Purè di mele per pappe servite nel piatto su sfondo pastello. Concetto di cibo per bambini. pappa neonati svezzamento frutta

Le allergie alimentari dei bambini sono in aumento in tutto il mondo, e tra quelle più pericolose e c’è quella alle arachidi. In Italia, si stima che colpisca circa l’1% dei bambini, mentre negli USA circa il 2%.

Dal 2015, però, la situazione è cambiata, o almeno dovrebbe essere cambiata. In quell’anno, infatti, un grande studio pubblicato sul New England Journal of Medicine ha mostrato tutta l’efficacia di una somministrazione controllata e precoce di piccole quantità di estratti di arachidi nelle forme opportune (per esempio burro o in polvere, non come solidi, per il rischio di inalazione) già a partire dai quattro-sei mesi di età, come strategia preventiva per evitare che si instauri una reazione allergica.

Linee guida sull’allergia alle arachidi

Nel gennaio 2017 le linee guida statunitensi sono state modificate per recepire quei risultati, e i pediatri sono stati caldamente invitati a diffondere tra i genitori i comportamenti adeguati per prevenire questa forma di reazione allergica che può essere anche letale, e una volta innescata, può durare tutta la vita. Tuttavia, secondo diverse rilevazioni, e nonostante la solidità dei documenti di indirizzo e degli studi, sono ancora troppi gli specialisti che non hanno accolto l’invito: la maggior parte dei pediatri statunitensi, e probabilmente non solo loro, non consigliano ai genitori l’introduzione delle arachidi e della frutta a guscio nei primi mesi.

Tra i motivi vi sono il fatto che i bambini, a quell’età, sono già oggetti di numerosi controlli, visite e vaccini, e i medici sono spesso oberati di lavoro, e tendono a tralasciare alcune raccomandazioni. Ma, secondo alcuni, vi è anche il fatto che non sanno come spiegare efficacemente l’importanza di un gesto così semplice, né quali sono i consigli migliori dal punto di vista della preparazione dei cibi che contengano piccole quantità di arachidi.

Per cercare di superare questi limiti, i pediatri del Lurie Children’s Hospital di Chicago hanno proposto alcuni strumenti molto semplici, e ottenuto risultati spettacolari tra i colleghi, aumentando di 15 volte l’adesione all’invito a diffondere i consigli sulle arachidi.

Lo studio

Gli strumenti utilizzati dagli esperti di Chicago sono stati: un filmato della durata di una ventina di minuti, rivolto ai pediatri, nel quale si illustra come si può migliorare la comunicazione specifica ai genitori; un richiamo elettronico dedicato alle reazioni allergiche, da inserire nel calendario quando le visite riguardano bambini tra i quattro e i sei mesi di età; una guida al riconoscimento degli eczemi, le manifestazioni tipiche dell’allergia, con foto; e soprattutto materiale informativo da distribuire ai genitori, con le informazioni essenziali per un’alimentazione complementare (svezzamento) che preveda anche l’inserimento delle arachidi, incluse due ricette con disegni.

Una volta preparato il materiale, i pediatri hanno condotto uno studio randomizzato che ha coinvolto 290 colleghi e circa 18.500 bambini vistati per trenta possibili motivi medici, e hanno poi riportato su Pediatrics quanto osservato. Metà dei genitori e dei bambini hanno incontrato un pediatra che aveva ricevuto la formazione, metà un pediatra di controllo, al quale non era stato proposto nulla di specifico.

Alla fine, considerando i bambini a basso rischio, tra i primi l’adesione alle linee guida è risultata dell’83,7%, tra i secondi del 34,7%. Tra i bambini a rischio più elevato le percentuali sono state complessivamente inferiori, probabilmente perché quando è già noto un fattore di rischio il pediatra mette spontaneamente in atto una serie di pratiche dedicate. Ma la differenza è stata comunque della stessa entità, e cioè: 27% con i pediatri dotati dei nuovi strumenti, e 10% tra i controlli. Inoltre, sempre tra i bambini a rischio, la percentuale di coloro cui è stato consigliato un test per le allergie è stata del 36% tra i pediatri sensibilizzati, e del 10% tra gli altri.

Minima spesa massima resa

Tutto indica quindi che anche provvedimenti semplici e a basso costo siamo potenzialmente molto efficaci, e possano fare una differenza enorme, aiutando tanto gli specialisti quanto i genitori.

Ora quegli stessi bambini saranno seguiti fino al compimento di due anni e mezzo, per verificare se a un’informazione adeguata corrisponda o meno un effetto sull’incidenza delle allergie alle arachidi.

L’introduzione precoce contro l’allergia

Nel frattempo, la speranza degli autori sull’importanza dell’introduzione precoce è che il messaggio continui a diffondersi, perché ancora oggi molti genitori ritardano l’aggiunta di alimenti critici come le uova per il timore di indurre allergie: niente di più sbagliato, secondo la stragrande maggioranza degli studi condotti negli ultimi anni. Al contrario, in generale e con le debite eccezioni e specificità del caso, gli alimenti allergizzanti più noti, per i quali sono disponibili numerosi studi, si dovrebbero inserire precocemente, in piccole dosi e con modalità adeguate, seguendo sempre il consiglio dei pediatri (nella speranza che questi siano aggiornati, anche con strumenti come quelli al centro dello studio).

Se si aspetta troppo, il rischio di allergie è molto più alto.

© Riproduzione riservata. Foto: Depositphotos.com

 

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