In USA la Coca-Cola ha annunciato che sugli scaffali dei negozi del Vermont potrebbero essere “temporaneamente” assenti alcuni prodotti non di punta della compagnia, dopo che dal 1° luglio è entrata in vigore la legge statale che, per la prima volta negli Stati Uniti, obbliga i produttori alimentari a indicare in etichetta la presenza di ingredienti geneticamente modificati in quantità superiore allo 0,9% rispetto al peso. Inoltre, gli alimenti con Ogm non possono più definirsi “naturali”. A differenza del Connecticut e del Maine, il Vermont non ha subordinato l’entrata in vigore della legge al fatto che altri Stati vicini facessero altrettanto.
Il portavoce di Coca-Cola, Ben Sheidler, ha spiegato che, «per evitare troppe modifiche di etichettatura, alcune produzioni di volume inferiore che offriamo all’interno del nostro ampio portafoglio potrebbero essere temporaneamente non disponibili nel Vermont». Un anno fa, la Camera dei Rappresentati statunitense aveva approvato un provvedimento di divieto ai singoli Stati di emanare leggi sull’obbligo di etichettatura degli alimenti contenenti Ogm. Il Senato ha bloccato tale provvedimento e sta discutendo di un nuovo testo. Nel 2014, subito dopo l’approvazione della legge del Vermont, una coalizione di produttori e distributori alimentari aveva promosso un ricorso giudiziario, sinora senza esito, sostenendo che i singoli Stati Usa non hanno il diritto di legiferare in materia, in quanto l’unica autorità legittimata a stabilire se un ingrediente geneticamente modificato può essere dannoso per la salute e se debba essere indicato in etichetta sarebbe la Food and Drug Administration (FDA).
Lo scorso gennaio questo fronte si è rotto, grazie alla presa di posizione di Campbell, l’azienda produttrice di minestre in lattina, diventata famosa in tutto il mondo grazie all’arte di Andy Warhol. Campbell, pur ribadendo di ritenere gli Ogm sicuri, positivi per l’agricoltura e nutrizionalmente uguali agli ingredienti tradizionali, si è espressa a favore dell’obbligo dell’indicazione in etichetta della presenza di ingredienti geneticamente modificati nei prodotti alimentari, purché sia regolamentata a livello federale e sia uguale in tutti gli Stati. La società ha anche deciso di ritirare il proprio appoggio a tutti i gruppi che osteggiano questa proposta.
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