Entro i primi di maggio i francesi avranno a disposizione mascherine in tessuto, lavabili e quindi riutilizzabili, realizzate secondo specifiche caratteristiche definite dal governo e quindi autorizzate. La Francia risponde così a una questione che sembra preoccupare meno di quanto dovrebbe in altri paesi a cominciare dall’Italia: la necessità di smaltire le decine di milioni di mascherine monouso consumate ogni giorno per mesi, tutte realizzate in materiali che contengono plastiche, Oltre alla spesa necessaria per acquistarne ogni giorno di nuove.
Ne dà notizia la Reuters, che riprende una lunga intervista fatta alla sottosegretaria all’Economia Agnes Pannier-Runacher al giornale Les Echos, secondo la quale ce ne sarebbero già dieci milioni pronte e altri 25 milioni arriverebbero entro la fine del mese di aprile.
Quando il lockdown terminerà (secondo il piano attuale l’11 maggio), le mascherine in tessuto dovrebbero essere quindi pronte. Se i piani saranno rispettati, fino a quella data saranno vendute alle amministrazioni locali e alle aziende, mentre già dal 4 saranno disponibili per pubblico, probabilmente attraverso diversi canali di distribuzione: farmacie, supermercati, edicole e online.
Il Governo risponde così alle molte critiche ricevute nelle ultime settimane proprio sulla questione delle mascherine: non sono state date indicazioni univoche su come, quando, per quanto tempo, in quali situazioni indossarle, né su eventuali obblighi, al punto che nei giorni scorsi il presidente Emmanuel Macron è dovuto intervenire di persona, in un video diretto ai sindaci. Macron ha spiegato che non esiste un vero obbligo, ma che è altamente consigliato indossarle in ogni situazione che preveda il contatto con il pubblico, e ha aggiunto che potrebbe diventare obbligatorio indossarle sui mezzi pubblici quando sarà terminato il lockdown.
Nei giorni precedenti l’Accademia Nazionale di Medicina aveva affermato di ritenere indispensabile la protezione del viso tramite una mascherina (al limite anche fatta in casa) in ogni situazione, essendo questa l’unica misura preventiva di riconosciuta efficacia, e aveva sottolineato come attendere l’11 maggio per renderle obbligatorie comporterà migliaia di ulteriori contagi e dozzine di decessi.
La risposta sono in parte le mascherine lavabili, che secondo il ministro della salute Olivier Veran, in base alle caratteristiche fissate, filtreranno non meno del 70% delle particelle di diametro superiore ai 3 micron (il range è 70-90%), e costeranno tra i 2 e i 5 euro. Il prezzo non dovrebbe essere fissato per legge, vista la grande varietà di tipi e materiali, ma potrebbero essere stabilite tariffe massime; l’IVA sarà comunque tenuta bassa, al 5,5%.
Queste mascherine dovrebbero anche porre fine alla vera e propria giungla di offerte e tutorial che si è vista in Francia come altrove. Le mascherine in tessuto saranno prodotte da 240 aziende francesi che hanno partecipato a un bando incentrato sulle prestazioni, più che sulla tipologia, affiancate da altre impresi con sede in paesi come il Portogallo, il Marocco e alcuni stati dell’Est, dalla consolidata tradizione tessile. Si è cercato così di non far diventare il paese dipendente da un certo tipo di mascherina, da una sola azienda o da un solo materiale, e di mantenere sempre aperta la possibilità di ricorrere a dispositivi di vario tipo.
Infine, anche se per il momento non è possibile fare previsioni troppo precise, la sottosegretaria ha concluso affermando che la pianificazione attuale arriva fino a fine anno; nel frattempo si capirà come evolverà l’epidemia, quanto a lungo e in che situazioni i francesi dovranno indossare le mascherine e, di conseguenza, quante ne saranno necessarie.
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Giornalista scientifica
Ma a cosa servono fatte di tessuto? Ma per piacere…
Rilegga l’articolo e lo scoprirà da sola.
Alcuni studi suggeriscono che strati sovrapposti di cotone all’esterna e seta all’interno siano una ottima barriera nel caso attuale , l’unico inconveniente può essere la pioggia che inzuppa il tessuto facilitando gli spostamenti del virus che non ha gambe e braccia ma può galleggiare e diffondersi.
Ma io preferirei usare queste lavabili e riciclabili magari fatte in Italia piuttosto di altre……
Nella mia città Martina Franca, il cui motore trainante è sempre stata la Confezione di capi di abbigliamento, alcune aziende si sono convertite alla produzione di mascherine riutilizzabili
Se posso permettermi di fare della pubblicità ad un progetto serio: Familymask
nel quale si vendono delle mascherine riutilizzabili svariate volte ad un prezzo contenuto.