L’Agenzia per la sicurezza alimentare che doveva nascere a Foggia non si farà più. Lo ha detto il ministro della salute Ferruccio Fazio pochi giorni fa anche se la decisione era stata presa già a settembre, come era stato scritto sul Corriere della sera nove mesi fa. Qualcuno ha definito il progetto dell’Agenzia inutile dimostrando una visione del problema riduttiva.
Per capire cos’è e come si muove un’Agenzia, basta vedere le proposte nell’ultimo mese pubblicate sui siti internet delle agenzie francese e inglese, e confrontarle con le iniziative italiane. I francesi presentano un parere sulle linee guida relative alla nutrizione e una campagna per una sana alimentazione, un report sul miele e i neonati, e un dossier sulla distribuzione dell’acqua potabile.
Gli inglesi propongono una relazione sulle nuove etichette, un documento sui biberon contenenti bisfenolo, un rapporto sulle tossinfezioni alimentari, un elenco dettagliato e aggiornato sui cibi a rischio per le persone allergiche e un parere sulla pericolosità degli acidi grassi trans, oltre a un piano nazionale per la riduzione del sale. In Inghilterra il sito riporta sempre l’elenco completo e dettagliato dei prodotti alimentari ritirati dal mercato con le foto e i numeri di lotto.
Queste cose in Italia si fanno poco, male e non c’è nessuno che le coordina e le comunica alla gente, per questo serve un’agenzia. Per ridurre le spese basterebbe concentrare in un unico edificio le persone che all’Istituto nazionale per la sicurezza degli alimenti e la nutrizione si occupano di questi temi, farli lavorare con gli esperti dell’Istituto superiore di sanità, del Ministero della salute e dell’Arpa e collegarsi con gli Istituti zooprofilattici. Ecco cosa dovrebbe fare un’agenzia per la sicurezza alimentare che il ministero ha classificato come ente inutile.