A maggio Bonduelle ha presentato una nuova linea di prodotti per il mercato del fresco: si chiama “In Pausa”, e comprende – come già il nome lascia intendere – alimenti destinati al consumo fuori casa. Accomunate da questo nome troviamo sia le classiche insalate Agita e Gusta (già note) sia la novità delle Cereallegre, quattro prodotti a base di cereali, da consumare freddi direttamente nella vaschetta. Per dare il massimo del servizio, la base della confezione ha un piccolo vano con un tovagliolo e una forchetta.
Le varietà di Cereallegre sono quattro: Mix Cereali e Verdure (analizzata in tabella), Cous cous con pollo e verdure, Insalata di orzo con tonno, Cous cous delizioso. Il prezzo di lancio, indicato da Bonduelle e fermo fino a fine luglio a 2,99 € (un listino molto interessante considerando il piatto pronto). Le indicazione in etichetta sono molto chiare: viene spiegato come aprire prima il fondo per estrarre posate e tovagliolo e poi la pellicola superiore per non rovesciare il contenuto. Anche la campagna affissioni punta alla funzione d’uso; sui manifesti la vaschetta “In Pausa” diventa una borsa o uno zaino e il claim esplicita: “Pranza dove vuoi”.
Sulla pellicola del contenitore vengono riportate le indicazioni di smaltimento: sia la vaschetta sia la pellicola sono adatte alla raccolta differenziata, trattandosi di plastica. Buona anche la descrizione delle caratteristiche nutrizionali : tutti gli elementi sono piuttosto equilibrati a eccezione dell’apporto di sale che rappresenta il 22% della quantità raccomandata contro il 12% delle calorie. Bonduelle presenta il prodotto anche sul sito web. A tal proposito occorre segnalare che l’elenco degli ingredienti riportato nel sito è più corto e semplice rispetto a quello presente in etichetta. Se in rete si trova come ingrediente solo la scritta “pomodorini”, sull’etichetta comprare la dicitura completa “pomodorini: pomodorini ciliegia, sciroppo di glucosio, sale. Il web è una vetrina virtuale ma sarebbe opportuno garantire la corrispondenza con la realtà.
Aggiornamento
Il giorno dopo la pubblicazione di questo articolo, Bonduelle Italia ha modificato le informazioni sull’elenco degli ingredienti presente sul sito uniformandole a quelle riportate sulla confezione dei prodotti in vendita.
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analisi di mercato
Potreste fare un articolo su questo onnipresente sciroppo di glucosio che adesso è pure nelle insalate?
Si tratta di un sostituto a basso costo dello zucchero e forse è pure più dannoso perchè affatica il fegato ed infatti è sconsigliato a chi soffre di steatosi. Naturalmente non è lo sciroppo in un alimento a fare danni, il problema è quando questa sostanza si diffonde in tutto il cibo industriale: diventa difficile regolarne l’assunzione.
Inoltre ci sono forti probabilità che sia di origine OGM: sicuramente i 3 enzimi che processano l’amido di mais per scinderlo in fruttosio e glucosio sono modificati in laboratorio e nulla si sa del tipo di mais utilizzato.
“Promossi per prezzo di lancio”… prego???? metà orzo e farro lessati, e metà (anzi meno) zucchine, carote peperoni e pochi pomodorini zuccherati per dare l’illusione che siano dolci di loro: il tutto a QUINDICI euro al chilo… in nome di quale entusiasmo avete “promosso” (sic!) questo “prezzo di lancio” (ri-sic!) e che come tale sarà suscettibile di aumenti? OK il packaging e la comodità del cibo pronto, ma alla fine sono cereali bolliti uniti a un po’ di ortaggi crudi che costano max 2 euro al chilo al banco verdura. Giusto prezzo di vendita sarebbe massimo la metà, 7-8 euro il chilo, e forse esagero.
Da assolutamente terzo rispetto a Bonduelle e da probabile non consumatore del prodotto: è improprio ragionare sul solo costo della materia prima: si tratta di un prodotto trasformato e a elevato contenuto di servizio, sarebbe come contestare a un produttore di Prosciutto crudo il prezzo al’ingrosso sopra gli 11 EUR/kg quando la quotazione del maiale è intorno a 1.15 EUR/kg.
Le pere da industria vengono liquidate sotto i 20 cent/kg, solo procedimenti spinti arrivano a una resa in purea del 90%; ne consegue che una bottiglia di nettare di pera da 750 ml, in cui la purea rappresenti il 50% degli ingredienti ha un costo “di pera” di circa 8 centesimi: rischia di costare di più l’etichetta, per certo costano di più bottiglia e capsula, per non parlare della logistica.
Qui non si stanno acqusitando alcune decine di grammi di cereali e di ortaggi, ma un servizio che offre un una vaschetta (ahimè, di plastica) i cui stampi sono stati realizzati ad hoc, in cui è contenuto un prodotto la cui ricetta qualcuno ha studiato, prodotti cerniti, preparati, cotti con impianti da realizzare e ammortizzare, mixati e imballati, con tanto di posata, salvietta e campagna pubblicitaria per informare della disponibiltà del kit.
Non intendo benedire il prodotto, solo sottolineare che l’ingredientistica rappresenta solo una quota, spesso davvero poco rilevante, nel processo che porta un alimento sulle tavole dei consumatori.
Gentile Pintor, grazie per la risposta articolata che però non trovo convincente. Un esempio: i minestroni surgelati, da cuocere, contengono una dozzina o più tipi di ortaggi e verdure puliti, lavati, cubettati e “pre” scottati separatamente affinchè una volta insieme possano cuocere tutti nel medesimo tempo indicato in busta (penso ad esempio alle differenze tra fagioli/patate e pomodori). Infine vengono surgelati, imbustati e ovviamente distribuiti rispettando la catena del freddo: ebbene, il prezzo finale di questi minestroni credo non superi mai i 5 euro al chilo, e forse esagero. Pertanto rinnovo il mio interrogativo: mi chiedo come sia giustificabile e ragionevole per il prodotto analizzato nell’articolo (metà orzo e farro lessati, uniti a metà carote, zucchine, peperoni e pomodori tutti crudi) un prezzo finale di QUINDICI EURO al chilo. Misteri della fede, o meglio del marketing che infiocchetta e fa strapagare quel che vende: cioè sempre la solita roba.
Ahimè, a confezionare a colpi di 200 grammi servono 5 vassoietti termoformati (le abbuono le cinque forchettine in plastica e le cinque salviettine) per i quali va realizzato un apposito stampo in inox dal costo di alcune migliiaia di EUR, una macchina che riempia le cinque vaschette con il peso predeterminato di prodotti opportunamete miscelati, cinque film superiori stampati probabilmente in flessografia con non meno di quattro clichè, cinque operazioni di termosaldatura, seguita o anticipata da stampaggio della codifica del lotto e della data di scadenza.
Come ho detto, molto probabimente il prodotto non entrerà mai nella mia dispensa, nulla ho a che fare con Bonduelle, non intendo portare elementi a giustificazione delle sue politiche di prezzo.
Intendevo solo far presente che tener conto dei soli costi dell’ingredientistica, in un prodotto elaborato e ad altro contenuto di servizio, può condurre a valutazioni imprecise.
Questo “In pausa” mi sembra interessante dal punto di vista commerciale; se il consumatore (la consumatrice: il target si palesa femminile) riterrà che non gli INGREDIENTI, ma il SERVIZIO che viene proposto vale i 3 EUR, perchè risparmia la fatica di cuocere due cereali integrali, mondare e affettare le verdure (poi c’è la versione con tonno o pollo – da cuocere), rosolare la cipolla condire, mescolare e mettere in un recipiente ermetico, il prodotto avrà successo, altrimenti sarà un flop.
Faccio un commento non in veste di tecnologo alimentare,, ma di consumatrice. Costretta a riposo assoluto da una lenta convalescenza, sto consumando grandi quantità di questo prodotto, nonostante abitualmente non consumi piatti pronti.
Il profilo nutrizionale è buono, il gusto è ottimo e non pare artificiale, la varietà non male. Non si può dire che 3€ per un pasto veramente pronto all’uso e completo siano molti, considerate le alternative! E rispetto alla preparazione domestica è difficile fare confronti, è un altro target, il prodotto ha ottima shelf life, si può tenere in frigo finché non serve, è già condito, confezionato, e si mangia nel contenitore!