Negli ultimi anni, negli Stati Uniti gli investimenti pubblicitari delle aziende specializzate in latte artificiale si sono concentrati sul cosiddetto latte di crescita o di proseguimento. Cioè su prodotti, chiamati in inglese toddler formula, che non sono studiati come sostituti del latte materno (infant formula), ma alternative al latte vaccino destinato ai bambini di età compresa fra nove mesi e tre anni. I risultati si vedono, le vendite sono cresciute molto, anche se si tratta di prodotti non consigliati dai pediatri che, al contrario, invitano i genitori a usare come latte di proseguimento quello vaccino, che non contiene aromi e, soprattutto, dolcificanti.
L’influenza del marketing sulle scelte dei genitori è stata messa in evidenza da uno studio pubblicato dai nutrizionisti del Rudd center for food policy & obesity dell’Università del Connecticut su Public Health Nutrition. Dalla ricerca emerge che, tra il 2006 e il 2015, gli investimenti pubblicitari sul latte di crescita sono quadruplicati e, parallelamente, le vendite sono passate da 1,33 milioni a 3,43 milioni di kg, soprattutto nelle aree urbane dove il tasso di scolarizzazione è più elevato. Inoltre è emerso che i marchi più pubblicizzati sono quelli che hanno venduto di più, con il solo limite del prezzo, perché quelli più costosi hanno avuto performance più contenute. Il risultato è stato ricavato visionando i rilevamenti della Nielsen fatti su 117,4 milioni di prodotti venduti, sette dei quali erano formule per lattanti e ben otto tipi di latte di proseguimento.
Secondo le associazioni di pediatri, solo il 57% delle mamme americane allatta ancora quando il figlio ha sei mesi, e meno del 37% lo fa quando ha un anno. Per compensare, i genitori si rivolgono ai prodotti presenti in commercio, ma non riescono a capire bene la differenza tra il latte di formula da dare nei primi mesi con una composizione controllata, consigliato anche dagli specialisti quando necessario, e quello di crescita (costituiti da latte vaccino in polvere reso dolce con sciroppo di mais o altri zuccheri, povero di proteine e addizionato di oli vegetali). Non c’è alcun motivo nutrizionale – scrivono gli autori – per dare ai bambini questi prodotti che, oltretutto, costano da tre a cinque volte rispetto al latte normale e non sono controllati da parte della Fda, come invece accade per quelli sostitutivi del latte materno.
In ottemperanza al Codice internazionale sulla commercializzazione dei sostituti del latte materno definito da Oms e Unicef nel 1981, e in recepimento della direttiva europea 141 del 2006, in Italia è vietato ogni tipo di pubblicità per il latte destinato ai lattanti fino a sei mesi (norme sulla commercializzazione dei sostituti del latte materno, decreto del ministero della Sanità 82 del 2009). Non ci sono invece limiti alla promozione del latte di proseguimento né di quello di crescita.
Diversi studi hanno mostrato che anche in Italia le donne faticano a capire la differenza tra i tipi di latte e sono piuttosto sensibili alle spinte commerciali. La conclusione dello studio americano è chiara: “questi risultati supportano la necessità di regolamentare la pubblicità del latte di crescita nei paesi che già vietano quella del latte di formula”.
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Giornalista scientifica
I pediatri dovrebbero aggiornare le loro conoscenze in tema di nutrizione. Il latte di vacca è progettato per far aumentare il peso dei vitelli di due chili al giorno e infatti il latte vaccino contiene parità di volume il triplo delle proteine di quello umano e e la loro natura è completamente diversa:il latte vaccino contiene per lo più caseine che nel latte umano sono presenti solo in minima parte . La natura dei grassi è completamente diversa essendo i grassi saturi 75% nel latte vaccino contro il 45% nel latte umano.
Il cibo perfetto per l’uomo, finemente sintonizzato per milioni di anni, è il latte materno umano. Si ritiene che l’eccessivo contenuto proteico della formula a base di latte vaccino sia ciò che prepara il bambino all’obesità più avanti nella vita.
La natura ha previsto che tutti i mammiferi vengano svezzati, noi invece continuiamo a bere latte, per di più quello di un altra specie senza che ve ne sia alcun bisogno, sopratutto oggi che abbiamo tantissime alternative a disposizione, con grandi vantaggi su ogni punto di vista.
Il latte vaccino è un alimento sano e fondamentale per l’alimentazione umana e soprattutto la crescita dei bambini, e non può essere sostituito da alcun intruglio a base di qualsiasi altra cosa, specialmente da prodotti derivati dalla soia o altro tramite complessi procedimenti chimico-fisici industriali.
Del tutto ridicolo poi sparare a casaccio cifre “impressionanti” riguardo il presunto aumento ponderale di due Kg al giorno dei vitelli, più del doppio del reale, ignorando poi che pesano circa venti volte un neonato umano e si trasformeranno in un adulto pesante in proporzione.
E non è affatto vero che la natura abbia fretta di svezzare i neonati delle altre specie, il cui periodo di allattamento è del tutto proporzionato a quello umano, sempre che non lo si riduca forzosamente seguendo mode demenziali.
Giorgio
E figurati se poteva mancare come primo commento quello della pancina che “si informa in rete” e crede che prodotti artificiali siano più salubri del latte vaccino, per pietà sorvolo sugli sfondoni già citati da Giorgio, se i vitelli crescessero di due chili al giorno gli allevatori girerebbero per le stalle con la Ferrari!
Nulla può sostituire il buon latte naturale, e a mio parere dovrebbe essere vietato usare in etichetta il termine “LATTE” per prodotti che non provengono dalla mungitura di un mammifero ma da trasformazioni industriali, è una trappola per il consumatore poco preparato che non si cura di leggere l’elenco ingredienti scritto in piccolo sul retro.
Mauro
I latti di proseguimento presentano tra loro delle differenze dovute al fatto che non esiste una precisa normativa a cui debbano conformarsi, al contrario di quanto avviene per i latti consigliati nel primo anno di vita. Tuttavia in linea generale sono più adeguati ad essere inseriti nella alimentazione di un bambino del secondo anno di vita rispetto al latte vaccino, non fosse altro perché sono stati modificati, a partire proprio dal latte vaccino, per meglio soddisfare le esigenze nutrizionali di questa fascia di età. In particolare rispetto al latte vaccino hanno una minor quantità di proteine che, nei primi mille giorni di vita, stimolerebbero la proliferazione degli adipociti e quindi lo sviluppo di obesità. La quantità di proteine è direttamente proporzionale alla velocità di crescita dei cuccioli di ciascuna specie indipendentemente dalla taglia della specie stessa. La nostra specie rispetto alle altre ha una lentissima velocità di crescita e, pertanto il latte umano, contiene meno di un terzo delle proteine del latte vaccino. I latti di proseguimento mediamente ne hanno un po’ meno di metà. I latti di proseguimento in commercio in Italia contengono più carboidrati, in particolare lattosio e non sciroppo di mais, rispetto al latte vaccino come il latte umano che è quello tra tutti i mammiferi con quota maggiore di lattosio. Non sono particolarmente dolci perché il lattosio non è molto dolce. Inoltre i latti di proseguimento sono fortificati con ferro, mentre il latte vaccino ne ha poco ed è stato dimostrato che (almeno nel primo anno di vita nel secondo non è chiaro) favorisce dei microsanguinamenti intestinali e una possibile carenza di ferro. I latti di proseguimento sono in genere supplementati di acidi grassi a lunga catena delle serie omega 3 e 6 (che sono scarsi nel latte vaccino) di vitamine e hanno un rapporto calcio/fosforo migliore di quello del latte vaccino. Per quanto attiene ai costi, ovviamente molto diversi nei punti vendita, per le mamme che acquistano su internet i latti di proseguimento costano dal 30 al 60% in più rispetto al latte vaccino a seconda se si sceglie la polvere (tenuto conto anche del costo dell’acqua oligominerale) o la forma liquida. In pratica per un bambino che assume mezzo litro di latte al giorno (di più non andrebbe comunque bene) si tratta di una differenza che va dai 25 ai 50 centesimi.
In conclusione il latte vaccino può essere consumato nel secondo anno di vita ma con maggiore difficoltà si inserisce in una dieta equilibrata rispetto ai latti di proseguimenti che, non essendo tutti uguali, andrebbero scelti con cognizione di causa e consigliati dal pediatra.
MG
Specialista in Pediatria e in Scienza della Alimentazione
Il latte vaccino è un alimento sano e fondamentale per l’alimentazione dei vitelli così come il latte umano è sano e fondamentale per l’alimentazione dei neonati.
Il latte vaccino è assolutamente sconsigliato ai bambini nel primo anno di vita come ha già egregiamente risposto chi ha più titolarità di me: eccessivo apporto proteico, eccessivo contenuto di sodio e potassio, inadeguata biodisponibilità di ferro, scarso apporto di vitamine idro e liposolubili, di acidi grassi essenziali, di oligoelementi (Zn); proteine e grassi sono di difficile digestione e lento assorbimento, espone i bambini al rischio di perdite ematiche fecali (anemia sideropenica), riporto ciò che dicono l’American Academy Pediatrics, Società Italiana di Pediatria (Sip), la Società Europea di Gastroenterologia, Epatologia e Nutrizione Pediatrica.
Il latte vaccino in vendita, non è esonerato dal subire procedimenti fisici industriali (pastorizzazione, scrematura, osmosi, normalizzazione etc); e anche processi biochimici, come nel caso del latte delattosato. C Un alimento che di certo non è fondamentale per l’essere umano in nessun stadio della vita.