Aumento dei prezzi vuol dire pagare 1,90 € per una bottiglietta di plastica di acqua minerale da mezzo litro al bar dell’aeroporto di Catania. L’aumento dei listini si avverte anche al ristorante, dove per una bottiglia di San Pellegrino da 75 cc, questa volta in vetro e servita al tavolo, in un località nella provincia di Ragusa chiedono 3 €. Il conto sale se si ordina la stessa bottiglia seduti comodamente in un dehor della Galleria Vittorio Emanuele di Milano, dove il listino oscilla da 6 a 8 € (il conto diminuisce se la bottiglietta di San Pellegrino è da 25 cc).
Se in questo caso bisogna considerare i costi del servizio in una delle gallerie più belle d’Italia meno comprensibile è pagare quasi 4 euro al litro per due bottigliette all’aeroporto di Catania dove peraltro è vietato introdurre liquidi. Analogo il discorso per il ristorante dove, considerando il prezzo al litro, si arriva a una cifra simile. Trattandosi di prezzi adottati in pubblici esercizi bisogna calcolare le spese accessorie, e quindi non si possono fare paragoni con i listini dei supermercati dove le bottiglie da due litri si trovano anche a 0,26 €, mentre per quelle da mezzo litro bastano 0,20 €.
Il consumo di acqua minerale in Italia
Il discorso sul consumo di acqua minerale in Italia va oltre questi aumenti non sempre giustificati dei prezzi su cui vale comunque la pena di riflettere. Per noi bere acqua in bottiglia è un vizio nazionale. Siamo il Paese al mondo che ne consuma di più dopo il Messico, dove però si usano molto i boccioni da 5 e 10 litri nelle zone non servite dalla rete idrica. Da noi i formati variano da 25 cc in vetro sino a due litri in plastica e nessuno sa quante bottiglie si vendono.
I dati di Mineracqua non lo indicano. L’ultima rilevazione è del 2018 e parla di 13,7 miliardi di litri, pari a 221 litri a testa, senza precisare però il numero di bottiglie. Eppure oggi il consumo di plastica rappresenta un elemento importante, vista la generalizzata tendenza nell’ambito alimentare di ridurre al minimo il packaging. Nel caso dell’acqua minerale il problema del contenitore risulta cruciale, perché il costo finale è correlato per buona parte alla contenitore e, in misura decisamente minore, alla produzione e alla commercializzazione dell’acqua.
Per limitare i consumi di plastica e risparmiare qualche euro, si potrebbe rinunciare in moltissimi casi all’acqua in bottiglia e ricominciare a utilizzare le caraffe riempite con l’acqua di rete che, in buona parte delle Regioni italiane, è di buona o ottima qualità. Uno sforzo è richiesto anche ai ristoratori che dovrebbero portare sempre a tavola una caraffa riempita di acqua del rubinetto, come si fa a Parigi e a New York e non farsi trovare impreparati se qualche cliente chiede di pasteggiare con l’acqua del sindaco.
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Giornalista professionista, direttore de Il Fatto Alimentare. Laureato in Scienze delle preparazioni alimentari ha diretto il mensile Altroconsumo e maturato una lunga esperienza in test comparativi. Come free lance si è sempre occupato di tematiche alimentari.
I ristoratori non serviranno mai acqua in caraffa gratuitamente. Per loro le bevande sono il grosso del guadagno tant’è che infatti persino l’acqua filtrata costa quanto quella in bottiglia.
Assurdo? Assolutamente ma non penso che la situazione cambierà a breve.
infatti, fanno pagare anche l’acqua microfiltrata naturale o gassata da loro, mi è capitato di pagarla come acqua minerale, ma era semplicemente acqua di rubinetto
Tempo fa, in una pizzeria a Milano, ordinai la pizza e, dato che in quel periodo mi avevano sconsigliato di bere durante il pasto, non presi niente da bere, solo un caffè a fine pasto. Alla cassa, nel conto, mi ritrovai una minerale, che a loro avviso faceva parte di un ipotetico menù fisso.
Servono * provvedimenti urgenti* contro l aumento e la speculazione dei prezzi che nn riguardano solo l acqua minerale ,ma tutta la catena alimentare … Alcuni giorni fa una signora ha chiesto alla commessa del supermercato quale fosse l acqua minerale con il prezzo più basso. perché l acqua che acquistava solitamente era troppo cara . .E poi un altro giorno un anziano che nn riusciva più a comprare ai propri gatti la solita marca dei croccantini ed era disperato per il notevole aumento dei prezzi .Aveva timore che i suoi gatti nn mangiassero più se lui avesse cambiato marca ,,cosicche mi sono proposta di pagargli alcuni pacchi. . Infine ho visto nel supermercato una signora passare un proprio buono sconto ad un altra donna per aiutarla La gente nn ce la fa più a pagare l indispensabile per la propria vita e questo è inammissibile e inaccettabile per una società civile.
Buongiorno, verissimo che viviamo in una società civile, solo che questa società è malata; dov’è la maggior parte delle persone? Si estraniano alle problematica dei loro simili, come se il problema non li riguardasse, povera razza Umana ignobile e miserabile, la natura e l’ambiente prima o poi, ci porgerà il conto da pagare ,solo all’ora torneremo con i piedi per terra.
In Italia tutti i ristoranti impongono il consumo di acqua “minerale” in bottiglia di plastica o di vetro a prezzi da rapina. Se il cliente chiede acqua di rubinetto, avanzano scuse di ogni tipo,
L’ultimo (buon) ristorante frequentato a Chinatown di Milano, sostiene che “l’acqua dell’acquedotto è pericolosa”.
Piena di buone intenzioni ma non realistica la proposta delle caraffe se manca un movimento per il rispetto del diritto fondamentale del consumatore all’acqua e sopratutto se il Comune di Milano non esercita questo controllo e l’acquedotto non rivendica la propria salubrità.
Basterebbe rendere obbligatorio pubblici esercizi la fornitura di caraffa di acqua del sindaco ad ogni tavolo
L” Acqua filtrata e gasata servita nei ristoranti al posto di quella minerale é una furberia. Non esiste controllo della comunicazione al consumatore che non si tratta di acqua minerale e non ci sono controlli sugli impianti e loro manutenzione. Bisognerebbe rendere obbligatoria la fornitura alternativa e gratuita di caraffa di acqua naturale del sindaco non gasata al cliente.