In piena emergenza coronavirus, l’associazione europea dei convertitori plastici – EuPC, European Plastic Coverters – ha inviato alla Commissione Europea una lettera, invitandola a prorogare di almeno un anno le scadenze previste dalla Direttiva 2019/904 (la cosiddetta Direttiva SUP) per la messa al bando di alcuni articoli in plastica monouso.
Questo perché, stando al comunicato, l’epidemia COVID-19 starebbe mostrando “come le materie plastiche non siano facilmente sostituibili, in particolare per mantenere le stesse proprietà igieniche a tutela dei consumatori”.
La risposta negativa da parte della Commissione Europea è arrivata attraverso le parole di Vivian Loonela, portavoce per le questioni ambientali, e pubblicata sul network Euractiv: “… gli Stati membri hanno ancora un anno per recepire la direttiva SUP nella legislazione nazionale”. Per ora quindi nessuna possibilità di far slittare la misura, la posizione della Commissione è che le regole vadano rispettate, ivi inclusa la direttiva sulla plastica.
La richiesta dell’associazione è basata su sommarie considerazioni legate all’igiene che anche diverse associazioni di consumatori hanno etichettato come “ingiustificate”. La Direttiva non riguarda in alcun modo prodotti monouso utilizzati in ambito sanitario come guanti, abiti e mascherine monouso (prevedendone anzi specifiche eccezioni) ma piuttosto articoli che possono essere evitati o sostituiti con alternative riutilizzabili (posate, bicchieri per bevande, bastoncini per palloncini, cannucce e cotton fioc). Alternative che esistono e che sono già oggi sul mercato.
Mentre i governi europei combattono la pandemia di coronavirus, diversi gruppi di interesse vicini alla macchina legislativa dell’Unione europea, stanno attivamente chiedendo ai funzionari dell’UE di ritardare le scadenze o rinviare l’attuazione, già stabilita. Alcuni esperti ritengono che si tratti di proposte che potrebbero aiutare le industrie a far fronte all’entità della crisi economica. Per altri è un tentativo di evitare regole più severe contro le quali l’industria stava già facendo pressioni ben prima della crisi.
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Spero che la data del 3 luglio 2021 venga lasciata invariata ” per ora” e anche dopo……
Il solito spettacolo dei sacerdoti del dio denaro!
Spero che i rappresentanti dei popoli nelle istituzioni europee non is facciano corrompere e pongano la salvezza del pianeta e la salute al primo posto!