Tra tutti gli animali da allevamento, i maiali si trovano in una posizione del tutto particolare. Sono gli unici che vengono allevati esclusivamente per la loro carne e, fino a poco tempo fa, mancava un’attenzione condivisa al loro benessere. Nella maggior parte delle culture, il maiale è stato per millenni considerato come animale da macello per antonomasia, del quale, come si soleva dire, ‘non si butta via niente’. Eppure stiamo parlando di esseri viventi che, notoriamente, sono anche molto intelligenti e sono oggetto di numerose ricerche cognitive per la loro somiglianza fisiologica e anatomica con l’uomo, possedendo un cervello grande e ben sviluppato.
Nell’agosto 2021 abbiamo pubblicato a questo proposito un approfondito intervento di Giovanni Ballarini sull’Accademia dei Georgofili. Si parlava della necessità di migliori condizioni di allevamento, che tengano in considerazione le facoltà intellettive e, quindi, le esigenze di questi animali. Tra i temi più dibattuti spicca quello del taglio della coda, effettuato durante i primi giorni di vita perché, in particolare negli allevamenti intensivi, gli animali stressati e privati della possibilità di svolgere qualunque tipo di attività, finiscono per morsicarsi vicendevolmente la coda (e le orecchie). Si tratta di un comportamento che può provocare ferite gravi, ascessi e altri problemi sanitari e gli allevatori spesso preferiscono risolvere il problema alla radice, anche se questa pratica provoca sofferenze all’animale. Senza contare che, comunque, la morsicatura reciproca costituisce un evidente segnale di malessere.
A livello europeo si discute ora dell’opportunità di vietare questa pratica (caudectomia) ma, già nel 2015, uno studio dell’istituto zooprofilattico sperimentale delle Venezie prendeva in considerazione la possibilità di evitarla evidenziando che, per ridurre i conflitti, occorre dare al gruppo di animali la possibilità di socializzare e di stabilire un equilibrio tra loro, favorendo comportamenti esplorativi. Per tale motivo si raccomandava di prevedere nel capannone la presenza di materiali in grado di arricchire lo spazio, tra questi: paglia, corde o tronchi di legno (disposti a terra oppure appesi), che dessero ai maiali la possibilità di ‘giocare’ con gli oggetti. Oltre agli arricchimenti ambientali, l’istituto consigliava fin da allora anche di aumentare lo spazio a disposizione, sostituire i pavimenti fessurati e di dislocare le mangiatoie alle pareti. In linea con questa consapevolezza, nel 2019 l’azienda Officine Sole di Ghedi (Brescia), specializzata nella produzione di articoli per l’allevamento dei suini, aveva addirittura proposto a questo scopo una serie di accorgimenti ad hoc, una sorta di ‘sala giochi’ per maiali.
Le soluzioni, insomma, non mancherebbero, tra gli operatori professionali vi è però tuttora una diffusa opposizione a introdurre il divieto della caudectomia a livello europeo. È questo ciò che emerge dai risultati della consultazione sul benessere animale promossa dalla Commissione europea e svoltasi tra l’ottobre dello scorso anno e il gennaio 2022, in vista della revisione della legislazione. Il risultato emerso da questa valutazione è che, mentre l’84% dei cittadini si dice favorevole al divieto del taglio della coda nei suini, fra le autorità competenti questa quota scende al 42% e, tra gli operatori professionali, arriva solo al 18%.
Eppure, continuano a crescere le esperienze a riprova della sensibilità e della disposizione al gioco di questi animali. Tra le ultime, e più curiose, spicca un’installazione proposta a Milano questo mese di giugno, in occasione del Fuorisalone durante la Design Week. Si tratta di uno strumento musicale per maiali (pigstrument) teso a studiare il loro potenziale interesse per il suono e la musica. Ricordiamo a questo proposito che i suini hanno una pessima vista, mentre vantano un udito superiore al nostro, che permette loro di cogliere anche suoni per noi non udibili. La ricerca scientifica è solo all’inizio nell’esplorazione della possibilità di una ‘cultura animale’ e la maggior parte delle nostre conoscenze in questo campo riguarda gli animali domestici, mentre gli animali da allevamento sono spesso considerati esclusivamente come cibo. Eppure, nonostante dal video (vedi sopra) potrebbe venire il dubbio che gli animali siano interessati esclusivamente a mangiare piuttosto che a suonare lo strumento, l’esperimento sembra confermare un effettivo interesse per la musica da parte dei suini.
© Riproduzione riservata; Foto: AdobeStock
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