Per la prima volta in Italia un produttore di acque in bottiglia, Levissima, propone tre versioni di acqua minerale naturale aromatizzata addizionata con potassio, magnesio e zinco. Si tratta di Levissima+ Pro-Power, con integrazione di potassio e al gusto di mora; Levissima+ Pro-Active, magnesio al gusto di mela verde e Levissima+ Anti-Oxidant, con zinco al gusto di ribes nero. Secondo quanto scritto sul sito dell’azienda il formato da 600 ml è stato scelto perché fornisce il 16% del fabbisogno giornaliero raccomandato. La denominazione merceologica è “bevanda analcolica addizionata di sali minerali”. “In Italia non c’è una carenza nella popolazione di questi tre elementi – spiega Stefania Ruggeri, ricercatrice del Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria (CREA) – e il fabbisogno giornaliero è coperto attraverso un’alimentazione corretta e varia. Le uniche carenze rilevate nella popolazione riguardano i folati, la vitamina D e il ferro.
In Italia l’acqua minerale rappresenta un prodotto molto venduto – continua Ruggeri – quindi c’è da aspettarsi una riposta del mercato a questa nuova bibita, pur non esistendo presupposti nutrizionali. Da un punto di vista del marketing l’idea dell’aroma è accattivante perché questo elemento aggiunge una valenza edonistica e di divertimento e può essere d’aiuto per idratarsi, bere di più. L’acqua con un sapore può vincere la resistenza a bere delle persone più pigre, fermo restando che quella di rubinetto rimane la migliore anche da un punto di vista di costi e di sostenibilità ambientale e la qualità è garantita. “ I tre elementi selezionati dall’azienda: zinco, potassio e magnesio – chiarisce Ruggeri – non sono stati scelti a caso, si tratta di minerali esaminati con attenzione in questi ultimi anni, perché coinvolti in molte importanti reazioni metaboliche”.
“Un’integrazione a basso dosaggio di potassio, magnesio o zinco, come quella offerta dal queste bevande, viene sicuramente assorbita in modo rapido. Gli stessi elementi, quando sono contenuti nella matrice complessa di un cibo, vengono rilasciati in modo più graduale e assorbiti dall’organismo più lentamente. Questo può rappresentare un vantaggio o uno svantaggio. In ogni caso – continua Ruggeri – il consumatore dovrebbe essere consapevole e bere quindi l’acqua arricchita in modo moderato per evitare eventuali sovraddosaggi, meno probabili per il potassio, ma possibili per il magnesio e soprattutto per lo zinco. Se viene accertata la carenza di un elemento, come potrebbe essere il caso dello zinco in persone che fanno uso eccessivo di alcol, anziane o vegetariane, forse è preferibile ricorrere a uno specialista che potrebbe suggerire l’uso di un integratoreo, con dosaggi adeguati alle esigenze del paziente ”.
“Si tratta di un’innovazione interessante – precisa Maria Daglia del Dipartimento di Scienze del Farmaco dell’Università di Pavia – che fornisce la possibilità di idratare l’organismo abbinando la modesta integrazione di tre elementi, la cui assunzione può avere effetti benefici su particolari fasce di popolazione come, per esempio, gli sportivi. L’altra parte della popolazione che potrebbe trarre beneficio riguarda le persone della terza e quarta età. Alcuni farmaci possono infatti favorire la perdita di magnesio o di potassio e creare carenze, poi ci sono i cambiamenti fisiologici che portano l’anziano a bere meno e possono favorire la disidratazione. Bevande aromatizzate con un sapore più gradito rispetto all’acqua potrebbero stimolare l’anziano a bere di più, e quindi svolgere un effetto positivo, purché consumate con moderazione. Il profilo di sicurezza di queste bevande sembra essere garantito dalle quantità modeste di elementi con cui l’acqua è addizionata. Il rischio di sovradosaggio per un effetto sommatorio con le dosi introdotte con il cibo dovrebbe essere scongiurato – spiega Daglia – a meno che venga fatto un consumo eccessivo o improprio contemporaneamente al normale consumo di alimenti e all’assunzione di integratori multiminerale, che, per definizione, sono una fonte concentrata di nutrienti.
“La novità riguarda soprattutto il magnesio e lo zinco – aggiunge Daglia – dato che il potassio è diffusamente presente in bibite per gli sportivi a vario marchio per il reintegro dopo l’attività fisica e la perdita che deriva dalla sudorazione. Mi sembra interessante proprio la possibilità di ricorrere a un’integrazione blanda, contrapposta all’assunzione di alte dosi di un elemento come è quella che avviene tramite i prodotti commercializzati come integratori alimentari”.
Il tempo dirà come risponde il mercato a un prodotto con caratteristiche nuove rispetto a quanto disponibile nel settore acqua minerale, bibite, drink per gli sportivi e integratori. La cosa certa è che in Italia non c’è la necessità di introdurre una nuova acqua arricchita di sali minerali venduta a caro prezzo, poco più di un euro per 600 ml. Siamo un paese dove si bevono oltre 12 miliardi di litri di acqua in bottiglia ogni anno, e questo ci colloca al secondo posto della classifica mondiale dopo il Messico. Tra le numerose etichette sul mercato si trovano già acque minerali ricche di sali anche se il rubinetto rimane la soluzione migliore per la stragrande maggioranza dei cittadini.
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