Art.62: se si vuole si può. L’accordo Unicredit-Conad che partirà ad ottobre dimostra come rispettare le norme superando le difficoltà
Art.62: se si vuole si può. L’accordo Unicredit-Conad che partirà ad ottobre dimostra come rispettare le norme superando le difficoltà
Lorena Valdicelli 4 Giugno 2013È ufficiale l’accordo tra Unicredit Factoring e Conad per il sostegno dei fornitori collegati alla catena di supermercati. Grazie alla disponibilità di 500 milioni di euro messa in campo da una società della banca, le aziende che forniscono Conad disporranno delle somme loro dovute nelle scadenze stabilite dall’art.62 del DL 01/2012. Sarà Unicredit- Factoring a pagarle, dilazionando poi il debito acquisito da Conad in tempi più lunghi.
Questo accordo sancisce una volta per tutte il principio stabilito dall’articolo 62 , che obbliga al pagamento dei fornitori entro i 30gg dalla fine mese di fatturazione per le derrate alimentari deperibili e 60gg per quelle non deperibili. Non solo: la normativa prevede che qualsiasi forma di dilazione di pagamento fatta direttamente tra fornitore e distributore sia vietata, e qualsiasi accordo contrattuale che la preveda sia da considerarsi inaccettabile e nullo. Le condizioni indicate dalla legge hanno suscitato nei mesi scorsi più di un dibattito sull’applicabilità della norma ai supermercati, e anche sulla sua fattibilità. Da qui l’importanza di questo accordo che dimostra come sia possibile trovare soluzioni ai problemi.
Ricordiamo chi sono i due protagonisti: Conad è una cooperativa di 3000 distributori indipendenti uniti in 8 centrali operative, mentre Unicredit Factoring è una società creata dalla banca all’interno di un progetto chiamato Unicredit per l’Italia che, attraverso lo sviluppo del factoring nel nostro paese, vuole dare un contributo alle aziende italiane immettendo nuova liquidità sul mercato.
Per chi non si intende di finanziamenti: il factoring è un contratto diffuso soprattutto nei paesi anglosassoni, con cui un imprenditore cede il proprio credito ad un altro soggetto (denominato “factor”, nel nostro caso proprio la società bancaria), a fronte di una commissione che comprende anche alcuni servizi quali la contabilità, la riscossione del credito, l’anticipo del credito stesso. Nel caso di Conad-Unicredit si tratta in realtà di reverse-factoring: il contratto è fatto non da chi ha il credito ma dall’unico debitore verso diversi imprenditori/creditori (i fornitori in questo caso) e la commissione e i servizi si riferiscono al debitore, Conad appunto.
Unicredit si inserisce tra produttori e distributore attraverso il reverse factoring. Mediante questo tipo di contratto la banca, a scadenza di legge, pagherà le forniture al produttore e nello stesso tempo concederà credito e dilazioni per altri 60 giorni ai distributori (ricordiamo che Conad è una cooperativa di distributori indipendenti). Il passaggio attraverso Unicredit Factoring semplificherà anche la contabilità di incassi e pagamenti di Conad, che verrà gestita dalla banca. Per le imprese fornitrici che accettano (l’adesione all’accordo non è obbligatoria) non ci sarà solo la certezza dei pagamenti ed il rispetto delle date, ma anche disponibilità di ulteriore credito a tassi particolarmente agevolati.
L’iniziativa, che partirà da ottobre, nasce con l’ambizione di essere un vero accordo di filiera e per questo particolarmente innovativo. Crea infatti condizioni speciali in grado di cementare, perché reciprocamente vantaggioso, il legame tra distributore e i suoi fornitori. Fornitori che tra l’altro spesso lavorano anche con altre catene di distribuzione, e che potrebbero quindi spingere per l’avvio di un circolo virtuoso e un superamento di tutte le reticenze ad applicare il fatidico articolo 62. Anzi, potrebbe scongelare così la situazione del credito dei fornitori, una realtà che di fatto blocca il flusso di liquidità e mina la sopravvivenza di molti. Infatti gli interessati dichiarano che Il credito di 500 milioni a regime potrebbe diventare di 1,5 miliardi. L’argomento è da sempre nelle corde de Il Fatto Alimentare: monitoreremo la situazione e saremo contenti di portare testimonianze, se sarà il caso.
Lorena Valdicelli
Per chi vuole approfondire ecco l’ebook de Il Fatto Alimentare, “Art.62: una rivoluzione” scritto da Dario Dongo
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Complimenti . Un bell’accordo nello spirito del riconoscimento delle reciproche condizioni di forza presenti oggi anche nel mondo del piccolo dettaglio . Inapplicabile per questo genere di commercio che si farebbe di un ulteriore improponibile carico di costi dovuti alle spese di quel mostro chiamato factoring che tra le righe mi sembra che vi sia molto simpatico . Credete che Conad non abbia trasferito ai suoi fornitori il costo . Così come veramente credete che il piccolo negozio di frutta e verdura potrebbe fare con i Magazzini Generali o il grossista dove compera la sua merce? Mah…..
A colpi di tassi del 6-8% con questo neo prodotto finanziario chiamato FACTORING i banchieri rosicheranno a noi sicuramente un incremento dei prezzi e a produttori il loro gia’ basso guadagno.Fidatevi magari spero di sbagliarmi ma pensate che unicredit in tutto cio’ non ci guadagni?
La prova provata che l’art. 62 è fallito, come si sapeva da tempo.
Le sanzioni sarebbero dovute essere automatiche e irrogate dallo Stato d’ufficio.