Colorful Plastic Polymer Granules

plastica discarica bottiglieSi chiama PBTL e potrebbe dare concretezza al sogno di una plastica riciclabile del tutto e pressoché all’infinito, senza che la qualità e le prestazioni ne risentano.  Il polimero è costituito da un monomero ripetuto, per la precisione un tiolattone biciclico,  riciclabile dopo l’uso con un trattamento semplice ma per ora costoso: la bollitura in acqua in presenza di un catalizzatore a 100°C per 24 ore.

A raccontare tutti i test fatti e le performance di questa sostanza è un articolo pubblicato su Science Advances, nel quale i ricercatori dell’Università Statale del Colorado, scopritori del PBTL (1) insieme a colleghi dell’Arabia Saudita e della Cina, sottolineano che, oltre agli utilizzi più comuni come quelli alimentari, questo materiale potrebbe essere impiegato anche nella componentistica per auto, nelle costruzioni e in una quantità di altri prodotti. 

bottiglie di plastica PET spiaggia
I ricercatori hanno creato un materiale plastico teoricamente riciclabile all0infinito senza diminuzione della qualità

A rendere il PBTL davvero unico, spiegano, è il fatto che, dopo il trattamento di scomposizione, torna esattamente com’era prima di andare a costituire un oggetto, sia a livello cristallino sia per quanto riguarda le caratteristiche fisiche, proprio perché i singoli blocchi si separano e tornano disponibili come se non fossero mai andati incontro a una lavorazione. Ciò permette di riutilizzarli per prodotti di qualità sempre elevata e sempre uguale.

Unico limite, per ora, è che durante la scomposizione non devono esserci contaminazioni da parte di altre plastiche o altre sostanze, come peraltro già accade per un altro polimero basato sullo stesso principio e con caratteristiche non troppo diverse, il PDK (2) messo a punto qualche mese fa dai chimici dell’Università di Berkeley, che richiede un acido forte e acqua a temperatura ambiente per essere scomposto.

Ogni anno nel mondo si producono oltre 350 milioni di tonnellate di plastica, solo il 20% delle quali è avviato al riciclo. Il resto finisce in discarica o, molto spesso, nell’ambiente. Per questo da tempo si cercano alternative realmente valide, che possano sostituire i vecchi polimeri con altri più sostenibili: negli ultimi anni questi sforzi hanno iniziato a dare frutti.

Note:

  1. PBTL: poli(2-tiabiciclo[2.2.1]eptan-3-one)
  2. PDK: poli-dichetoammina

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Tiziana Moiola
Tiziana Moiola
29 Settembre 2020 09:48

Bellissimo …peccato solo che le multinazionali del petrolio non ne permetteranno mai lo sviluppo, sperimentazione e commercializzazione

luigi
luigi
Reply to  Tiziana Moiola
29 Settembre 2020 15:03

non credo che debba essere quello il timore, perché, oramai, le multinazionali stanno diversificando le loro fonti energetiche, quanto, piuttosto, rimane l’enorme problema di come liberare l’ambiente dalla dispersione delle varie plastiche ivi abbandonate…