Ratto bianco su una superficie di legno

topi pane dolciPer sfamare una popolazione mondiale in continua crescita in maniera sostenibile dovremmo allevare i roditori? Ne parla un articolo di Giovanni Ballarini su Georgofili.info, notiziario di informazione a cura dell’Accademia dei Georgofili

Cutty Sark è il nome di uno delle più famose navi a vela veloci adibite al trasporto delle merci sulle rotte oceaniche (da New York a San Francisco via Capo Horn), utilizzate fin sul finire del XIX secolo prima della ferrovia transcontinentale americana e l’apertura del Canale di Panama. Una leggenda su questa nave racconta che l’equipaggio non soffriva di scorbuto, perché durante la navigazione il cibo a bordo veniva  integrato con i ratti, le cui carni contengono vitamina C. Secondo la leggenda, si tratta di un’abitudine  dei marinai di origine africana, che seguivano antiche abitudini alimentari delle terre d’origine, dove i topi e i ratti sono denominati ‘quaglie dei poveri’.

conigli allevamento all'aperto
Ne Medioevo in Europa è comune per il popolo consumare piccoli animali come conigli, ma anche roditori

Mangiare piccoli animali non è comunque una cosa così strana. Ad esempio nel Medioevo europeo l’alimentazione a base di carne comprendeva: cervi, caprioli, daini e altri grandi ruminanti destinati ai signori, mentre cinghiali e maiali erano per commercianti e artigiani. Il popolo si accontentava delle carni minute di una miriade di piccoli animali che comprendevano conigli e altri roditori, uccelli di ogni taglia dai colombi ai passeri, gatti e altre bestiole catturate con i più diversi mezzi. Oggi il solo pensiero di mangiare un topo o un ratto innesca una forte reazione di disgusto nella maggior parte degli occidentali, ma per molte persone nel mondo un roditore è una delizia culinaria come ha fatto notare anche Karl Gruber (*).

Cibarsi di roditori non è quindi una nuova tendenza: le cavie sono i primi roditori addomesticati e allevati in Perù nel 2.500 a. C. In Cina, durante la dinastia Tang (618-907 d.C.), i ratti sono denominati cervi domestici e si mangiano anche appena nati ripieni di miele, in una maniera che ricorda i ghiri al miele degli antichi romani. Roditori di piccola taglia non sono quindi sgraditi ma ricercati anche dai ricchi. I ratti sono un alimento anche in alcuni Paesi dell’Indocina. In Sud e Centro America diverse specie di roditori sono molto apprezzate in cucina anche in preparazioni gastronomiche e alcune sono allevate in modo simile agli animali domestici.

porcellino d'india o cavia in un prato
Le cavie sono allevate a scopo alimentare in Perù da migliaia di anni

I ratti della canna da zucchero (Thryonomys swinderianus), presenti in tutta l’Africa occidentale e centrale, sono roditori che raggiungono i sessanta centimetri di lunghezza e un peso di dieci chilogrammi. Sono cacciati come altri animali selvatici o allevati in Benin, Togo, Camerun, Costa d’Avorio, Gabon, Ghana, Nigeria, Senegal e altri paesi. Per i curiosi, sono già serviti in alcuni ristoranti africani in Europa, a Londra come a Parigi.  L’agouti (Dasyprocta punctata), il capibara (Hydrochoerus hydrochoerus) e la nutria (Myocastor coypus) sono trasformati in piatti in diversi paesi dell’America Latina. In Perù il cuy, cavia o porcellino d’India (Cavia porcellus), è una prelibatezza gastronomica. In Italia istrici e scoiattoli sono stati a lungo tempo considerati cibo. In molti paesi e regioni, la carne di roditori è quindi una componente della dieta delle persone, non solo dei poveri, ed è apprezzata per il suo gusto.

I roditori sono l’ordine di mammiferi più numeroso in termini di specie (probabilmente non in termini di biomassa), comprendente circa il 43% delle specie totali attualmente esistenti. Il loro successo è dovuto alla piccola taglia, al breve ciclo riproduttivo e all’abilità di rosicchiare e mangiare un’ampia varietà di cibo. L’uso alimentare dei roditori da parte dell’uomo è quasi esclusivamente un fenomeno culturale e per questo, almeno nelle molte aree del mondo dove questi animali già da tempo immemorabile sono consumati come cibo, alcuni esperti suggeriscono che allevare e mangiare roditori potrebbe essere una soluzione per alleviare i problemi di fame e malnutrizione. Un’idea non nuova, perché secondo un rapporto della Fao, almeno undici specie di roditori sono utilizzate in tutto il Centro e Sud America come fonti di carne, e un numero simile di specie viene consumato in Africa, creando allevamenti di animali di piccola taglia, ma di grande produttività e con la capacità di usare alimenti di scarto e sottoprodotti non competitivi con l’alimentazione umana.

Secondo la Fao almeno 11 specie di roditori sono consumate in tutto il Centro e Sud America e lo stesso avviene in Africa

Secondo le stime della Fao, la popolazione sulla Terra dovrebbe raggiungere i nove miliardi entro il 2050, richiedendo un aumento del 50% della produttività alimentare, soprattutto di carne. I roditori potrebbero essere un modo per contribuire ad affrontare il problema di un pianeta che non può sostenere la prevista domanda di proteine della carne. Questi animali potrebbero essere trasformati in cibo, in modo analogo a quanto sta avvenendo per gli insetti. Tutto questo considerando gli importanti se non determinanti aspetti culturali , sapendo che per una parte della popolazione mondiale mangiare roditori non sarebbe una novità, ma un ‘ritorno al futuro’.

(*) Nota: Grubert K. – Rodent meat – a sustainable way to feed the world? Using rodents as food has a long tradition in many parts of the world – EMBO Reports 17, 630-633, 2016

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Roberto
Roberto
20 Settembre 2022 10:42

Articolo molto interessante che mette ancora una volta in risalto come le varie culture considerino alimento alcuni animali che per altri sarebbero immondi…

Giorgio D.A.
Giorgio D.A.
23 Settembre 2022 15:50

Da circa mezzo secolo si è progressivamente andati mangiando cibo animale che assomigliasse agli animali il meno possibile. Non voglio entrare nelle ragioni, ma che esistano bambini cresciuti a pollo, burger e prosciutto che non abbiano mai visto un pollo, un vitello o un maiale dal vivo è indubbio. Non hanno la più pallida idea che a monte ci siano vite di animali veri, capaci di affetto e condivisione.
Non sono certo di avere mangiato gatto, ma sicuramente conigli, galline e porcellini d’india si, senza dubbio. Corsi e ricorsi..mai avrei pensato di sentir parlare di cibarsi di topi e porcellini d’india di nuovo, ma sembra che le cose stiano mettendosi davvero male e per sopravvivere si pensa a tutto.

roberto pinton
roberto pinton
4 Ottobre 2022 13:28

@Giorgio
Assolutamente vero, anche a livello semantico.
Nei Paesi di lingua inglese, il maiale (vivo) è PIG, mentre le braciole e le salsicce di maiale macellato sono di PORK, il manzo (vivo) è OX, la vacca è COW (insieme sono CATTLE), ma la bistecca o lo spezzatino di bovini macellati sono di BEEF.
Fanno eccezione le preparazioni a base di coda, che sono OXTAIL (ma comprendono tutti i bovini, non solo il manzo).

Lorenza Bottino
Lorenza Bottino
15 Ottobre 2022 09:37

Si continua a cercare alternative alla carne di bovini o maiali o altre specie… ma perché non proviamo a diventare vegetariani ???
Oggi sappiamo moltissime cose e studi affermano che si può stare bene anche senza carne…
Due o tre settimane fa, hanno fatto su RAI 3 una puntata di “Indovina chi viene a cena” e in un laboratorio in Israele stanno producendo carne con un pezzettino di animale… e questo pezzettino si può ricavare anche dagli animali morti di vecchiaia… una puntata ed una trasmissione interessantissima che ci apre a nuove strade per alimentarci rispettando gli animali ed il pianeta.
Perché andare ad allevare altri animali?

Paolo Gaetani
Paolo Gaetani
15 Ottobre 2022 16:44

Con tutto il rispetto per il professore, ma topi e ratti preferisco evitarli, sia da vivi che da morti: sono animali sporchi, vivono spesso nelle fogne, portano malattie e, anche se allevati, suscitano un senso di ribrezzo e di schifo. Possibile che non ci siano alernative migliori?

Doriana
Doriana
15 Ottobre 2022 16:58

Prima l’elogio degli insetti, ora dei topi e altre specie di roditori…
Sto aspettando con apprensione che cosa gli scienziati ci diranno che sarà assolutamente necessario mangiare per fronteggiare le prossime crisi alimentari. D’altra parte, se siamo troppi sulla Terra…

Daniela
Daniela
15 Ottobre 2022 21:16

Interessante. In effetti, il cibo è culturale. Non ci sono motivi razionali (es. la tossicità) per escludere alcuni animali dall’alimentazione: cuciniamo conigli ma non gatti, crostacei ma non insetti, anguille ma non serpenti, ci fanno inorridire gli allevamenti da carne di cani, animali intelligenti, ma ci nutriamo di maiali, animali altrettanto intelligenti. Il topo fa paura, ci ricorda pestilenze e carestie, può trasmettere malattie… ma queste argomentazioni non reggono se gli animali provengono da allevamenti. Resta il tabù culturale, difficile eliminarlo.
E pensare che il topo, proverbialmente prolifico, è il cibo base di molti carnivori e lo snack di quelli più grossi. Povero piccolo, anziché un nemico potrebbe diventare, suo malgrado, una risorsa.

Mauro Gallazzi
Mauro Gallazzi
17 Ottobre 2022 21:32

Perché mangiare topi e insetti quando si possono mangiare tranquillamente conigli, polli, e altri animali da cortile come si è sempre fatto.
Smettiamola di continuare a dire stupidaggini per fare contente le multinazionali.