In Cina, è scoppiato lo scandalo dell’olio da cucina trasportato nelle cisterne per combustibili. Come riporta la BBC, il governo cinese ha fatto sapere di aver aperto un’indagine sull’impiego di autobotti per il trasporto di oli vegetali e sciroppi dopo aver contenuto combustibili o altre sostanze tossiche, senza svolgere adeguate operazioni pulizia e decontaminazione tra un carico e l’altro. Le accuse riguardano diverse aziende cinesi, comprese una filiale della statale Sinograin, e la Hopefull Grain and Oil Grou
La pratica di utilizzare le stesse cisterne per trasportare carburanti e olio da cucina sarebbe così diffusa in Cina, da essere considerata un “segreto di Pulcinella” nel settore, ha riferito un autotrasportato a Beijing News, quotidiano di proprietà del Partito Comunista Cinese. Nel Paese, infatti, non esistono limitazioni al tipo di merce che può trasportare una cisterna. Teoricamente, quindi, un’autocisterna può trasportare olio vegetale dopo aver contenuto carburanti.
Lo scandalo è rapidamente diventato uno degli argomenti più discussi sui social media cinesi, con decine di migliaia di post su Weibo, l’equivalente locale di Twitter (ora X). Molti degli utenti hanno collegato il caso con quello del latte alla melammina del 2008: all’epoca circa 300mila bambini risultarono avvelenati e almeno sei morirono dopo aver consumato latte contaminato dal composto chimico, usato dall’industria per la produzione di resine.
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Giornalista professionista, redattrice de Il Fatto Alimentare. Biologa, con un master in Alimentazione e dietetica applicata. Scrive principalmente di alimentazione, etichette, sostenibilità e sicurezza alimentare. Gestisce i richiami alimentari e il ‘servizio alert’.
Inestimabili
L’igiene è una “Cenerentola” del sapere scientifico in ogni cultura … ohimè
Finché la promessa fatta dal potere di benessere in cambio di ordine e subordinazione al partito unico regge tutto passa in secondo piano. Sono un po’ come noi italiani nel primo dopoguerra ma senza la scusante dell’ ignoranza. Evitiamo di acquistare prodotti dei quali non ne conosciamo la provenienza
Come cittadino, consumatore, lettore e agronomo penso che sia un fatto grave assai. Inoltre siamo (giustamente) subissati da norme, controlli e restrizioni sulle nostre produzioni alimentari mentre in Cina (ma non solo) dove avrebbero veramente la possibilità e la capacità di migliorare l’ambiente in generale, continuanoa mangiarsi il pianeta.n questo caso con un condimento schifoso! Tra l’altro sono specializzato in fitopatologia e macchine irroratrici degli agrofarmaci (non chiamateli pesticidi per favore…) quindi per quanto concerne i residui parliamo di ppm o meno.
Enrico
Non parliamo solo da agronomo ai trattamenti fatti in pieno campo ppm o meno per singolo prodotto pesticida o agro farmaco che dir si voglia ma è sempre la somma che fa il totale ed aggiungo poi i trattamenti che si fanno in magazzino post raccolta come il bagno antimuffa per kiwi e castagne ed altri prodotti per conservarli fino ad aprile in celle frigorifere. I kiwi in Italia vengono raccolti intorno ad ottobre ma vengono commercializzati fino ad aprile mescolandoli con la produzione che arriva dal Cile Nuova Zelanda ecc. solo al sapore si distinguono. Le case farmaceutiche per ì cosiddetti agrofarmaci fanno la stessa strategia che fanno per i farmaci per uso umano… cercano il profitto . Ed in Cina è la stessa cosa se non peggio.
Buona sera, se ben ricordo nel caso, mi pare, del formaggio alla melammina il problema era un artefatto delinquenziale per simulare un maggiore contenuto di proteine.
In quest’altro caso è il solo, becero e ignorante menefreghismo che non spinge a pensare che l’olio in questione, poi, lo potrebbe ingerire il proprio figlio.
Forse una semplice considerazione di tal tenore sarebbe sufficiente a far riflettere anche il più incallito ignorante ed evitare tali problemi.
Purtroppo, occorre un minimo di cultura e se i cinesi prediligono, non appena possono, di utilizzare cibo di importazione perchè non si fidano e un valido motivo lo abbiamo appena individuato.
A questo punto, forse, meglio non comprare olio, e molto altro, di origine incerta e a basso prezzo.
Grazie per il lavoro che svolgete con competenza e puntualità. Purtroppo, la ricerca dei brogli alimentari è costosa e problematica per la diffusione globalizzata delle truffe alimentari e non solo. Conviene sicuramente acquistare solo italiano e dei prodotti semplici, non processati e prodotti in Italia con ingredienti italiani. Ben venga l’autarchia degli alimenti .
Anche se di difficile attuazione, vedrei con favore l’istituzione di una commissione di controllo formata da esperti che possa analizzare preventivamente ed eventualmente autorizzare la vendita nel nostro paese di prodotti di provenienza da quei paesi dove non sia certa la sicurezza alimentare. In alternativa, la commercializzazione dei prodotti sospetti, dovrebbe essere richiesta preventivamente dagli importatori che dovrebbero essere responsabilizzati sulla salubrità dei prodotti medesimi.
magari sarebbe opportuno sapere se è stato esportato in europa…..