Aumenta il peso delle prove a favore dell’introduzione, sulle bevande zuccherate, di foto realistiche che descrivano i danni dell’obesità, del diabete, delle malattie cardiovascolari a cui sono associate. Dopo anni di tentativi con strumenti meno aggressivi e di impegni rimasti tali da parte dei produttori, sono numerosi gli esperti che, forti delle evidenze di efficacia, chiedono strategie analoghe a quelle impiegate contro il fumo.
Una conferma dei risultati concreti portati da quel tipo di moral suasion giunge anche da uno studio condotto dai ricercatori dell’Università della Carlina del Nord, pubblicato su PLoS One, in cui è stato ricreato un ambiente del tutto simile a quello dei market con prodotti a basso prezzo di cui sono piene le città americane e non solo. In questo scenario, i ricercatori hanno chiesto a 326 genitori di bambini di età compresa tra i 2 e i 12 anni di scegliere in un finto minimarket uno snack e una bibita per il figlio, più un prodotto per la casa, in modo che nessuno si rendesse conto dell’obiettivo specifico dello studio, cioè le bevande. I partecipanti, metà dei quali appartenenti a minoranze particolarmente colpite dall’obesità (25% afroamericani, 20% latinoamericani), sono stati suddivisi in due gruppi: uno ha trovato nei frigoriferi normali bevande con codice a barre, mentre per l’altro le bottiglie avevano etichette che mostravano i danni del diabete e al cuore. Alla fine, ogni partecipante ha ricevuto una piccola ricompensa in denaro, più la possibilità di tenere i prodotti scelti.
Il risultato è stato molto chiaro: i genitori che hanno visto le fotografie sui danni dell’obesità e del diabete hanno preferito ugualmente una bevanda zuccherata nel 28% dei casi, mentre gli altri lo hanno fatto nel 45% dei casi. La diminuzione è stata quindi del 37,7 % una percentuale che di solito non si raggiunge con altri strumenti dissuasivi. Anche controllando le calorie, il gruppo di intervento ha scelto prodotti con in media 52 kcal, contro le 82 di quello di controllo. Tra i parametri secondari, poi, è emerso che chi aveva visto le fotografie si era soffermato più a lungo a riflettere su ciò che avrebbe acquistato per il proprio figlio: forse il risultato più importante, perché implica una maggiore consapevolezza.
Gli autori, che lavorano da anni su questi temi e hanno condotto studi anche in Cile, Messico e Sudafrica, sembrano avere pochi dubbi: per ridurre il consumo di bevande zuccherate tra i più giovani è ormai necessario passare a questo tipo di strategie in tutto il mondo, e non solo negli Stati Uniti.
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Giornalista scientifica
Bisognerebbe insegnare ai bimbi (e a questo ci dovrebbero pensare le scuole e le famiglie) che fare sport di squadra mantiene in forma senza essere noioso , crea una piacevole e costruttiva competizione eallena anche la mente con strategie per migliorare e poter vincere. Bisognerebbe divulgare che l acqua è la migliore bevanda per chi fa sport (ma non solo per gli sportivi) e che ogni tanto certo si può anche trasgredire, ma solo ogni tanto. Semplici regole da insegnare sin da bambini, regole che poi si porteranno come “bagaglio di salute” anche da adulti..