I consumatori americani sono più esposti degli europei agli alimenti derivanti da organismi geneticamente modificati (OGM), perché in Nordamerica l’impiego di queste piante è permesso e non bisogna segnalarne l’impiego in etichetta. Le associazioni ambientaliste non hanno mai gradito questa scelta. Per questo motivo pochi giorni una dei più importanti raggruppamenti l’Environmental Working Group, ha pubblicato una guida sul proprio sito con le indicazioni per evitare i cibi OGM o, quanto meno, per essere consapevoli del fatto che sono presenti nel cibo che si sta acquistando.
Prima dei consigli, tuttavia, l’associazione ricordat alcuni punti fondamentali della questione OGM. Per quanto riguarda l’etichettatura: gli Stati Uniti non prevedono l’indicazione sulla confezione di un ingrediente OGM, al contrario di quanto fanno più di 60 paesi nel mondo, tra i quali Francia, Giappone, Germania, Australia, Russia, Cina e Regno Unito e Italia. Inoltre ci sono aspetti ancora da chiarire per quanto riguarda la sicurezza di questi prodotti, vediamoli.
– Studi insufficienti. Il governo federale ha posto da anni regole molto severe per l’approvazione di nuovi farmaci, ma non ha mai chiesto studi di sicurezza sull’utilizzo umano di alimenti OGM. Non ci sono richieste specifiche né per quanto riguarda la possibile cancerogenicità, né per i danni eventuali sul feto né, in generale, sui rischi di un consumo a lungo termine negli uomini come negli animali. Gli unici studi disponibili sono stati effettuati da enti e organizzazioni indipendenti.
– I supersemi e i pesticidi più tossici. Le sementi geneticamente modificate, resistenti agli erbicidi, hanno stimolato la selezione di “supersementi”(chiamate così) di piante parassite che hanno anch’esse spontaneamente mutato il proprio corredo genetico per resistere agli erbicidi. Si calcola che più di 61 milioni di acri (quasi 250.000 km quadrati) di terra, negli Stati Uniti, siano oggi contaminati da semi resistenti al Roundup, l’erbicida più diffuso ed efficace, fino a pochi anni fa. Secondo un sondaggio compiuto dall’associazione Stratus Agri Marketing, più di metà degli agricoltori americani ha semi resistenti nel proprio terreno. La conseguenza è che, per tenere a bada queste piante infestanti, molti coltivatori sono tornati a prodotti già accantonati – come il dicamba e il 2,4 D – ritenuti più tossici di quelli moderni.
– Aumento dell’utilizzo di pesticidi. La resistenza agli erbicidi introdotta con le piante OGM ha portato a un impiego maggiore e non minore di questi prodotti. Secondo uno studio della Washington Syate University, tra il 1996 e il 2011 sono state sparse 527 tonnellate di erbicidi in più rispetto a quanto sarebbe avvenuto se non fossero mai state introdotte le sementi GM e non si fossero di conseguenza selezionate le supersementi.
– Cross contaminazione. Secondo l’International Service for the Acquisition of Agri-biotech Application (ISAAA) – associazione no profit che monitorizza lo stato globale delle piantagioni biotech – nel 2012 negli Stati Uniti sono stati piantati semi GM in almeno 70 milioni di ettari (oltre 280.000 km quadrati) di terreni, contro i 64 milioni di acri (poco meno di 260.000 km quadrati) del 2009. Via via che aumenta il numero di campi coltivati a semi GM, gli agricoltori del biologico o anche quelli che semplicemente non vogliono utilizzare quei semi, fanno sempre più fatica a evitare la contaminazione involontaria, dal momento che i semi stessi e i pollini vengono diffusi dagli insetti, dai corsi d’acqua, dal vento e non è possibile confinarli entro aree predefinite. Secondo una stima della Union of Concerned Scientists, le perdite economiche per gli agricoltori ammontano a circa 90 milioni di dollari solo per quanto riguarda il mais, visto che un prodotto, per essere biologico, deve essere del tutto privo di contaminazioni da GM. Eppure, prosegue il rapporto, la promessa più interessante fatta dall’industria chimica alimentare nell’introdurre le sementi GM era stata proprio quella di permettere raccolti più abbondanti. In effetti una crescita della produttività c’è stata, ma sempre secondo la Union of Concerned Scientists è stata causata da una crescita dell’agricoltura convenzionale. Tutti i potenziali benefici offerti dai semi GM sarebbero stati superati e controbilanciati dall’aumento dell’impiego di erbicidi più tossici, usati in maggiori quantità, e dalla diffusione crescente delle supersementi.
Giornalista scientifica
C’è solo una ragione per rifiutarsi di mangiare “ogm”: la tigna. Non che ci sia nemmeno un solo motivo per voler mangiare “ogm”: sono piante come tutte le altre, a parte il Golden Rice non mi risulta che la tecnologia transgenica sia mai (ancora) stata utilizzata per aumentare in qualsiasi maniera la “qualità” di una produzione.
Comunque, non sarà facile disinnescare questa fobia indotta contro il nulla, eccetto per il fatto che fra qualche tempo ancora o si mangerà ogm o non si mangerà proprio per niente.
Coraggio, troverete senza dubbio altre fobie e altre crociate…
Quando iniziai a comprare i primi prodotti biologici, una trentina di anni fa, in tutta Milano c’era una sola erboristeria che aveva un piccolo assortimento di biscotti, gallette e poco altro.
Adesso si trovano prodotti bio in ogni grosso supermercato e nelle cittadine di medie dimensioni ci sono almeno un paio di negozi che vendono solo quello.
Nel frattempo, il mercato é cresciuto anno dopo anno senza bisogno di dare dei fobici o dei paranoici a chi nel bio non ci credeva, come sta regolarmente facendo la calata di “tecnici” pro OGM d’assalto che imperversa puntualmente in rete in ogni luogo in cui si parla di Ogm senza il breviario Monsanto in mano.
Abbiate pazienza, capita a tutti nella vita di puntare sul cavallo sbagliato e capisco la rabbia di chi l’ha fatto. Ma tant’é, qui e ora, la maggioranza, di Ogm nel piatto preferisce farne a meno. Potete farvene una ragione e passare ad altro o continuare come ora, insultando chi non condivide il verbo del luminoso futuro modificato geneticamente, come il guidatore che entrato in autostrada pensava che fossero tutti impazziti..stavano andando tutti contromano 🙂
La lobby pro-OGM si sta infiltrando dappertutto, come quella pro-gas di scisti (che aveva prima la casacca pro-nucleare). Sono i potenti e i ricchi della Terra, che agiscono per esclusivo interesse proprio.
Contro di loro crescono i “fobici” (come li chiama il “gentile” commentatore): gli anti-OGM, gli anti-gas di scisti, gli anti-nucleare. Crescono per la fortuna dell’interesse collettivo e del pianeta.
E’ una lotta, dei cattivi contro i buoni, di Golia contro Davide. Se vinceranno i primi, non ci sara’ nulla da salvare. Se vinceranno i secondi, ne beneficieranno anche i primi.
ma no perchè…lasciamoci completamente “sopraffare” anche dalle lobby di produzione dei semi e dei pesticidi
si sta facendo spazio “un nuovo potere” , prego entri pure
Vorrei ricordare a tutti che il brevetto sul tratto BT utilizzato nel mais è in scadenza e tra poco ci sarà “l’assalto alla diligenza” e molti laboratori si daranno da fare per introdurlo in molte piante prima snobbate dalle multinazionali , perchè marginali. Questo riguarderà specialmente i paesi in via di sviluppo (senza contare quelli che già lo facevano infischiandosene dei brevetti).
Se la scienza e la ricerca non applica prima di tutto il rispetto degli altri, non merita alcun rispetto da nessuno.
Invadere, contaminare, imporre, mentire, omettere, ecc.. sono comportamenti molto arroganti cresciuti su un terreno mancante di rispetto per il prossimo, altro che progresso scientifico!!
Quello che è tragico è che gli ogm li mangiamo
anche se non li abbiamo autorizzati, tramite le
farine industriali e il mangime per animali di allevamento che finiscono sulle nostre tavole.
Si continuano a pubblicare articoli come questo in cui si osanna il biologico e si demonizzano gli Ogm senza dare un fondamento scientifico a quello che si inculca nella testa delle persone. L’agricoltura e tutto ciò che mangiamo viene da processi produttivi che non hanno niente a che fare con la parola naturale, l’agricoltura è un’attività economica e come tale sfrutta le tecnologie a disposizione. Non capisco perché si apprezzano le tecnologie in tutti i settori tranne che per i prodotti alimentari eppure in tutto il mondo non si è ancora verificato un caso di malattia/morte collegata agli OGM.
L’agricoltura non è un’industria e le tecnologie vanno applicate se utili a migliorare l’attivita’ economica. Gli ogm comportano la perdita della biodiversita’ e rendono la terra priva di quell’equilibro naturale che la rende produttiva non c’e’ miglioramento dell’attivita’ economica. Il contadino è diventato da primo anello della catena alimentare umana a primo consumatore perche’ e’ costretto a comprare- semi – veleni – diserbanti e quant’altro…economicamente un fallimento. la mia azienda agricola invece è indipendente, conserva i semi e li riproduce, non pratica concimazione chimica ma l’avvicendamento delle colture (rotazione) e la terra fa’ da sola…produco meno dell’agricoltore convenzionale ma spendo niente nell’acquisto di trattamenti chimici (vantaggio economico) e non avveleno il cibo e le falde acquifere che tu mangi e bevi cara nunzia (vantaggio ambientale ed economico perche’ tu risparmierai sulle medicine che serviranno a curarti). Se il mio vicino seminera’ ogm io perdero’ il diritto di coltivare le varieta’ che scelgo perche’ verranno contaminate, perdero’ il diritto di essere agricoltore e non industria agroalimentare e la terra perdera’ la sua capacita’ di autorigenerarsi perche’ scomparira’ la biodiversita’e tu cara nunzia mangerai spazzatura. Ci sono innumerevoli studi sulle proprieta’ organolettiche e nutrizionali del cibo biologico e di varieta’colturali che rischierebbero l’estinzione se si diffondessero gli ogm.
Per Nunzia
“Via via che aumenta il numero di campi coltivati a semi GM, gli agricoltori del biologico o anche quelli che semplicemente non vogliono utilizzare quei semi, fanno sempre più fatica a evitare la contaminazione involontaria, dal momento che i semi stessi e i pollini vengono diffusi dagli insetti, dai corsi d’acqua, dal vento e non è possibile confinarli entro aree predefinite.”
Se quello che legge le produce la comprensione che ha manifestato, il problema non è nella tecnologia delle produzioni, ma nella mancanza di comprensione e soprattutto di rispetto per gli altri:
coltivatori, trasformatori, commercianti e consumatori che vogliono sapere cosa c’è dentro il prodotto che acquistano, per decidere liberamente della propria salute, benessere ed anche ambiente dove vivere, magari il più lontano possibile da voi invadenti ed imprudenti.
Si continuano anche a pubblicare articoli come questo, che oltre a manifestare la simpatia verso gli Ogm, la buttano più o meno volutamente in caciara mescolando agricoltura, scienza, economia e concludendo con il sempre verde “non é mai morto nessuno”
Informare e inculcare non sono sinonimi, almeno nella lingua italiana. L’articolo di Agnese si basa su fatti e cita le fonti, non mi pare esprima convinzioni personali dell’autrice, tantomeno intese a fare proseliti.
L’agricoltura esisteva millenni prima della parola economia e oggi come allora, per praticarla, sono indispensabili solo semi, suolo, acqua ed energia solare, tutte cose naturali che con la tecnologia c’entrano come i cavoli a merenda.
Se per magia tutta la tecnologia scomparisse da un momento all’altro, l’agricoltura continuerebbe tranquillamente ad esistere, così come esisterebbe tranquillamente anche senza una qualsiasi forma di organizzazione economica.
Che poi si apprezzino tutte le altre tecnologie in quanto tali é tutto da dimostrare: non credo passi giorno senza che le popolazioni che vivevano nel raggio di decine di Km da Chernobyl o Fukushima maledicano il nucleare, solo per fare un esempio. Ma se vuoi vado anche avanti: ti dicono niente Seveso, Bhopal o anche Brescia ? Mai sentito della catastrofe della Exxon Valdez nell’artico o quella della BP nel golfo de Messico ? Posso continuare per decine di pagine a proposito della “buona tecnologia” e includere decine di pagine anche solo per listare i pozzi chiusi e le falde avvelenate dai pesticidi delle stesse “buone” aziende che ora controllano la maggior parte del mercato degli Ogm, giusto per ricordarci con chi abbiamo a che fare..