Il 20% della popolazione ritiene di essere affetto da un’allergia o da un’intolleranza alimentare, ma in realtà solo un decimo di questi casi viene confermato in seguito ad un corretto iter diagnostico. Negli ultimi anni queste patologie si sono diffuse a macchia d’olio e spesso si tende a classificare i disturbi come collegati al cibo, molto più frequentemente di quanto non lo siano in realtà.
Perché allergie e intolleranze alimentari sembrano diventate frequentissime? Il problema è legato in parte ad un effettivo aumento delle malattie allergiche ma, soprattutto, alle numerose diagnosi eseguite secondo criteri discutibili e non scientificamente provati.
False diagnosi
«Ciò che contribuisce in modo importante alle proliferazione delle false diagnosi – spiega Mauro Calvani, membro del Consiglio Direttivo della Società Italiana di Allergologia e Immunologia Pediatrica (SIAIP*) – sono i numerosi test, disponibili in commercio da anni ma privi fino ad ora di validità scientifica, come quelli di citotossicità, l’ALCAT test, l’elettroagopuntura secondo Voll, il DRIA, la provocazione-neutralizzazione sia sublinguale che sottocutaneo, la kinesiologia applicata, la biorisonanza, l’analisi del capello, l’iridologia, etc.
Si tratta di analisi discretamente costose per il paziente, ma soprattutto rischiose perché, non esistono dimostrazioni di validità scientifica. Questo vuol dire sottoporre le persone che ricevono una diagnosi non corretta di allergia e/o intolleranza alimentare, a diete che, specialmente nei bambini, possono portare a gravi squilibri nutrizionali». Inoltre, nei pochi soggetti veramente allergici, si aggiunge il possibile rischio di attribuire per errore la causa dei disturbi ad un alimento diverso da quello responsabile, con il pericolo di vedere persistere i sintomi.
Intolleranze alimentari e DNA
A tutti questi, ricorda Calvani, «si è aggiunto di recente un nuovo, fantasioso e miracoloso esame: “il test del DNA per intolleranze su 600 alimenti, oltre 200 acque minerali e 250 additivi alimentari”, reclamizzato di recente da una nota catena di vendita on line. Si può acquistare alla modica somma di 99,00 euro (scontato dell’82% altrimenti il prezzo sarebbe addirittura 451,00 euro) e con la promessa di avere anche “un piano nutrizionale personalizzato e un video-corso”».
Si tratta di un test fantasioso, secondo l’esperto della SIAIP, «perché propone la possibilità che persino le acque minerali possano essere responsabili di disturbi o malattie, per non parlare degli additivi, ai quali vengono da tempo attribuiti, pur senza sostanziali evidenze scientifiche, le più disparate malattie». Il kit è anche miracoloso perché «non esiste – chiarisce Calvani – la possibilità di dosare il DNA allo scopo di porre una diagnosi di intolleranza per 600 alimenti». Nel mondo scientifico si sa che non è possibile porre una diagnosi di certezza di allergia o di intolleranza alimentare tramite analisi del DNA.
Nessuna prova scientifica
«C’è di più – sottolinea Calvani – il sito internet attesta che il test di laboratorio è prodotto rispettando le norme Europee di sicurezza e di attendibilità, ma questo è poco importante. Per gli addetti ai lavori è evidente l’inattendibilità di questo test in quanto non esiste una sola dimostrazione scientifica della sua effettiva efficacia diagnostica».
«La diagnosi di allergia alimentare – conclude Roberto Bernardini (presidente nazionale della SIAIP e direttore della UOC Pediatria presso l’Ospedale San Giuseppe di Empoli) – può essere fatta solo dopo un corretto iter diagnostico che prevede una corretta anamnesi, l’esecuzione dei test cutanei o, se necessario, un’eliminazione temporanea dalla dieta dell’alimento sospetto come responsabile, oltre ad altri esami in casi selezionati».
* 15° Congresso Nazionale SIAIP – “Guardando al Futuro“, Napoli, 11-13 aprile 2013
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Giornalista, redattrice de Il Fatto Alimentare, con un master in Storia e Cultura dell’Alimentazione
il dr.Calvani ha espresso la sua opinione,sicuramente il test potrebbe essere un semplice spot pubblicitario, ma credere che gli addittivi e le migliaia di sostanze chimiche che ingeriamo da 60 anni a questa parte non siano scientificamente dannose , fa ridere le stesse cavie
Osservo con costante ripetizione la tendenza ad assolutizzare e magnificare il proprio lavoro e conoscenza, contrapposta a qualsiasi altra possibilità anche se basata su altri presupposti, ma che contrubuiscono almeno a sensibilizzare tutti, genitori per primi, che non possiamo mangiare qualsiasi cosa ci venga proposto.
Anche in questo caso l’elenco degli esclusi dai lavori seri sono tutti gli altri, nessuno escluso.
Non crede il Dott. Calvani, a parte alcune evidenti esagerazioni come il test citato sul DNA di 600 sostanze, altri test possano contribuire al difficile percorso di ricerca, nell’iter diagnostico del problema?
O anche per lui tutti gli altri colleghi che aggiungono risorse nuove, sono stregoni in malafede da condannare, perché pericolosi?
Disgraziatamente quando si parla di tests di intolleranze o peggio ancora di allergie (visto che di reazioni allergiche si può anche morire!) si entra in un marasma confuso di falsità e bugie, tutte utilizzate a far cassa a discapito del malcapitato che si affida al tizio in camice bianco! Se scientificamente un test per essere ritenuto attendibile deve essere ripetibile e cosi dare sempre il medesimo risultato, non si può dire lo stesso per i fantatests sopra citati. Tests di intolleranze usati soprattutto per buttare fumo negli occhi di chi vuol dimagrire e pensa che il grasso sia dovuto ad una “patologia” che non all’eccesso di cibo introdotto o, al contrario, allo scarso movimento fisico. Poi si, è vero che dimagriscono, ma perché gli si tolgono intere categorie alimentari, ossia riducono drasticamente le kcal giornaliere et voilà il tizio magicamente dimagrisce e magari non ha più il senso di pesantezza, bruciore, dolore, ecc ecc….tutte condizioni dovute allo “stress” fisico che l’apparato digerente subisce a causa di una scorretta ed eccessiva alimentazione.
Insomma, prima di entrare a gamba tesa nel mondo delle intolleranze è necessario conoscere le abitudini del paziente, fare tests ripetibili e poi escludere gli alimenti incriminati e che sicuramente il paziente conosce già.
Infine spesso il test del “doppio cieco” scopre che la gente sta male….dopo aver ingerito una capsula contenente nulla!!! spesso la suggestione ci danneggia senza volerlo!
perchè fare di tutte le erbe un fascio? tra i tests citati ce ne sono alcuni di pura fantasia ma altri con basi scientifiche certe; mi sembrerebbe più corretto fare una premessa al di là del test utilizzato: anzitutto verificare la funzionalità dell’apparato gastroenterico e in particolare la integrità della mucosa intestinale, a cui tutte le eventuali intolleranze si riferiscono.
…scusi, quali sarebbero le basi scientifiche certe? Mi può citare qualche lavoro e qualche prova di validità per cortesia
Come fa notare ezio, in questo e altri blog si cerca disperatamente di assolutizzare il metodo “scientifico” spacciato come l’unica soluzione vera a qualunque male (inclusi quelli causati dai suoi abbagli).
Solo la “scienza” ufficiale sponsorizzata dalle case farmaceutiche (e non solo) è quella corretta. Il resto è cospirazione, irrazionalità, stregoneria tutto da deridere, demonizzare, criminalizzare … senza distinzione di sorta. Esiste solo le pubblicazioni peer reviewed, così come prima di Galileo esisteva solo Aristotele e le pubblicazioni peer reviewed della Chiesa. Scienza che garantisce solo l’autoreferenzialità come quegli stessi blog derisi quando si citano uno con l’altro.
Su Focus di questo mese c’è scritto che le allergie possono essere dovute anche alla cattiva alimentazione: visto che i bambini non mangiano così poi tanto bene come succedeva qualche tempo fa, può essere una risposta?
Credo che Focus abbia ragione.In parte secondo me dipende proprio dal nostro modo di mangiare.
Si vedo tanta gente che soffre di queste patologie.Qualche anno fa erano molto meno diffuse e mio modesto parere.