AGGIORNAMENTO ore 20:00 del 15 dicembre 2015
Il Ministero della giustizia e delle politiche agricole a tarda sera hanno diffuso un comunicato stampa in cui precisa che, contrariamente a quanto scritto sino ad ora non sono previste depenalizzazione per la legge che tutela le diciture e le immagini sulle etichette dell’olio extravergine.
Contro il decreto legislativo in discussione in Parlamento che cerca di sostituire le pene contro la contraffazione dell’olio extravergine con sanzioni amministrative (che abbiamo trattato in questo articolo), hanno preso posizione Slow Food, Unaprol, Teatronaturale.it e lo stesso Giancarlo Caselli presidente dell’Osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura.
Slow Food chiede di non depenalizzare i reati connessi alla falsa etichettatura degli extravergini. In un momento in cui la filiera dell’olio extravergine si dimostra tra le più sensibili e appetibili per le frodi alimentari, riteniamo sia un grave errore allentare la morsa depenalizzando i reati connessi alla falsa etichettatura degli oli extravergini. La sola sanzione amministrativa per le truffe connesse rischia di diventare una sorta di tassa con cui i soggetti intenzionati a delinquere si affrancano da questo grave reato”.
David Granieri presidente di Unaprol in una nota ricorda che “dall’entrata in vigore della legge salva-olio i controlli nel settore funzionano meglio perché vengono individuate e colpite condotte definite criminali per le quali si può procedere con quattro articoli del codice penale; ora però, emerge il tentativo di depenalizzare riparando l’illecito con la logica del pagamento di una sanzione”.
Giancarlo Caselli in un’intervista pubblicata dal mensile Test precisa che i più gravi reati alimentari, in special modo quelli legati al settore dell’olio, vengono scoperti grazie alle indagini penali e ricorda che “lo schema di decreto legislativo, che prevede disposizioni sanzionatorie in caso di violazioni del regolamento Ue 29/2012 sulla commercializzazione degli oli di oliva, sottoposto a parere parlamentare dal governo prevede solo sanzioni amministrative. A prescindere dal fatto che è in contraddizione con il progetto di riforma dei reati penali agroalimentari elaborato dalla Commissione Orlando da me presieduta, è sicuramente una linea di difesa più debole degli interessi dei consumatori e del made in Italy “.
A queste prese di posizione si aggiunge quella di Teatro Naturale che per primo ha lanciato l’allerta in rete. La nota denuncia il colpo di spugna sugli scandali dell’olio di oliva e si ricorda che se passa il provvedimento in discussione in Parlamento la contraffazione dell’olio Made in Italy in etichetta non sarà più reato.
giornalista redazione Il Fatto Alimentare
Come nutrizionista ma soprattutto come cittadina italiana sono sempre più disgustata da tutti questi tentativi di mandare la nostra povera Italia al macero! A leggere cinque o sei articoli di seguito, da queste mewsletter, mi prende uno sconforto infinito.
Nello specifico dell’olio d’oliva, meravigliosa realtà nostrana, è possibile ottenere qualcosa lanciando una petizione?
Anna
Il disgusto maggiore è causato dal fatto che sono proprio i politici italiani che, per riempirsi le tasche, mandano l’Italia al macero.
! ! !
Grazie a il fattoalimentare che ci fa sapere certe notizie davvero sconfortanti…un governo che ha cuore evidentemente gli interessi dei grandi gruppi alimentari e se ne frega dei produttori onesti e corretti…veramente senza parole
Da sempre la classe politica italiana ignorante e corrotta ,si è adoperata per la distruzione dei nostri prodotti agroalimentari,avevamo prodotti di eccellenza in tutti i settori agricoli,piano piano hanno distrutto tutto mettendo in ginocchio una delle nostre risorse più importanti,cancellando centinaia di migliaia di posti di lavoro .Una vergogna che ancora continua.
A questo punto……..l’unica cosa che possiamo fare “noi piccoli cittadini” è diffondere sempre più la notizia ………se si crea un “nocciolo duro importante” (vedi olio di palma) ….a qualche politico inizierà a riempirsi di meno la tasca…….soprattutto nel timore di non essere più rieletto……e forse forse …..qualcuno ci ripensa ………
la cosa più grave non è la cosiddetta depenalizzazione o l’entità (ridicola) della sanzione amministrativa, piuttosto il fatto che se un’azienda commette il reato e viene sanzionata (secondo quanto previsto dal decreto legislativo), a quella stessa azienda non si può applicare il codice penale.
Secondo me non solo non si deve depenalizzare passando da penale a sanzione amministrativa (che talvolta è già messa in conto nel bilancio “costi/benefici economici), ma il VERO deterrente dovrebbe essere la sospensione dell’attività produttiva per 1 anno una volta accertato il dolo. I produttori frodatori disonesti si guarderebbero bene dal praticare attività truffaldine nei confronti dei consumatori. Se la politica di qualsiasi colore vuol veramente mostrare di voler voltare pagina, batta un colpo in questo senso!
Condivido. Un periodo di chiusura (dall’anno in su) sarebbe sicuramente più efficace della (quasi) inutile sanzione amministrativa. Per tutti i produttori fraudolenti, non solo per quelli di olio!!