Finalmente la pubblicità delle acque minerali Uliveto e Rocchetta è stata censurata dall’Antitrust che ha anche deciso una multa di 100 mila euro alla Co.ge.di International, proprietaria dei marchi. Altri 30 mila euro di multa sono stati assegnati alla Federazione Italiana Medici di Medicina Generale (FIMMG) che ha supportato con il logo i messaggi pubblicitari. Il messaggio censurato ha totalizzato 150 uscite su diversi quotidiani come il Corriere della Sera, La Repubblica e Il Messaggero, oltre a innumerevoli spot su diverse radio e il manifesto è stato affisso in centinaia di studi medici. Per capire meglio di cosa stiamo parlando basta dire che Uliveto e Rocchetta vendono da 400 a 500 milioni di bottiglie ogni anno, anche grazie a questa pubblicità martellante e ingannevole.
Antitrust contro Uliveto e Rocchetta
La sentenza ricorda alcuni di questi slogan abbinati alla bottiglia di Uliveto, presentata come un’acqua “per la salute digestiva e la reidratazione” che “aiuta la digestione grazie ai suoi preziosi minerali”, “aiuta a combattere la stipsi”, “aiuta a combattere l’osteoporosi” e “ristabilisce l’equilibrio idrico minerale alterato dopo l’attività fisica” e ancora “digerisci meglio e vivi in forma”, “aiuta a prevenire la calcolosi urinaria”, “aiuta a mantenere i reni puliti”…
Accanto alla bottiglia di Rocchetta vengono riportati i seguenti claim “aiuta la diuresi perché mantiene puliti i reni e potenzia la loro azione di filtro”; “amica della depurazione perché contrasta l’accumulo di scorie e tossine dovuti a stili di vita scorretti”; “previene la ritenzione idrica perché bere almeno un litro e mezzo al giorno di acqua aiuta a eliminare i liquidi in eccesso”; “effettua un vero lavaggio interno perché libera l’organismo dalle impurità e migliora l’elasticità e la luminosità della cute”; “previene la calcolosi urinaria perché la sua leggerezza (basso residuo fisso, basso contenuto di sodio, leggermente alcalina) aiuta a contrastare la formazione di calcoli”.
Multata anche la Federazione dei medici
Anche l’affiancamento con la Federazione Italiana Medici di Medicina Generale è severamente censurata dall’Antitrust, perché il richiamo alla figura del medico accredita una superiorità inesistente delle due acque minerali rispetto ai prodotti concorrenti. Si tratta di una censura severa che però giunge tardiva e anche la multa forse non è adeguata.
La realtà è che lo slogan “le acque della salute” abbinato a un’associazione di medici va avanti da 10 anni. La frase è stata giudicata ingannevole in una sentenza del Giurì dello IAP del 2004, perché attribuiva alle due minerali un requisito di superiorità inesistente rispetto alle altre marche. I distratti manager di Rocchetta e Uliveto hanno però continuato ad utilizzarlo togliendo l’articolo “le”. La furberia è stata smascherata dopo la segnalazione inviata allo IAP della pubblicità da Il Fatto Alimentare. La sentenza è servita a poco, visto che le campagne sono andate avanti. Sul quotidiano La Repubblica del 7 ottobre, Rocchetta fa nuovamente riferimento ai benefici per la salute: “depura, stimola la diuresi e contrasta la ritenzione idrica“. Nella campagna di Uliveto in occasione del mese della digestione ( novembre 20013) succede la stessa cosa.
La conclusione della vicenda è triste. Da dieci anni gli spot ingannevoli di Rocchetta e Uliveto convincono milioni di persone a bere acqua minerale che dovrebbe apportare benefici. Chi dirà a queste persone che sono state ingannate? Una multa di 130 mila euro potrà rimediare a tante bugie? L’unica cosa da fare è obbligare Co.ge.di International a destinare il 10-20% del budget investito nella campagna censurata in messaggi sui quotidiani e radio per dire chiaramente ai consumatori che sono state raccontate un sacco di bugie.
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Giornalista professionista, direttore de Il Fatto Alimentare. Laureato in Scienze delle preparazioni alimentari ha diretto il mensile Altroconsumo e maturato una lunga esperienza in test comparativi. Come free lance si è sempre occupato di tematiche alimentari.
Secondo me, i medici che si sono venduti devono essere sospesi/radiati dall’Ordine.
Succederà?…
È meno male ma usiamo lo stesso metro per tutte le pubblicitá povero Delpiero sará disperato e il povero passerotto che fine fará????
Cosa volete cher sia una sanzione di 130.000 euro, quando spendono in pubblicità tanto di più? 130.000 euro gli fa un baffo! Perchè la magistratura non chiude l’attività per un certo periodo e applica le sanzioni penali per pubblicità ingannevole?
Mi meraviglio che vi meravigliate!! Siamo in Italia, una delle nazioni con la peggiore considerazione dei propri simili, dove lo Stato è forte con i deboli e debole con i forti, devo aggiungere altro?
Scusatemi ma l’amarezza avanza con l’età e con la consapevolezza che purtroppo nulla cambia……in tutti i campi.
Sono stato pubblicitario di professione e anche committente della medesima come dirigente marketing negli anni a cavallo fra i 60 e fine secolo e ricordo bene sia il codice deontologico che la censura preventiva della SACIS per conto della RAI. Da quando abbiamo le “tv libere”, spesso fuorilegge loro stesse per ragioni di frequenze, la correttezza nei confronti dei consumatori si è affievolita come anche molte altre conquiste sociali del passato. Una brutta Italia consegniamo ai nostri nipoti