“Ci sono poche probabilità che il virus dell’Ebola arrivi in Europa attraverso la carne di animali selvatici importata illegalmente dall’Africa Occidentale e Centrale”. È questo il parere dell’Autorità per la sicurezza alimentare che ha così risposto agli interrogativi avanzati nei giorni scorsi da alcuni paesi. Il problema è stato posto perché il virus dell’Ebola è presente nelle carni di animali selvatici come pipistrelli della frutta, gorilla, scimpanzé e cefàlofi L’importazione nell’UE di questi animali non è consentita anche se i posti di frontiera hanno più volte registrato negli anni passati importazione illecite. “Ad oggi – dice l’Efsa – non sono stati segnalati casi di infezione da Ebola associati alla manipolazione, preparazione e consumo di carne di animali selvatici importata illegalmente”.
Gli esperti dell’Autorità sono dell’avviso che il rischio di trasmissione da carne di animali selvatici sia basso, per vari motivi. È vero che la caccia e la macellazione di questa carne selvatci comportao un alto rischio di trasmissione, ma tali pratiche non avvengono in Europa e anche il consumo di animali selvatici è considerato basso. Va altresì aggiunto che la carne di animali selvatici è consumata abitualmente in Africa, ma il numero di focolai infettivi segnalati è relativamente basso. Anche se il rischio d’introduzione e trasmissione di Ebola attraverso la carne di animali selvatici è basso, le conseguenze sulla salute pubblica derivanti dall’eventuale arrivo sarebbero gravi, per l’alto tasso di mortalità e la facilità di trasmissione da uomo a uomo. Per questo occorre prevenire tutte le importazioni illecite.
Nella valutazione del rischio gli esperti individuano diverse lacune nelle conoscenze. Ad esempio non ci sono informazioni sui livelli di consumo nell’Unione europea, o su come la carne di animali selvatici importata illegalmente venga manipolata, preparata e consumata in Europa. Inoltre gli scienziati non sanno quanto tempo il virus sopravvive nella carne o nei prodotti di origine animale.Secondo gli esperti la probabilità che i virus vitali sopravvivano al trasporto verso l’Europa risulta più elevata nelle carni fresche o congelate sottoposte a trasporti brevi, mentre è più bassa in carne essiccata o affumicata esposta a temperature più elevate durante il trasporto. Aggiungono poi che la cottura completa (a 100° C) uccide il virus.
Fino ad oggi sono stati segnalati 27 focolai infettivi della malattia da virus Ebola in Africa. L’attuale epidemia in Africa occidentale – che ha colpito soprattutto Guinea, Liberia e Sierra Leone – è stata segnalata per la prima volta dall’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) nel marzo 2014. Tra il dicembre 2013 e il novembre 2014 e sono stati segnalati dall’OMS 13 703 casi (tra cui 4 920 decessi). Per aggiornamenti sull’attuale focolaio di Ebola consultare il sito dell’ECDC.
Sara Rossi
Foto: iStockphoto.com;
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Giornalista professionista, direttore de Il Fatto Alimentare. Laureato in Scienze delle preparazioni alimentari ha diretto il mensile Altroconsumo e maturato una lunga esperienza come free lance con diverse testate (Corriere della sera, la Stampa, Espresso, Panorama, Focus…). Ha collaborato con il programma Mi manda Lubrano di Rai 3 e Consumi & consumi di RaiNews 24