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Una lettrice ci scrive per sapere come capire quali sono i formaggi freschi che si possono consumare tranquillamente durante la gravidanza.
La lettera sui rischi in gravidanza
Sono incinta da circa 15 settimane e sono una persona molto attenta all’alimentazione. In questo periodo più che mai. Avrei bisogno del vostro aiuto per capire se i latticini da supermercato (sfusi al banco o confezionati in vaschetta) sono preparati con latte pastorizzato. Ad esempio, sulle mozzarelle confezionate molto spesso c’è scritto solo “latte, sale, caglio”. Raramente trovo scritto “latte pastorizzato, sale, caglio”. E così anche per formaggi come stracchino, scamorza e ricotta. Quando non è specificato il tipo do latte vuol dire che si tratta di latte pastorizzato oppure si tratta di latte crudo? In ogni caso, c’è il rischio di contrarre la listeriosi?
![mozzarelle di bufala formaggi 148036412](https://ilfattoalimentare.it/wp-content/uploads/2013/11/mozzarella-formaggi-148036412.jpg)
Risponde Antonello Paparella, microbiologo alimentare Università degli Studi di Teramo.
La presenza di Listeria monocytogenes nei prodotti lattiero-caseari può essere dovuta a diversi fattori: 1. contaminazione della materia prima quando ad esempio si preparano formaggi utilizzando latte crudo; 2. non corretta pastorizzazione; 3. ricontaminazione del latte durante il processo produttivo. Diversamente da quanto spesso comunicato ai consumatori (per esempio nella campagna informativa portata avanti dal Ministero dell’Agricoltura statunitense), i formaggi da evitare o limitare durante la gravidanza non sono necessariamente quelli a latte crudo. Esistono formaggi a latte crudo ma a pasta dura come il Parmigiano-Reggiano, dove il processo di stagionatura crea condizioni sfavorevoli allo sviluppo della Listeria.
In linea generale, i formaggi a pasta semidura e dura come il Grana padano, il Parmigiano-Reggiano, il Pecorino romano e quello toscano, non rappresentano un substrato favorevole per la Listeria monocytogenes, indipendentemente dal fatto che la materia prima utilizzata sia latte crudo, termizzato o pastorizzato.
![formaggio grana iStock_000011603474_Small](https://ilfattoalimentare.it/wp-content/uploads/2014/07/formaggio-grana-iStock_000011603474_Small.jpg)
In generale la maggior parte dei casi di listeriosi di origine lattiero-casearia sono riconducibili a formaggi molli (per esempio Feta, Brie, Camembert…) o erborinati (per esempio Roquefort e Gorgonzola). L’informazione secondo cui i formaggi molli ottenuti con latte pastorizzato siano relativamente meno a rischio rispetto a quelli preparati con latte crudo è solo parzialmente vera. Il Gorgonzola ottenuto da latte pastorizzato è stato più volte oggetto di allerta europea per Listeria monocytogenes. Ciò è dovuto al fatto che nei formaggi erborinati ma anche in quelli a pasta filata come la mozzarella, la contaminazione ambientale può giocare un ruolo determinante.
I consigli per evitare la listeriosi in gravidanza
In sintesi, per limitare il rischio di listeriosi, è possibile dare i seguenti consigli alle donne in gravidanza:
- leggere con molta attenzione l’etichetta dei prodotti alimentari, considerando però che il trattamento termico applicato sul latte è facoltativo e quindi può non essere riportato sulla confezione;
- evitare i formaggi molli e quelli erborinati;
- evitare il consumo di latte crudo e di formaggi a latte crudo, a meno che non siano a pasta semidura o dura;
- in genere, i formaggi a pasta semidura e soprattutto quelli a pasta dura sono sicuri;
- per gli altri prodotti alimentari, evitare il consumo di pesci affumicati affettati (es. salmone affumicato), salumi affettati confezionati, carpaccio di carne e/o pesce, würstel crudi, crema di ceci confezionata (hummus), pesto confezionato (a meno che non venga aggiunto alla pasta e poi travasato in padella per una cottura vivace a fuoco medio-alto), melone affettato di quarta gamma (fette confezionate, vendute nel banco refrigerato);
- in caso di dubbio, non consumare l’alimento.
Gli stessi consigli valgono per i consumatori maggiormente esposti a rischio listeriosi, in particolare soggetti oltre i 65 anni, immunocompromessi e bambini in età prescolare.
Antonello Paparella (microbiologo alimentare Università degli Studi di Teramo)
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Un chiarimento: si parla di melone di IV gamma.
Ma il problema è sul melone in generale, non solo quello di quarta gamma nel senso che non è certo una prassi comune lavare il melone all’esterno prima di affettarlo quando lo si acquista intero.
Lo stesso per le angurie…
Anche per l’ananas immagino ci sia lo stesso problema e più in generale per tutti quei frutti che non si consumano con la buccia ma che vengono tagliati al momento senza essere prima lavati…
Grazie
E le uova crude?
E i gelati artigianali contenenti uova crude?
Se le uova sono crude lascia perdere
Comunque basta che ti accerti con la gelateria che utilizzano uova pastorizzate
È la prima volta che leggo un approccio così cautelativo nei confronti dei formaggi a pasta molle. Forse perché comunque stiamo parlando di un evento probabilistico davvero remoto?
Io comunque a titolo precauzionale ho deciso di aggiornare il mio articolo sull’alimentazione in Gravidanza:
http://www.mangioconsapevolmente.it/cosa-mangiare-in-gravidanza