Coca-Cola in Austria ha richiamato ieri, a scopo precauzionale, 26 milioni di bottiglie dei marchi Coca-Cola, Fanta, Sprite e MezzoMix per la possibile presenza di piccoli pezzi di metallo. Il richiamo ha interessato le bottiglie in PET da 500 ml (=0,5 litri) dei marchi indicati qui sotto:
Le bottiglie richiamate hanno un termine minimo di conservazione (TMC) compreso tra il 04/02/2025 e il 12/04/2025 e il codice “WP”, presente sotto la data che si trova sul retro della bottiglia, sopra l’etichetta.
Nel comunicato dell’azienda si legge che: “Non si può escludere che un numero molto limitato di bottiglie in PET da 0,5 litri possa contenere piccoli pezzi di metallo a causa di un errore tecnico durante la produzione. Si consiglia di non consumare i prodotti potenzialmente interessati a causa di un possibile rischio per la salute.”
Il richiamo interesserebbe, secondo il quotidiano Kronen complessivamente 26 milioni di bottiglie, ossia la produzione di due mesi. Sconosciuta per ora la causa, anche se sempre il settimanale tedesco afferma che il problema sia da attribuire a “un setaccio che si è rotto durante la produzione”.
Non consumare e restituire
L’azienda precisa che “tutte le altre confezioni e imballaggi o altri marchi non sono interessati da questo richiamo. I consumatori possono restituire questi prodotti ai punti vendita austriaci per ottenere il rimborso del prezzo di acquisto, anche senza presentare lo scontrino”
Ricordiamo che, fino a diverso avviso, il richiamo interessa bottiglie vendute o distribuite esclusivamente in Austria. Dal primo gennaio 2024 Il Fatto Alimentare ha segnalato 217 richiami, per un totale di 556 prodotti. Clicca qui per vedere tutti gli avvisi di richiamo, i ritiri e le revoche.
© Riproduzione riservata. Foto: Depositphotos, Colahellenic.com
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Giornalista, redattrice de Il Fatto Alimentare, con un master in Storia e Cultura dell’Alimentazione
Devono essere stati frammenti estremamente minuscoli considerando quanto siano strutturati e considerando che al giorno di oggi si hanno a disposizione metal detector e sistemi di ispezioni a raggi X estremamente precisi.
Davvero pazzesco!
Una domanda, Valeria, ma se io acquisto dei prodotti che, leggo qui sul vostro giornale, vengono ritirati dai supermercati ecc… come fa un consumatore non lettore a capire che deve restituire un prodotto difettoso o potenzialnmente pericoloso per la sua salute? Quando vado nei supermercati di tutte le marche (e ho 60 anni) non vedo mai, mai cartelli che mi avvertano che tot prodotti devi restituirli perchè ritirati e pericolosi, o per lo meno non sono messi in primissimo piano, sta di fatto che nessuno lo sa mai. E’ molto grave. Nessun consumatore è stato mai avvertito da Esselunga o Conad, o Aldi o Famila ecc…
solo chi vi legge viene a sapere di queste magagne, il resto mangia e consuma pezzi di metallo, escherichia coli, listeria, muffe, senza saperne nulla. Si fa di tutto per non offendere lor signori supermercati e i loro bilanci milionari, e a farsi friggere la salute dei consumatori gregge.
In genere nei supermercati i cartelli relativi ai prodotti ritirati dal mercato sono esposti in prossimità del banco centrale di coordinamento, mentre nei supermercati piccoli in prossimità delle casse
In tutta onestà, mai visto nemmeno io avvisi di qualsivoglia genere, né su banchi centrali, né in prossimità delle casse. Troppo danno d’immagine, o la va o la spacca..!!
Io un annetto fa vidi l’avviso di ritiro in un IN’S riguardante il burro di arachidi Fiorentini. L’unica volta. E faccio spesa da 30 anni!
Aggiungo una postilla di disperazione ambientale, che è la stessa che mi blocca quando vorrei comprare una bottiglia di bevanda : ma ci pensiamo che è acqua di ignotississima origine ,colorata,addizionata a roba chimica e soprattutto Plastica!! E adesso questi 26 milioni ( oddiooo) di bottiglie dove finiranno?? Ahimè che danno all’ambiente, allo spreco idrico, al consumo di carburante, a quello elettrico.. Altro che pezzettino di metallo!!( che poi dicono loro questo,ma magari è d’altra tipologia, magari contaminazione da patogeni)