La nota positiva del nuovo Piano strategico per l’eradicazione della peste suina che ha colpito in modo pesante anche l’Italia è che non verrà mobilitato l’esercito come qualcuno auspicava. È questa forse l’unica buona notizia dall’inizio dell’epidemia iniziata nel gennaio 2022. In questo periodo le autorità governative hanno gestito in modo “inappropriato” (qualcuno sostiene in modo disastroso) la questione, e per questo motivo oggi il problema riguarda sei regioni e ben 15 allevamenti. La possibilità che nel nuovo Piano strategico venisse coinvolto l’esercito come molti auspicavano sarebbe rientrata nelle tante attività “inadeguate” portate avanti fino ad ora.
Il Piano delle Regioni prevede il monitoraggio delle catture precisando che le operazioni devono essere condotte in modo selettivo in modo da aumentare del 200% i capi abbattuti. Questo incremento del numero di animali catturati dovrebbe favorire la formazione di una “filiera alimentare della selvaggina” e la distribuzione delle carni anche a circuiti caritativi. Questo aspetto presuppone l’apertura di punti di macellazione in grado di ricevere i cinghiali abbattuti e quindi la commercializzazione delle carni. L’altra cosa da fare è “la ricerca attiva di carcasse e il monitoraggio epidemiologico per verificare la distribuzione e l’andamento dell’epidemia di peste suina. Un’altra iniziativa riguarda l’adozione di misure di biosicurezza negli allevamenti di suini oltre a corsi di formazione per gli operatori del settore. Nel Piano viene ribadita la validità delle barriere di contenimento per delimitare le zone infette che in verità in questi mesi hanno dato scarsi risultati. L’ultimo impegno, ma non per questo meno importante, è la corretta gestione dei rifiuti per impedire ai cinghiali di trovare fonti di cibo sia nei pressi dei centri urbani sia nei dintorni degli allevamenti di suini.
Detto ciò, bisogna registrare un ulteriore aggravamento della situazione. Secondo la direzione generale della Sanità Animale i focolai confermati in Lombardia sono otto, tutti in provincia di Pavia (uno nel comune di Montebello della Battaglia, cinque nel comune di Zinasco, uno nel comune di Dorno e uno nel comune di Somma. Il totale dei capi coinvolti è di circa 13.000. Ma le attività di indagine epidemiologica hanno evidenziato altri otto allevamenti a rischio nei quali si è proceduto ad abbattere 7.500 capi.
Le autorità sanitarie hanno individuato un’area di circa 10 km attorno ai focolai all’interno della quale è stato proposto il depopolamento preventivo degli animali presenti negli allevamenti. La stima complessiva dei capi abbattuti e da abbattere è alla fine di circa 33.000 suini e purtroppo gli esperti dicono che siamo solo all’inizio.
I focolai segnalati negli allevamenti delle altre regioni sono sette. Le carcasse di cinghiali (che insieme ai cinghiali vivi sono ritenute il collegamento fra il virus della peste suina e gli allevamenti), dall’ inizio dell’epidemia sono in totale 1.059, di cui 269 nel 2022 e 790 nel 2023 e sono così distribuiti: Piemonte: 143 casi nel 2022 e 345 nel 2023; Liguria: 78 casi nel 2022 e 356 nel 2023; Lazio: 48 casi nel 2022 e 43 nel 2023; Calabria: 16 casi nel 2023; Campania: 27 casi nel 2023; Lombardia: 3 casi nel 2023.
PSA_AGGIORNAMENTO_EPIDEMIOLOGICO.pdf340.83 KB
Alla data del 14 settembre 2023
© Riproduzione riservata Foto: Depositphotos
Siamo un sito di giornalisti indipendenti senza un editore e senza conflitti di interesse. Da 13 anni ci occupiamo di alimenti, etichette, nutrizione, prezzi, allerte e sicurezza. L'accesso al sito è gratuito. Non accettiamo pubblicità di junk food, acqua minerale, bibite zuccherate, integratori, diete. Sostienici anche tu, basta un minuto.
Dona ora
Giornalista professionista, direttore de Il Fatto Alimentare. Laureato in Scienze delle preparazioni alimentari ha diretto il mensile Altroconsumo e maturato una lunga esperienza come free lance con diverse testate (Corriere della sera, la Stampa, Espresso, Panorama, Focus…). Ha collaborato con il programma Mi manda Lubrano di Rai 3 e Consumi & consumi di RaiNews 24
Adesso si svegliano?
Comportamento delle autorità non è stato disastroso, ma CRIMINALE!!!
gli allevamenti industriali vanno chiusi.
gli animali devono essere allevati al pascolo, in particolare i suini, cui possiamo dar da mangiare direttamente i campi di mais e&o patate a colture miste… a rotazione…
se li scavano da soli e ti riseminano anche parte del cibo raccolto…
Meno carne e solo se biologica
per salvare il pianeta
ecco, esatto. Allevamenti allo stato brado. La soluzione migliore per risolvere il problema della peste suina…