Pasqua con chi vuoi? Sì, ma senza dimenticare l’attenzione all’ambiente. Non è però facile organizzare pic-nic e feste primaverili con molti partecipanti rinunciando del tutto alle stoviglie usa e getta. Per chi quindi non riesce proprio a evitare l’impiego di piatti, posate e bicchieri monouso, è importante fare il punto della situazione sulle ultime novità in fatto di differenziazione di questi rifiuti. Innanzi tutto chiariamo un punto: non stiamo più parlando di prodotti di plastica. Con il decreto legislativo 196 del novembre 2021, infatti, l’Italia ha recepito la direttiva europea Sup (Single use plastic), che si pone l’obiettivo di ridurre al massimo l’uso di questo materiale e di rendere tutti gli imballaggi che lo impiegano completamente riciclabili o riutilizzabili entro il 2030.
Il recepimento della direttiva comprende diversi aspetti, dei quali abbiamo già parlato in altri articoli, per quanto riguarda però in particolare piatti, bicchieri e posate, a partire dal gennaio 2022 non sono più realizzati con materie prime plastiche, ma esclusivamente con materiali compostabili o carta (si trovano anche le posate di legno). Naturalmente è stato necessario un po’ di tempo perché le scorte delle aziende fossero consumate, ma al momento, anche grazie ad alcune visite a campione presso supermercati e catene specializzate in articoli non alimentari, abbiamo verificato che, sugli scaffali dei negozi, questi articoli usa e getta di plastica non si trovano più.
Giunge comunque in soccorso di chi ancora avesse qualche dubbio un’altra normativa di recente applicazione: dal primo gennaio 2023, su tutte le confezioni in vendita sono indicate le modalità di conferimento. È cioè scritto chiaramente dove vanno gettate le varie componenti (Decreto legislativo del 3 settembre 2020 sull’etichettatura ambientale obbligatoria). Fermo restando, come sempre, che i prodotti privi di etichettatura già immessi in consumo potranno essere commercializzati fino a esaurimento delle scorte, si tratta ormai di indicazioni comprensibili e facilmente reperibili.
Difficile quindi sbagliare. Oggi fare la raccolta differenziata dopo un pic-nic o un buffet è diventato ancora più semplice, le stoviglie compostabili non vanno più nemmeno separate dai residui di cibo. Possono assomigliare, e anche molto, ai vecchi prodotti di plastica, ma sarebbe decisamente un errore buttarli nel sacco giallo. Non si tratterebbe solo di una fatica inutile, ma anche di un gesto dannoso, perché le macchine dei riciclatori rischiano di non riconoscere i nuovi materiali e di ‘trattarli’ come se fosse plastica.
Le novità su questi prodotti costituiscono quindi un importante passo avanti per l’ambiente che però, se non è supportato da una corretta informazione e dal giusto comportamento di chi poi li utilizza, potrebbe trasformarsi in un boomerang. Nel dubbio, quindi, controlliamo sempre, tenendo conto che l’indicazione del materiale compostabile è riportata anche sulla singola stoviglia, ma si tratta spesso di una scritta poco visibile. Resta la questione che alcuni centri di compostaggio potrebbero non essere ancora adeguatamente attrezzati per lavorare insieme agli scarti di cibo questi materiali molto più resistenti (i tempi di degradazione sono diversi) o che si sono ripetuti nel tempo episodi di “falsi compostabili”. Si tratta comunque di casi isolati, che non devono condizionare i comportamenti di chi è attento al corretto smaltimento dei rifiuti. Senza dimenticare che, in ogni caso, meno se ne producono e meglio è.
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piatti di metallo al pari delle posate sarebbe troppo pratico ? bicchieri di plastica pesante ?
Un pic nic si puo’ fare anche con stoviglie tradizionali , alla fine butti tutto in auto e poi giunto a casa in lavastoviglie ma non vorrei che tanta gente perdesse il pedigree
“Le novità su questi prodotti costituiscono quindi un importante passo avanti per l’ambiente”
L’unico reale “passo avanti per l’ambiente” sarebbe ********IL DIVIETO ******** di fabbricazione, vendita, detenzione, trasporto e uso di stoviglie e posate monouso, il cui difetto è la loro INUTILE E DANNOSA ESISTENZA, NON il materiale in cui sono fatte, perché TUTTI sono dannosi per l’ambiente anche solo per le materie prime, l’acqua, l’energia, le strutture sprecate per fabbricarle, confezionarle, immagazzinarle, trasportarle, commercializzarle, riciclarle (per non parlare di quelle che vengono disperse nell’ambiente, ovviamente).
E non lasciatevi raccontare che siano necessario o addiritttura insostituibili, io ormai da anni porto con me, in una normale borsina di tela, piatti in melammina, bicchiere in silicone, posate in acciaio, avvolte in un tovagliolo in cotone, e uso il tutto in OGNI occasione in cui vi sia un buffet di qualunque tipo.
Ingombro e peso sono ridicoli, una volta usati li avvolgo nel tovagliolo, a casa li lavo a mano in 5 minuti (no, niente lavastoviglie casalinga, è un oggetto insensato), tovagliolo e borsina vanno in lavatrice col bucato grosso, il tutto è riusabile all’infinito.
E nelle fiere e nella ristorazione di strada basterebbe noleggiarle a chi non le ha, su cauzione inclusa nel costo delle vivande (restituibile a fine uso se non se le vogliono portare a casa per poi riusarle), in modo che il tutto possa essere lavato in loco con lavastoviglie professionali di ingombro limitato; per non parlare ovviamente delle mense fisse scolastiche, industriali e ospedaliere, che non dovrebbero neppure conoscere l’esistenza di qualunque tipo di monouso, imballo o stoviglia che sia.