L’Osservatorio prezzi di Klikkapromo.it segnala la raffica di aumenti che si registra per l’acquisto di frutta e verdura. Gli incrementi variano dal 4 al 12% a causa del freddo che ha colpito le nostre regioni nelle ultime settimane. Ma quanto incide tutto questo sui prezzi finali di frutta e verdura e, quindi, sulle tasche degli italiani? Dall’analisi realizzata da Klikkapromo.it (sulle offerte delle più importanti catene di supermercati) è emerso un quadro particolarmente negativo, caratterizzato da rincari elevati su molti prodotti di stagione.
Le angurie e le albicocche (vedi tabella) hanno subito un rincaro dell’11% rispetto ai prezzi di un anno fa. La situazione è critica anche per ciliegie, meloni e pesche con incrementi rispettivamente del 7%, 5% e 4% rispetto al 2012. Rincari a doppia cifra per le principali verdure di stagione +12% per i cetrioli, +11% per melanzane e zucchine. Si tratta di incrementi di prezzo elevati considerando un’inflazione media inferiore al 3%.
Come mettersi al riparo da questa “pioggia di aumenti”? La risposta è una spesa oculata approfittando delle promozioni che il sito segnala ogni giorno. In questo modo una famiglia media potrebbe spendere ogni settimana per l’acquisto di frutta e verdura 17 € e non 29 €, con un risparmio del 40%. Approfittando delle offerte, ad esempio, il costo delle angurie può scendere da 1,15 € a poco più di 50 centesimi e quello delle melanzane da 2,27 a 1,17 €.
Sara Rossi
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Foto: Klikkapromo.it
Giusto ieri ho avuto una discussione in un supermercato perché avevano aumentato molto i prezzi della frutta. Mi hanno detto che il telegiornale aveva riportato la notizia dell’aumento dei prezzi dei prodotti agricoli per effetto del clima.
Naturalmente avevano pensato bene di aumentare anche i prezzi di quello che avevano a magazzino.
Ho cambiato supermercato.
Ma l’ISTAT come rileva i prezzi visto che oggi asserivano che il carrello della spesa è diminuito?
Dove vivono?
Sergio
Dove vivono? MAH! Da un po’ di tempo non ci credo molto ai dati dell’Istituzione ISTAT!
Ma è meglio se l’Istat non rileva l’aumento dei prezzi, perché altrimenti aumentano anche gli affitti.