica.
In realtà è l’acqua distribuita dall’acquedotto a essere analizzata tutti i giorni e la sua qualità è tenuta sotto controllo anche considerando parametri controllati in tempo reale. L’acqua minerale viene controllata a lotto, al momento dell’imbottigliamento. Durante trasporto e conservazione sugli scaffali di negozi e supermercati la sua qualità può modificarsi sia dal punto di vista chimico – per rilascio dalla plastica della bottiglia – sia dal punto di vista microbiologico (ricordarsi che non è “acqua sterile” alla sorgente e che non ha sostanze biocide che tengono sotto controllo la proliferazione batterica, come invece succede per l’acqua di rubinetto).
D’altra parte, le caraffe filtranti potrebbero essere usate solo se mantenute molto pulite e i filtri sostituiti ogni settimana. Se i filtri vengono sostituiti meno spesso, questo comporta modifiche della qualità e delle caratteristiche organolettiche (sapore, odore) dell’acqua filtrata.
Io abito in una zona collinare vicino al lago di Garda e il mio appartamento è molto vicino all’cquedotto di erogazione dell’acqua, per cui quando mettono il cloro per rendere l’acqua potabile la mia zona è la prima a ricevere questa acqua. Mi è capitato molte volte che l’acqua che esce dal rubinetto. seppur sicuramente potabile, sappia talmente di cloro da risultare imbevibile e non adatta nemmeno per fare da mangiare. Questo forse a causa del fatto che la zona è fortemente a carattere agricolo. Non compero mai acqua minerale ma ho installato in casa un depuratore che seppure ha un costo di manutenzione e riparazione di eventuali guasti abbastanza considerevole mi consente di usare l’acqua del rubinetto a volontà senza gusti strani e molto meno dura.
Contesto sul totale della cifra annuale per il consumo di acqua naturale in bottiglia, nn è di sole 50 € bensì di 250€ e purtroppo spaventa il fatto che la plastica invade ogni giorno terra e acque di questo nostro mondo !! Ma l’acqua del rubinetto è pesante, nn si riesce a berne quanta dovremmo al giorno, spesso sa di cloro ed anche qui sorgono dubbi sulla sua genuinità!!! Abbiamo dubbi e paure noi italiani giustificate spesso dagli scandali frequenti, come fare ???
In effetti una somma ponderata può rientrare nel budget familiare per un acquisto intelligente e valido sotto il profilo dei costi e della qualità: dopo attente valutazioni è da anni esposte l’acqua delle fonti Vinadio nelle sue “due varianti”: Sant’anna il cui costo è molto più alto e l’altra Blues (distribuita da Eurospin).
Il punto rimane lo stoccaggio ed il trasporto dei bancali delle quali risentono le confezioni e delle singole unità la cui materia plastica è davvero molto sottile in particolare quando le temperature sono più alte.
Non nascondo un po’ d’invidia (benevola) nei confronti di chi ha la possibilità di approvigionarsi direttamente alle molte “” fonti salutari” presenti sul territorio italiano: l’acqua è davvero un bene speciale tuteliamo anche questo nostro “patrimonio”.
Anche io credevo molto nel risparmio di denaro e plastica a favore dell’acqua del rubinetto, ma… come la mettiamo con chi si trova in veneto, precisamente nella zona di rilevamento degli pfas?! Io mi sento giustificata ampiamente a comprarla in bottiglia. Aggiungiamo che nell’ultimo miglio i controlli delle tubature di una casa sono a carico del proprietario e che non molti credo se ne curano. Aggiungiamo anche che pur volendo acquistare un depuratore per l’acqua c’è molta confusione su quale meccanismo privilegiare in funzione del fatto che non purifichi eccessivamente l’acqua da sostanze utili a regolare l’organismo e che sia efficace nel filtrare sostanze tossiche come gli pfas.