Ieri sul telefonino di molti ragazzi è arrivato un tweet firmato Red Bull con l’immagine che vedete a lato. La foto ritrae un astuccio semi aperto con all’interno la bibita in lattina e una frase: “Quello che non deve mai mancare nel tuo astuccio per superare la sessione di esami.. #timetteleali “.
È uno dei tipici messaggi pubblicitari di una bibita che si presenta al pubblico come un prodotto morigeratamente eccitante e trasgressivo. A parte la ridicola storia della taurina e del toro raffigurato nella lattina, Red Bull è solo una bevanda zuccherata con un quantitativo di caffeina pari a quello di un caffé. Sì, avete capito bene un caffé espresso.
Mettere in relazione una tazzina di caffé diluita con acqua e zucchero, come fanno milioni di studenti universitari, con la sessione di esami, sembra davvero una barzelletta. Non sarebbe la prima volta che Red Bull si prende gioco dei consumatori. In passato diversi messaggi pubblicitari di Red Bull sono stati censurati dall’Antitrust e dal Giurì.
Cosa ne pensate? Qualcuno prova a prenderci in giro?
A lato pubblichiamo la foto di alcuni articoli presenti su Il Fatto Alimentare riguardanti la pubblicità ingannevole di Red Bull oppure sulla relazione tra le bibite energizzanti e il rischio per alcune gravi patologie.
Sara Rossi
© Riproduzione riservata
Giornalista professionista, direttore de Il Fatto Alimentare. Laureato in Scienze delle preparazioni alimentari ha diretto il mensile Altroconsumo e maturato una lunga esperienza in test comparativi. Come free lance si è sempre occupato di tematiche alimentari.
ma se è uguale ad una tazzina di caffè espresso, perché nell’articolo http://www.ilfattoalimentare.it/energy-drink-rischi-cardiaci.html gli energy drink vengono demonizzati tanto?
perchè Red Bull fa volare e il caffè espresso no , perchè Red Bull fa publbicità indirizzata ai nabmbini e il caffé no , perchè i giovani Red Bull miscelano la bevanda agli alcolici, perchè è una bevanda zuccherata come le asltre che sconsigliamo
Condivido la campagna contro il consumo eccessivo di bevande zuccherate. Lo premetto per evitare che il resto dell’intervento possa venire da qualcuno frainteso.
Mi permetto però di osservare, rispetto a quanto dice La Pira, due cose. La prima: che io ricordi (mi corregga se sbaglio) Red Bull nelle sue pubblicità non ha mai citato o incoraggiato il consumo della bevanda miscelato ad alcolici. Quindi non trovo corretta in questo caso un’accusa all’azienda. La seconda: trovo semplicistica l’equazione cartoni animati = bambini. L’utilizzo di “cartoni animati” non necessariamente è indice di un target infantile. Nè mi pare che la tipologia di animazioni utilizzate negli spot fosse propriamente indirizzata ai bambini…
Red Bull è stata censurata più volte anche per avere fatto pubblicità diretta ai bambini e anche per l’abbinamento con alcol. Se spulcia il nostro sito troverà tutte le sentenze. Diciamo che non ci troviamo di fronte ad un campione di correttezza publbicitaria
Ok, guarderò, grazie.
Un aspetto che merita riflessione è la frase “…non deve mai mancare prima della sessione d’esami…”. Il Regolamento 1924/2006, il noto regolamento claim, prevede che non si possa, tra l’altro, “incoraggiare….il consumo eccessivo di un alimento”, “fare riferimento a cambiamenti delle funzioni corporee che potrebbero…sfruttare timori nel consumatore” oltre a vietare di “affermare, suggerire o sottintendere che una dieta equilibrata e varia non possa in generale fornire quantità adeguate di tutte le sostanze nutritive”.
Una domanda che ci si può porre, a mio avviso, è se il messaggio induca a pensare che il consumo della bevanda sia indispensabile per ottenere un buon risultato agli esami, sfruttando il timore di non aver fatto tutto il possibile. Sarebbe interessante conoscere vari punti di vista, perché si può anche argomentare che il messaggio è decodificato altrimenti.