Bottiglie di Prosecco italiano esplodono sugli scaffali dei supermercati inglesi: ritirati 5 lotti. La partita non è stata distribuita in Italia
Bottiglie di Prosecco italiano esplodono sugli scaffali dei supermercati inglesi: ritirati 5 lotti. La partita non è stata distribuita in Italia
Roberto La Pira 22 Ottobre 2014In Inghilterra la catena di supermercati Asda (una delle più diffuse nel paese) ha ritirato dagli scaffali 5 lotti di Prosecco italiano dopo avere ricevuto diverse segnalazioni di esplosioni avvenute sia nelle case degli acquirenti sia nei punti vendita. Asda ha subito avviato una campagna di ritiro e di richiamo oltre ad avere esposto un cartello nei punti vendita e avere diffuso un comunicato stampa ( vedi foto sotto). Nell’avviso però si parla solo di “Prosecco con etichetta gialla”.
Informazioni così generiche sollevano qualche dubbio sulla vera natura del Prosecco ritirato dal mercato. Osservando bene l’etichetta proposta nella fotografia a lato si nota una frase dove si dice che il vino è “prodotto in Italia”. Se è vero, trattandosi di un prodotto Dop perchè l’avviso non riporta il nome del produttore?
Tutto ciò è strano perchè nell’assortimento di Asda ci sono altre marche di Prosecco e tutte indicano il nome del produttore (vedi foto a lato). Abbiamo chiesto delucidazioni ad Asda, ci è stato detto che si tratta di una “private label”, ovvero di un prodotto confezionato appositamente per Asda da un produttore italiano. Aspettiamo fiduciosi altre notizie. Vi terremo aggiornati.
I lotti ritirati sono: L1402606 , L1403271 , L1403503 , L1403655 , L140404.
Asda ha messo a disposizione dei consumatori un numero verde a cui rivolgersi per ulteriori informazioni (08009520101).
Aggiornamento del 24 ottobre. La Gran Bretagna ha segnalato il 23 ottobre un’allerta al sistema Rasff dal quale emerge che le bottiglie che espolodono fanno parte di una partita di Prosecco prodotto in Italia esportato in Inghilterra ma non distribuito nel nostro paese.
Roberto La Pira
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Giornalista professionista, direttore de Il Fatto Alimentare. Laureato in Scienze delle preparazioni alimentari ha diretto il mensile Altroconsumo e maturato una lunga esperienza come free lance con diverse testate (Corriere della sera, la Stampa, Espresso, Panorama, Focus…). Ha collaborato con il programma Mi manda Lubrano di Rai 3 e Consumi & consumi di RaiNews 24
A parte il fatto che l’ esplosione può essere dovuta alla pressione della CO2 che è presente in tutti i vini frizzanti, questo potrebbe anche voler dire che il vetro delle bottiglie non era adeguato al contenuto.
Quanto all’ assenza del nome del produttore, non la ho mai notata nei punti di vendita italiani.
Siamo proprio sicuri che quel vino fosse prodotto in Italia, o non è forse un ennesimo esempio di ipocrisia ???
la cosa non è per niente strana, Enoitalia s.p.a che lo imbottiglia (su twitter trovate all’account ASDA la foto della retro con l’imbottigliatore) ha scelto una pessima bottiglia, chiamata Emiliana la cui scheda tecnica prevede un massimo 3.5 atmosfere di pressione, adatta quindi a frizzanti e non a spumanti che cominciano ad essere chiamati tali solo dopo le 3 atmosfere. Un vino spumante o frizzante aumenta di 1 atmosfera ogni 10 centigradi sopra i 20 gradi atmosferici, se la bottiglia rimane al sole o in vicinanza di calore, da una situazione base di 3.5 atm arriva a 4.5 atm velocemente mettendo a dura prova le micro imperfezioni nella parete vetrosa non individuate dal produttore del vetro. Una bottiglia così deve essere maneggiata al fresco e con le cautele della dinamite