Il dibattito sulle figure professionali che possono stabilire piani nutrizionali o diete per motivi di salute o per altre ragioni non collegate a patologie, prosegue con un altro contributo. Dopo l’intervista ad Antonio Caretto, presidente dell’Associazione Italiana di Dietetica e Nutrizione Clinica (ADI), abbiamo chiesto un parere a Pierluigi Pecoraro, biologo nutrizionista e consigliere dell’Ordine nazionale dei biologi. Ecco il suo punto.
Chi può fregiarsi del titolo di nutrizionista?
Il termine nutrizionista non è definito da una legge in senso stretto, ma il Ministero della salute, nel parere del Consiglio Superiore di Sanità, lo definisce come lo specialista in alimentazione umana di diversa estrazione professionale medica e/o non medica. Così come lo stesso Ministero della salute, con apposita circolare del 6 agosto 2012, della Direzione generale delle professioni sanitarie e delle risorse umane del Servizio sanitario nazionale, afferma che la qualifica di nutrizionista, afferisce esclusivamente alle professioni sanitarie individuate e riconosciute nel Sistema sanitario nazionale, tra cui il biologo, il medico, il dietista e il farmacista, fermo restando le diverse competenze. Inoltre anche da un punto di vista fiscale, l’Agenzia delle entrate, con la circolare del 21 maggio 2014, riconosce la natura sanitaria della prestazione effettuata dal biologo nutrizionista, dedicando un paragrafo specifico “detraibilità spese per biologo nutrizionista” affermando che in considerazione dei chiarimenti forniti dal Ministero della salute, si ritiene che le spese sostenute per visite nutrizionali, con conseguente rilascio di diete alimentari personalizzate, eseguite da biologi, siano detraibili ai sensi dell’art. 15, comma 1, lett. c), del TUIR.
Le prestazioni del biologo nutrizionista sono sancite dalla legge?
Una dieta, a prescindere dalle motivazioni che la richiedono, per le quali possono intervenire diverse professionalità, con esclusività per il medico di fare diagnosi e terapia, può essere determinata solo previa valutazione dei bisogni energetici e nutritivi, e in specifici casi anche della condizione patologica. La valutazione dei bisogni energetici e nutritivi dell’uomo forma proprio l’oggetto della professione del biologo come per legge all’art. 3 della Legge 396/67. Resta fermo che “il biologo può autonomamente elaborare profili nutrizionali al fine di proporre alla persona che ne fa richiesta un miglioramento del proprio benessere, quale orientamento nutrizionale, finalizzato al miglioramento dello stato di salute. In tale ambito può suggerire o consigliare integratori alimentari, stabilendone o indicandone anche la modalità di assunzione, ed è corretto ritenere che il biologo possa elaborare e determinare diete nei confronti sia di soggetti sani, sia di soggetti cui è stata diagnosticata una patologia, solo previo accertamento delle condizioni fisio-patologiche effettuate dal medico chirurgo”.
Qual è la situazione nell’ambito della formazione?
Sulla formazione base e post laurea, nell’anno 2012 la SINU (Società Italiana di Nutrizione Umana) ha pubblicato un documento che fotografava la situazione attuale negli atenei italiani, dove nelle varie classi di laurea o laurea magistrale sono previsti crediti formativi in nutrizione umana, richiamando l’attenzione sulla reale necessità di un maggiore incisività di insegnamenti in quei settori scientifico disciplinari propri della nutrizione umana nei vari ambiti. Non credo che in soli 3 anni qualcosa possa già essere cambiato, ma sicuramente il documento è stato un forte stimolo per farlo. Nelle nostre università sono attivi alcuni corsi di laurea magistrali (5 anni) in biologia, che prevedono un curriculum di studio in nutrizione umana. Poi ci sono le scuole di specializzazione accessibili ai non medici e siamo in attesa della pubblicazione del Decreto ministeriale che doveva avvenire già alcuni mesi fa, per il quale stiamo sollecitando continuamente i ministeri competenti. Pertanto non è corretto dire che dal 2014 non è più consentito l’accesso alla Scuola di specializzazione in scienza dell’alimentazione ai non medici, ma che come tutte le riforme, anche questa ha i suoi tempi, a nostro parere troppo lunghi.
Cosa fa l’Ordine dei biologi?
L’ordine da sempre invita i colleghi ad acquisire conoscenze e competenze post laurea, indispensabili per esercitare la libera professione, organizzando spesso in collaborazione con le università formazione post laurea anche ECM. Il modello lavorativo a cui ispirarsi, e che raccomandiamo fortemente, è quello di tipo “mediterraneo”, che non è solo dieta mediterranea, ma un vero e proprio stile di vita basato sulla evidenza scientifica, con pubblicazioni di valenza internazionale che confermano il ruolo preventivo per numerose patologie cardiovascolari, metaboliche, degenerative.
Avete una posizione sui “finti nutrizionisti”?
Ci sono alcune pseudo professioni che tentano di affiancarsi alle professioni regolamentate. In questi casi, non è corretto parlare di concorrenza, ma di vero abuso. Tant’è che recentemente un “naturopata” è stato condannato per abuso della professione di biologo e di medico perché nel suo studio elaborava diete ed eseguiva test sulle intolleranze alimentari. Così come spesso si è di fronte a personale di centri sportivi o centri estetici che senza nessuna qualifica idonea, raccomandano diete e integratori o altre “bombe di varia natura” che promettono miracoli. Come ha dichiarato più volte Ermanno Calcatelli, presidente dell’Ordine dei biologi: “è mio dovere tutelare la nostra professione e lo faremo con tutte le forze, l’abusivismo, da parte di sedicenti nutrizionisti, non è più tollerabile, anche perché chi rischia di più è il cittadino, che ignaro dei pericoli che possono celarsi dietro una dieta o un consiglio sbagliato mettono a repentaglio la propria salute”.
Molto curiosamente in Italia le cose sono alla rovescia. In paesi come UK, USA, Australia le uniche figure che possono prescrivere piani nutrizionali (“diete”) individui sani e con patologie sono i dietisti. Ai nutrizionisti sono maggiormente lasciate la parte sulla salute pubblica e ricerca. Negli ospedali e in strutture come le case per anziani, il dietista è il tipo di figura professionale generalmente richiesta. Sempre nei paesi citati, anche nella pratica privata i dietisti (dato che hanno un titolo protetto) sono gli unici professionisti a poter esercitare.
Non ho nulla contro i colleghi biologi nutrizionisti, ma mi dica Signor Pecoraro,che tipo di corso di studi consiglierebbe ad un giovane appassionato di nutrizione? E se la figura di biologo nutrizionista fa in Italia quello che i dietisti fanno all’estero, quel’è il motivo per la quale esistono i corsi universitari i Dietistica?
I dietisti facciano i dietisti, i biologo e dietista giuridicamente parlando, ma anche professionalmente e culturalmente sono su piani diversi. Lei é dietista e faccia quello non confonda dietisti con i biologi che sono professionisti della scienza della vita e quindi della nutrizione da sempre, non tecnici come lei che devono aspettare la prescrizione di un medico per fare una semplice dieta. I biologi come i medici hanno un ordine e non c’é nulla di simile al dietista, ma per piacere. Rintuzzi e faccia il dietista che a fare il biologo e su come farlo abbiamo un ordine che rispetta leggi, normative riflesso della preparazione, cultura e competenza alta del biologo.
Da come parla caro Alessandro si intuisce come abbia paura della concorrenza… Da grande esperto con infinita cultura in nutrizione mi puó gentilmente indicare i suoi titoli accademici in ambito nutrizionale? Comunque resta il fatto che solo nella repubblica delle banane (Italia) lei può svolgere una professione immaginaria e stranamente presente solo in Italia( biologo “nutrizionista”) in nessun altro paese del mondo non potrebbe mai esercitare….. Comunque credo lei abbia sbagliato corso di laurea… Forse voleva fare il medico da grande ? Be è sempre in tempo! Le facoltà di medicina sono ancora aperte .
Concordo pienamente. Quello che i biologi nutrizionisti non capiscono, o non vogliono capire, è che il modificare il metabolismo e il curare patologie anche se con il cibo, sono attività esclusivamente di competenza medica.
Se tutti i medici, pediatri compresi ed i dietisti che lavorano con loro e per loro fossero stati competenti in materia di nutrizione avremmo le attuali percentuali di obesità sia degli adulti che dei bambini?
Dovremmo essere di più noi Biologi Nutrizionisti perchè il nostro percorso di studi può darci tutte le competenze necessarie per svolgere la nostra professione. Io la svolgo da trent’anni, nonostante le guerre fatte contro di me da alcuni medici. Per fortuna non sono tutti uguali perchè devo ringraziare chi ha riposto fiducia nella nostra figura professionale, offrendo gradita e necessaria collaborazione.
E che i dietisti, con un diploma che chiamano laurea, la smettano di qualificarsi come specialisti in nutrizione umana, gli specialisti sono quelli che conseguono un titolo post laurea che dura più del loro corso di studi.
Come si può pretendere di elaborare una dieta sia per un individuo sano che per malattia dopo solo tre anni di studi?
Cari Biologi Paola e Alessandro, vi racconto una simpatica storiella per illustrarvi come vanno le cose fuori dall’Italia. Una mia cara amica, canadese per parte di madre, laureata in Medicina all’Università di Genova e specializzata in Scienza della Alimentazione a Torino, ha pensato di tornare a lavorare in Canada, dove le autorità sanitarie Canadesi non hanno riconosciuto la sua specialità in quanto in Canada l’unica figura professionale autorizzata a occuparsi di dietetica e nutrizione è il dietista iscritto alla Associazione di categoria. Allora lei ha pensato, forte della sua perfetta conoscenza della lingua inglese, di farsi riconoscere il titolo negli Stati Uniti che hanno specifici accordi legislativi sanitari con il Canada. Peccato che anche negli Stati Uniti le abbiano risposto la stessa cosa e quindi a questa “poverina” non è restato altro che farsi riconoscere alcuni esami di medicina e iscriversi all’Università di Montreal al corso di laurea in Dietistica, farsi altri due anni di specialità dopo la laurea, un anno di tirocinio e poi l’esame per diventare Registred Dietitian e adesso lavora come dietista in ospedale in Canada oltre a fare attività privata, tra parentesi pagata quasi come un medico, in quanto in Canada e negli USA i dietisti sono molto ben pagati. Voi forse mi direte che il Canada e gli Stati Uniti sono paesi sottosviluppati rispetto all’Italia e che non conoscono i pregi del nostro sistema Universitario e magari avete anche ragione. Io semplicemente penso che ci sia posto per tutte le figure professionali che fanno bene il loro mestiere con coscienza e umiltà, e che insultarci reciprocamente non sia di grande utilità per nessuno.
Caro Maurizio Fadda, la penso esattamente allo stesso modo. Se ognuno pensasse alla propria formazione e a migliorarsi, invece che criticare, certamente le energie verrebbero spese in modo più proficuo. Penso anche io che ci sia spazio per tutte le figure professionali che sanno fare e dedicano impegno e tempo al proprio lavoro. In ogni caso il dietista in Italia NON è l’equivalente un Registered Dietitians in uk (o di un registered Dietitians nutritionist un US) in quanto è necessaria come minimo l’equivalente di una magistrale (non una triennale) svolta nell’ambito della nutrizione o dietetica e solide basi in biochemistry e biology. A me non interessa assolutamente screditare la categoria dei dietisti, perché è un percorso mirato e comunque ha il suo perché, però bisogna finirla di fornire informazioni errate (non mi riferisco all’esperienza riportata). Comunque è esattamente quello che ci vorrebbe: permettere di esercitare la professione solo a chi si forma, a livello accademico, specificatamente nell’ambito della nutrizione (con superamento di relativo esame MIRATO) come avviene, senza bisogno di andare troppo lontano, negli uk. Ma questo, in un paese antiquato come l’Italia, è utopia. Senza contare il fatto che comporterebbe lo svincolarsi una volta per tutte dagli ordini professionali
Di fatto la figura del biologo non esiste in ospedale tranne che nei laboratori. Ad occuparsi di nutrizione le uniche figure ammesse in ambito ospedaliero, e quindi presenti in pianta organica, sono i medici e i dietisti. Infatti non esistono concorsi per biologi nutrizionisti. Quello che succede nel privato è altra cosa.
Purtroppo constato amaramente che come sempre prevalgono le battaglie professionali fini a se stesse, caratteristiche del nostro paese (con la p minuscola) – piuttosto che l’interesse verso la salute pubblica. Bisognerebbe parlare di team multiprofessionali sia per l’informazione, la sensibilizzazione, l’educazione/promozione, che la prevenzione nonchè la cura, in tema di e attraverso l’alimentazione.
Anche perchè titolatissimi che si sia per determinare effettivi cambiamenti nello stile alimentare delle persone occorre tener conto di numerosi aspetti psico-comportamentali, sociali, economici etc suggerisco questa lettura http://samples.jbpub.com/9780763775087/75087_ch02_Contento.pdf
pur comprendendo la necessità di chiarezza e riconoscimento di ogni professionalità mi sforzo di comprendere perchè davvero ci si arrocchi in queste battaglie più che cercare una vera ed efficace integrazione che tenga conto della salute dell’uomo e dell’ambiente, strettamente correlate più che mai in materia di cibo!
Forse questa diatriba mette in luce la necessità di rivedere e integrare i percorsi formativi fin dal loro nascere…azzardo
sono un medico specialista in igiene e medicina preventiva frustrata dall’inerzia delle istituzioni in questo senso e dalla chiusura/burn out dei professionisti sanitari che ne fanno parte
Sono Dietista (triennale) e Nutrizionista (scienza della nutrizione umana, laurea magistrale) e vi garantisco che se so qualcosa su come prescrivere una dieta è grazie alla triennale.
Sinceramente mi basta vedere come sono elaborate i menù delle mense scolastiche per capire tante cose….
Forse quando ho iniziato non ero brava come una dietista a fare le diete grammate, ma se per dieta si intende solo pesare gli alimenti, si capisce da sola la differenza tra Biologo Nutrizionista e Dietista.
Poi la differenza si vede sul campo.
Notare che solo sulla pagina del Dott. Pecoraro c’è tutta questa polemica sebbene abbia tenuto un’intervista dai toni pacati senza confronti o paragoni (cosa che non si può dire di altri)…
I commenti si fanno da soli…