In Francia, Unilever ha citato in tribunale la catena di supermercati Intermarché per aver esposto nei punti vendita cartelli che segnalavano ai consumatori la sgrammatura (nota anche come shrinkflation) di alcuni prodotti marchiati Findus, Knorr, Magnum e Carte d’Or. La sgrammatura è un’operazione portata avanti dalle aziende che riducono il peso del prodotto mantenendo lo stesso prezzo.
I cartelli esposti ponevano l’accento sulla riduzione di peso delle confezioni di gelato Magnum arrivata a 70 grammi. In questo modo il prezzo al kg lievita fino al 39%. Sui cartelli di Intermarché cartelli compariva la scritta “Avant, Magnum ça voulait dire grand”, cioè “Prima, Magnum significava grande”.
Unilever, infastidita da questa iniziativa, avrebbe inviato in alcuni punti vendita degli ispettori per cercare di rimuovere i cartelli ritenuti ‘denigranti’. A questa mossa sarebbe seguita la denuncia. L’udienza davanti al giudice è prevista per il prossimo 31 gennaio.
122 prodotti sotto accusa
Intermarché non è l’unica catena che ha deciso di segnalare ai consumatori i produttori che adottano pratiche poco corrette come la sgrammatura. Lo scorso autunno Carrefour aveva esposto manifesti che denunciavano la riduzione di peso di diversi prodotti. Secondo il sito francese Bfmtv la lista dei prodotti che hanno subito una sgrammatura in Francia comprende 122 nomi (clicca qui per vedere l’elenco).
Il governo francese ha l’intenzione di adottare provvedimenti per obbligare i rivenditori a informare i consumatori quando riducono le dimensioni o il peso di un prodotto. Si tratta di un provvedimento da concordare con Bruxelles.
© Riproduzione riservata Foto copertina: Magnumicecream.com
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Giornalista professionista, direttore de Il Fatto Alimentare. Laureato in Scienze delle preparazioni alimentari ha diretto il mensile Altroconsumo e maturato una lunga esperienza in test comparativi. Come free lance si è sempre occupato di tematiche alimentari collaborando per 30 anni con diverse testate giornalistiche (Corriere della sera, la Stampa, Espresso, Panorama, Largo consumo,La Gola, Il mondo, Bargiornale, Mark-Up, Focus, La nuova ecologia, Oggi). Ha collaborato con il programma Rai Mi manda Lubrano di Rai 3 realizzando 50 test comparativi e al programma settimanale di RaiNews 24 Consumi & consumi.
assolutamente d’accordo con l’iniziativa dei supermercati d’oltralpe!
Hanno più coraggio di noi italiani!…
Che il Magnum diventa sempre più mignon ce ne eravamo accorti anche senza bisogno dei cartelli… E per un gelato con quel nome, doppia delusione…
Un altro prodotto che mi pare sta in quel sistema è il tonno. Una volta le confezioni più piccole erano da 70 grammi netti, adesso siamo a 52 (chissà poi perché non 50…), poco più di una forchettata… E’ anche uno spreco in rapporto ai materiali usati per la confezione
La confezione di tonno più piccola si nota subito.
Ricordo che per alcuni prodotti, per legge, le confezioni dovevano essere di peso previsto appunto da disposizioni legislative. Per il miele, ad esempio, il peso doveva essere di 500 gr. o di 1000 gr. senza possibilità di pesi intermedi. Ormai tutto, compresi detersivi ecc. possono avere confezioni con pesi i più disparati. L’unica cosa è armarsi di pazienza e controllare il costo al chilogrammo. Se sistematicamente si fa attenzione a questo particolare si noterà ad esempio che le buste di salumi già confezionate presentano dei prezzi talvolta di importo doppio di quello praticato al banco dove i salumi vengono venduti al peso richiesto dal cliente. Gli stessi supermercati approfittano del fatto che spesso i clienti non vogliono perdere tempo ed acquistano senza fare attenzione al prezzo al chilogrammo. Comunque è da considerare positivamente la pratica riportata nell’articolo che alcuni supermercati avvisano che alcuni prodotti confezionati sono stati oggetto di “sgrammatura” da parte dei produttori. Sarebbe auspicabile che, per legge, in ogni punto vendita di qualsiasi dimensione, venissero esposti obbligatoriamente dei cartelli che invitassero i clienti a fare attenzione al prezzo al chilogrammo. Ma si sa, nessun tacchino spera che arrivi il
“giorno del ringraziamento”.
Bravissimi! Spero siano imitati anche qui. Intanto Unilever finisce dritta nella mia banlist!
A prescindere dal grave problema della shrinkflation, non è che la GDO (e in Francia non fanno eccezione) siano i buoni.
Fanno anche loro i propri interessi per avere margini più alti!
Di certo i consumatori sono sempre e solo soggetti passivi e subiscono le distorsioni del mercato
Penso che i francesi hanno fatto bene a sottolinare questa sgrammatura. Siamo stufi dello strapotere di questi grandi marchi che pensano di fare come più gli pare.