Quanto costa il panettone? È una domanda difficile anche per un esperto di prezzi che difficilmente potrà rispondere in modo semplice e chiaro. Stiamo parlando di un prodotto di ricorrenza esposto per un breve periodo dell’anno sugli scaffali dei supermercati, che nel 90% dei casi è venduto sottocosto e utilizzato come prodotto civetta. Il listino dovrebbe oscillare tra 6 e 8 €/kg ma raramente lo vende a questo prezzo. Solo un marca, Le Tre Marie, riesce per motivi sconosciuti, a mantenere un profilo di prodotto industriale di fascia alta con un costo variabile da 11 a 13 €/kg anche nei giorni precedenti il Natale.
Oggi è il 6 novembre ma, a dispetto di ogni previsione, a Milano la stagione del panettone industriale è iniziata da diverse settimane. I primi dolci, proposti da marche minori e confezionati in buste di plastica colorate, sono apparsi sugli scaffali verso metà ottobre a un prezzo di 3-4 €/kg. All’inizio di novembre questa sparuta avanguardia è stata sostituita con i panettoni firmati dalle grandi marche. Esselunga, ad esempio, ha già un nutrito assortimento e propone sconti del 40-50% per Maina e Motta, venduti rispettivamente a 3,5 e 3,99 €/kg, mentre Bauli è ancora a prezzo pieno 6,90 €/kg .
Tra 15 giorni questi listini scenderanno del 20% e ci saranno nuovi panettoni in promozione. La discesa dei prezzi continuerà fino alla settimana prima di Natale quando con 2,5 €/kg si potranno comprare ottimi panettoni con il marchio del supermercato, confezionati dalle grandi marche leader. Ci saranno anche le super offerte degli ipermercati che svenderanno a 1,99 €/kg i panettoni firmati.
Quando si compra il panettone non bisogna lasciarsi influenzare dai listini perché non ci sono regole tra costi industriali e prezzi sugli scaffali. Il panettone resta un ottimo dolce da forno sia per la qualità degli ingredienti sia per la lunga lievitazione naturale che da regolamento deve seguire per poter portare questo nome.
Paradossalmente viene venduto sottocosto, ma per qualche mese si può usare come alternativa a merendine e biscotti.
Roberto La Pira
© Riproduzione riservata
Foto: Photos.com
Giornalista professionista, direttore de Il Fatto Alimentare. Laureato in Scienze delle preparazioni alimentari ha diretto il mensile Altroconsumo e maturato una lunga esperienza come free lance con diverse testate (Corriere della sera, la Stampa, Espresso, Panorama, Focus…). Ha collaborato con il programma Mi manda Lubrano di Rai 3 e Consumi & consumi di RaiNews 24
D’accordo con l’articolo in quanto tratta di Panettoni industriali “da supermercato”. Attenzione però, perchè, se da una parte è vero che la tipologia di ingredienti e la lunga lievitazione naturale sono disciplinati, è anche vero che la qualità degli ingredienti e l’aggiunta o meno di lievito di birra sono a discrezione dell’azienda, ed entrambi questi fattori vanno ad incidere enormemente sui costi d produzione (e sulla qualità del prodotto).
Le Tre Marie è vero hanno sempre prezzi alti ( dove alto viene definito sempre in relazione agli altri prezzi da supermercato) eppure resta nell’immaginario e forse nel vero che la loro qualità è davvero alta. La domanda è sempre quella: ma vendono sottocosto perchè? perchè hanno lotti di materie prime da smaltire?
La qualità di Le Tre marie è leggermetne superiore . la lavorazioen è più curata ma secondo me non vale la pena spendere 11-12 euro se a fianco trovo un panettone di marca a 3-4 euro ! L’articolo esordisce dicendo che il prezzo del panettone è un argomento difficile , magari qualcuno in rete ci aiuta a capirlo.
Come ogni alimento che va introdotto nel nostro corpo il panettone deve essere comprato non perchè di marca ma perchè fatto come arte pasticcera comanda. Non si deve mangiare tutto l’anno o per mesi prima e dopo natale essendo un dolce natalizio. Credo sia una pessima abitudine quella di mangiare tutto e sempre. Si perde il gusto dell’attesa dell’evento. Un panettone di pasticceria arriva a costare anche 40 euro ma se ne trovano anche a meno.
Assolutamente nessun quantitativo da smaltire. Semplicemente sono prodotti al cui prezzo di vendita la clientela presta molta attenzione e danno quindi un’immagine di convenienza del supermercato ed in quel periodo sono in grado di spostare la clientela stessa verso il punto di vendita più conveniente. Ogni catena perde centinaia di migliaia di euro su questi articoli in due mesi.
Lorenzo come fai a dire che una catena di supermercati perde centinaia di migliaia di euro. Se hai dei numeri potresti inviarli in redazione che li esaminiamo con attenzione.
Molto spesso i panettoni a inizio campagna sono quelli dell’anno precedente. Non una volta e basta mi è capitato di verificare che la data di scadenza era di un anno più breve degli omologhi non scontati.
panettone con un termine minimo di conservabilità superiore all’anno francamente mi sembra improbabile
In effetti la data di scadenza dei panettoni è sempre intorno ad aprile/maggio dell’anno successivo al Natale in cui vengono messi in vendita. Non ho mai visto una data di scadenza più lunga di 5/6 mesi in nessun panettone, che fosse di marca o meno.
La data di scadenza dei panettoni è esattamente coincidente con l’ingresso negli scaffali delle colombe pasquali. Per quanto ovvio, le colombe scadono esattamente quando c’è da acquistare il panettone.
Resta comunque un mistero capire il prezzo “equo” di questo prodotto e il risultato è che il cliente si sente un pò preso per i fondelli. Giustico l’abbassamento del panettone il 27 dicembre.. ma a novrembre proprio no e proprio perchè è un prodotto a tempo limitato.Se è vero che posso capire il prezzo in offerta di un prodotto presente sugli scaffali tutto l’anno, per il panettone una volta accadeva che lo sconto era dopo Natale. Mi sembra che sulle uova di cioccolata non si giochi in questo modo a Pasqua, sono d’accordo con te Roberto.. è davvero un mistero.
Dire che un panettone che costa 11/12 € (tre marie) puo essere paragonato ad uno da 2/3 € significa non sapere acquistare. Io di Tre Marie potrei mangiarne uno intero,senza nessuna conseguenza(salvo la dietetica). Altri a basso costo mi provocano una acidita’ di stomaco debilitante. Cosa significa? Cosa usano come ingredienti?
Dire che Le Tre Marie non provoca acidità di stomaco mentre gli altri sì, mi sembra un’affermazione molto forte che meriterebbe qualche prova in più per essere validata. Io mangio gli altri ma non ho acidità di stomaco!
Milano,metà ottobre, supermercati, il panettone di marche minori costa circa 3 euro, mentre scontato e di marca circa 4, a prezzo pieno (bauli) circa 7 euro. Ma volete fare un confronto con il costo del pane a Milano? Il pane da panettiere (non fornaio che a Milano sono rarissimi) costa più del panettone, qualcosa mi sfugge. Non si può vendere un buon panettone di marca a 4 euro, chissà come è fatto oppure qualcuno ci rimette.
Non vedo cosa ci sia di strano, il panettone è il tipico “prodotto civetta” (un altro è il parmigiano-reggiano), utilizzato dai supermercati per generare traffico di clienti nei propri punti vendita, traffico che a sua volta genera ricavi. Va anche detto che le vendite sottocosto sono soggette a particolari restrizioni, quindi è ipotizzabile che sul panettone i supermercati non abbiano un margine di contribuzione negativo (nel senso che non lo vendono ad un prezzo inferiore ai costi variabili diretti).
Certo, è probabile che i supermercati esercitino una forte pressione sui prezzi dei produttori, che a loro volta la scaricheranno sui propri fornitori o – purtroppo – sulla qualità del prodotto (riducendo quella delle materie prime impiegate o utilizzando la diffusissima tecnica della “sgrammatura”).
Il giusto prezzo di pandori e panettoni è sicuramente più alto di quello che molti supermercati propongono. Purtroppo questi prodotti sono diventati, negli ultimi anni, oggetto di aggressive politiche promozionali dove vince il prezzo più basso (soprattutto da quando la “crisi economica” ha colpito molte famiglie che dove possono cercano di risparmiare, giustamente aggiungo io). Sulla qualità degli ingredienti mi sento più che sicura, azienda così grandi e importanti sono soggette a controlli qualitativi molto rigorosi. Fatto sta che questo maltrattamento del prezzo mette in cattiva luce molte aziende, che possono fare gran poco sul prezzo proposto dal punto vendita al consumatore finale, che sicuramente cercano di risparmiare e restare a galla ma di certo non lo fanno a spese della qualità degli ingredienti!
Il panettone credo sia l’unico prodotto finito a costare meno della somma dei singoli ingredienti che lo compongono..questo e’ un vero mistero!!!
La questione del prezzo a mio parere si spiega semplicemente con il concetto del prodotto civetta o di immagine di convenienza. Ma la cosa mi interessa davvero relativamente, mi interessa molto di più la qualità del prodotto.
Il problema grande, a mio parere, è che in questo modo si penalizzano oltremodo i produttori di panettoni di qualità, quelli chiamati “artigianali”, quelli delle piccole aziende come Loison, Filippi, Fiasconaro ecc, che producono panettoni con ingredienti davvero di alta qualità, che costano 15-20 euro al kg, in media.
Questi panettoni, se ben fatti, sono molto migliori (sfido chiunque a mangiarli a fianco ad un panettone industriale, vedi per esempio:
http://www.cibo360.it/alimentazione/cibi/dolci/panettone_ricetta.htm) di qualunque panettone industriale. Se questi ultimi costassero 6-8 euro, il confronto sarebbe possibile (si può tollerare un prezzo di 2, 2,5 volte superiore), ma se la differenza sale a 6-8 volte… La maggior parte dei consumatori non valuta nemmeno la possibilità di acquistare un panettone artigianale, perché la differenza di prezzo è ritenuta eccessiva. Vero è che non sono venduti negli stessi esercizi, tuttavia secondo me un po’ di concorrenza sleale la subiscono.
Concludendo consiglio a tutti, quest’anno, di provare qualche panettone artigianale (dopo l’epifania si trovano in svendita presso enoteche e negozi specializzati).
Si disquisisce di prezzi e di costi e si dimentica la lettura dell’etichetta indicante gli ingredienti.
Abbiamo una legislatura rigida al riguardo, allora prima di comprare vediamo come è fatto un determinato panettone.
Se ci sono molte E.., glutammati, conservanti e surrogati, il prodotto è di dubbia qualità, se contiene uova, burro, latte, allora ci sono buone probabilità di mangiare un prodotto fatto bene.
I panettoni industriali hanno gli stessi ingredienti di quelli artigianali (farina,burro,tuorli..) la differenza sono la qualita’ e la quantita. Massari mette il 50% di burro sulla farina e bacche di vaniglia no vanillina. BIsogna dire poi che certi panettoni spacciati per artigianali sono fatti con semilavorati per facilitare il lavoro.