Semaforo nutrizionale, l’industria alimentare contro il ministro della salute francese. I rappresentanti non si sentono considerati e giudicano semplicistica la proposta
Semaforo nutrizionale, l’industria alimentare contro il ministro della salute francese. I rappresentanti non si sentono considerati e giudicano semplicistica la proposta
Beniamino Bonardi 2 Aprile 2015Il parlamento francese ha iniziato a discutere il progetto di legge del governo sulla sanità, che all’art. 5 prevede “per facilitare l’informazione dei consumatori e per aiutarli a scegliere consapevolmente”, di affiancare alle informazioni nutrizionali obbligatorie, una rappresentazione con simboli o grafici.
Pochi giorni prima dell’inizio del dibattito parlamentare, il ministro della salute, Marisol Touraine, ha convocato una riunione tra i portatori d’interesse – distributori, industriali, associazioni dei consumatori e mondo scientifico – per raggiungere l’intesa su un modello unico e condiviso. La soluzione prospettata dal ministro è simile a quella del semaforo nutrizionale adottata dalla Gran Bretagna. Anziché tre colori, la Francia intende utilizzarne cinque (verde, giallo, arancione, fucsia e rosso), per indicare in modo facilmente riconoscibile il contenuto di calorie, zuccheri, grassi saturi e sale per 100 grammi di prodotto.
Questa proposta è stata avanzata nel gennaio 2014 da Serge Hercberg, presidente del Programma nazionale sulla nutrizione e la salute del governo di Parigi.
Il progetto e le modalità con cui è stata proposto hanno suscitato l’ira dell’industria alimentare, riunita nell’Ania (Association nationale des industries alimentaires), che lo giudica “semplicistica e discriminatoria”. L’associazione ha bollato il tavolo di concertazione convocato all’ultimo minuto dal ministro, dopo due anni di silenzio, come un “simulacro di dialogo”, al punto che il comunicato del ministro è stato diffuso quando la riunione era ancora in corso, cosa che l’Ania ha giudicato una “provocazione”, che si aggiunge alla “mancanza totale di considerazione” del settore industriale manifestata dal ministro.
Secondo il fronte industriale, l’equilibrio alimentare di una persona non può essere ridotto a un colore su un prodotto, che denota un approccio medicalizzato alla nostra alimentazione, ignorando che fattori determinanti di una dieta equilibrata sono le dimensioni delle porzioni e l’accostamento dei cibi.
Il sistema grafico dei colori ha già suscitato la contestazione non solo dell’industria alimentare, ma anche dei governi di molti Paesi, Italia in testa, quando è stato adottato dalla Gran Bretagna, perché giudicato grossolano e penalizzante dei prodotti tipici di alcune aree, come quella mediterranea. Lo scorso ottobre, la Commissione europea ha avviato una procedura d’infrazione contro la Gran Bretagna, perché il semaforo nutrizionale fornirebbe informazioni approssimative e fuorvianti.
Le etichette a semaforo adottate in Francia, chiamate Nutri-Score, sono il miglior sistema per aiutare il consumatore a capire le caratteristiche nutrizionali di un prodotto. Lo schema è molto semplice: il rosso indica un alimento da assumere con moderazione, il verde un cibo sano mentre il giallo invita a consumare il prodotto senza esagerare, per mantenere una dieta equilibrata. Le etichette sono state accolte con entusiasmo dall’OMS e dalle associazioni dei consumatori. In questo dossier di 19 pagine spieghiamo come funziona il Nutri-Score e perché nutrizionisti e società scientifiche che si occupano di alimentazione non possono che essere favorevoli all’adozione anche in Italia.
I lettori interessati a ricevere l’ebook, possono fare una donazione libera e ricevere in omaggio il libro in formato pdf “Etichette a semaforo”, scrivendo in redazione all’indirizzo ilfattoalimentare@ilfattoalimentare.it
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