Anche se per il momento nessun europeo potrà coltivarli, negli Stati Uniti e in altri paesi dove è permesso studiare e, dopo gli opportuni via libera, commerciare piante con modifiche genetiche ottenute tramite la tecnica CRISPR-Cas9, potrebbe presto esserci una nuova varietà di pomodori. Frutti piccoli e saporiti, ma con una particolarità: capaci di crescere con una disposizione simile a quella dei grappoli d’uva (vedi foto sopra), quindi perfetti per gli orti urbani e per il vertical farming, che secondo numerosi osservatori è una risposta molto importante alle esigenze di un pianeta sempre più affollato, affamato e povero di risorse. I pomodori a grappolo d’uva, infatti, sfruttano molto meglio lo spazio e le risorse rispetto a quelli classici.
A presentarli al mondo sono stati i ricercatori di diversi istituti e università internazionali, che su Nature Biotechnology hanno raccontato come sono riusciti a ottenere i pomodorini a crescita rapida e condensata, illustrando l’articolo con bellissime foto.
In sintesi, i ricercatori hanno giocato su tre geni contemporaneamente: quelli che definiscono la lunghezza dello stelo, quelli che dicono quanto deve durare la maturazione e quelli che regolano la fioritura, e hanno così ottenuto non solo la disposizione che ottimizza lo spazio, ma anche un ciclo che si esaurisce in 40 giorni, e che potrebbe quindi moltiplicare il numero dei raccolti in un anno. Non sono stati toccati i geni che soprassiedono alla concentrazione di nutrienti, e per questo i pomodori nuovi sono del tutto sovrapponibili a quelli di origine, anche in quanto a gusto. I test effettuati tanto in campi all’aperto quanto in serre per il vertical farming hanno confermato che le piante stanno bene e crescono secondo quanto previsto.
Le modifiche – è bene ricordarlo – hanno riguardato solo l’espressione dei geni coinvolti; in altre parole, nessun gene nuovo è stato introdotto, così come nessuno di quelli presenti è stato eliminato: semplicemente, si è intervenuti sulla loro espressione, modulandola in base alle esigenze identificate.
Al momento, circa un quarto dei terreni abitati è da considerarsi degradato e non meno di 500 milioni di persone vivono in zone duramente colpite dall’erosione, come ricorda lo Smithsonian Magazine nel riprendere l’articolo, sottolineando che secondo uno studio recente l’urban farming ha la potenzialità di fornire il 10% delle verdure necessarie, riducendo al tempo stesso di molto l’impatto ambientale dovuto al trasporto delle merci deperibili e mettendo la produzione (almeno tutta quella effettuata al coperto) al sicuro rispetto a eventi climatici estremi che minacciano le colture tradizionali.
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Giornalista scientifica
Immagino che dovremo abituarci a questo tipo di annunci , sembrano buone notizie e il report sulle modifiche effettuare non sulla genetica ma solo sulla espressione dei geni è molto rassicurante pur dovendo onestamente ammettere che forse capisco solo la metà della metà di quello che leggo.
Secondo le risultanze dell’epigenetica queste stesse modifiche la pianta è attrezzata per svilupparle da sola senza interventi artificiali ma in tempi lunghissimi e in base alla presenza o meno di determinate condizioni , gli scienziati annullano questi tempi , resta da vedere se le modifiche sopravviveranno nel tempo e daranno buoni frutti oppure se porteranno a sterilità o ad altre variazioni sgradite. Tempo al tempo e vedremo.
Mutazioni “puntiformi”… “gene editing”… Queste piante sono ogm a tutti gli effetti, che si cercano di mascherare in qualche modo per allentare la consapevolezza dei consumatori…
Le modificazioni genetiche vengono indotte artificialmente con agenti mutageni fisico-chimici e inserite nel dna, che per sua natura è tutto interconnesso e in interazione con l’ambiente, con effetti “pleiotropici” dei diversi cosiddetti “geni” tra loro…
Il risultato delle manipolazioni genetiche artificiali è la creazione di nuove sostanze incognite che, come per gli altri ogm risultano pericolose per la salute ambientale (inclusi i grani modificati con radiazioni e i risi resistenti ai diserbanti “clearfields” che purtroppo vengono coltivati in Italia anche se non dovrebbero.
La biodiversità tradizionale selezionata da millenni di lavoro agricolo, contiene tutto quanto abbiamo bisogno per vivere in modo Agroeco-logico…
Per l’Urban farming (agricoltura Urbana) abbiamo a disposizione pomodori della tradizione mediterranea antichi e meravigliosi… che possiamo autoriprodurre e che si adattano rpograssivamente al luogo di coltivazione (elasticità genetica) senza dover ricomprare il seme da multinazionali il cui scopo è solo business.
alcune precisazioni:
– Non si tratta di OGM. Per organismo geneticamente modificato si intende un organismo il cui una o più basi del DNA sono sostituite con basi diverse: il genoma è così modificato. L’editing è un procedimento diverso, che non tocca la struttura del DNA ma sollecita un gene a esistente a essere espresso oppure no.
– Non ci sono prove scientifiche del fatto che gli OGM siano dannosi per la salute; per quanto riguarda l”ambiente, gli OGM sono molti e di diverso tipo, e ottenuti con metodiche differenti: non si può generalizzare così. Alcuni sono dannosi, altri per niente, anzi. La invito a cercare il film Food Evolution del regista Kennedy e a cercare la storia delle banane cavendish, del virus che rischia di farle scomparire, e delle modifiche che l’hanno salvata alle Hawaii e in Uganda (e, con essa, hanno salvato l’economia di interi paesi e la sussistenza di milioni di persone), con geni di altre piante o con geni per la resistenza all’infezione
– Purtroppo i sistemi attuali, anche i più virtuosi, non possono già oggi assicurare tutto ciò di cui 8 miliardi di persone hanno bisogno. Nel 2030 saremo 10 miliardi, nel 2050 11 miliardi. E’ necessario uscire da questa idea romantica che la tradizione ci possa salvare, e pensare nel concreto alle soluzioni possibili
una precisazione:
– La definizione di cosa sia OGM è una questione puramente legale, non scientifica. Un organismo modificato geneticamente tramite radiazioni o mutazioni chimiche non è legalmente un OGM.
Un OGM (legalmente) non diventa tale se “una o più basi del DNA sono sostituite con basi diverse”, ma se la modifica, qualunque essa sia, viene effettuata con la tecnica del DNA ricombinante o la tecnica CRISPR-Cas9.
La battaglia contro gli OGM è paradossale proprio perché si guarda alla tecnica utilizzata e non al risultato: un OGM ottenuto con una modifica mirata e precisa con CRISPR-Cas9 è il “MALE ASSOLUTO”, un OGM ottenuto modificando a casaccio il DNA con radiazioni passa sotto silenzio perché legalmente non è OGM (per esempio il grano Creso, o il pompelmo rosa).
MI spiace ma lei confonde parecchio le cose
La definizione (per ironia della sorte coincidente con quella legale) che lei adotta, basata sul risultato, è quella adottata dalla UE contro tutta la comunità scientifica mondiale, proprio perché accomuna cose che non hanno nulla a che vedere une con le altre, in un divieto tombale che sta danneggiando pesantemente tutto il settore. Nessun altro, nel mondo, è stato così miope, mal informato e frettoloso nel prendere decisioni così importanti e decisive per tutti.
La definizione scientifica è un’altra e permette di distinguere tra le varie tecniche, come ho già spiegato sopra, che hanno specifiche conseguenze.
Inoltre:
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– Le modifiche al genoma, che portano a un OGM, non si fanno quasi più con radiazioni, ci sono altri modi.
– Il DNA ricombinante è una cosa diversa e non si ottiene con le radiazioni ma sfruttando le caratteristiche della macchina biologica di ogni cellula per la parte coinvolta nella replicazione del dna (enzimi, Rna e così via)
– Il l CRISPR e l’editing genetico in generale sono tutta un’altra cosa, sono di fatto la versione moderna di ciò che si è sempre fatto cin le successive selezioni delle specie con le caratteristiche più desiderabili
e non danno AFFATTO come risultato un OGM
mi dispiace, ma la scienza ha le sue leggi, anche se i legislatori non lo sanno. In generale poi sarebbe meglio non parlare mai di mali assoluti. Non è un linguaggio e un pensiero che appartiene alla scienza né alla realtà delle cose. Ogni atto, anche l’intervento sui geni o la loro espressione, ha aspetti positivi e altri più problematici
Il commento è corretto come sono anche accettabili le rimostranze di chi denuncia le contraddizioni degli anti OGM americani , ma al netto della propaganda trionfale il crispr , in versione continuamente migliorata si dice ,già da diversi anni è in uso nei laboratori di tutto il mondo, sarebbe già stato usato anche sul genoma umano ( il caso cinese) ma viene considerato da alcuni scienziati prudenti —-ancora impreciso e portatore di effetti indesiderati fin dal primo momento—–io non ho capacità di capire pienamente ma tendo a credere alle dichiarazioni prudenti e precauzionali.
D’accordo che se l’esperimento si fa su un pomodoro si può pensare non si faccia gran danno , ma sfido chiunque a dire che i risultati che si ottengono sono quelli pianificati.
E sono d’accordo che con le piante si traffica da tantissimo tempo in mille modi diversi ma sia chiaro che sono esperimenti dal risultato incerto nel medio-lungo termine.
Colpisce anche a me l’esempio delle papaye hawaiane o delle banane africane ma la FAO in riunione a Roma del 2019 ha dichiarato che la biodiversità è la strada maestra per difendere la produzione di cibo nel mondo, e l’oculato uso della genetica deve essere l’ultima spiaggia, alle Hawaii e in Uganda è stata concessa una deroga alle leggi antiOGM vigenti.
Per inciso le banane in senso generale non sono mai state in effettivo pericolo , è la varietà cavendish ad essere minacciata dal fusarium wilt TR4, ed essendo questa stessa varietà la gallina dalle uova d’oro dei trafficanti allora la minaccia è espressa.
Le altre 999 e passa varietà di Musa sono ancora per la maggior parte vive e vegete ma producono meno e non interessano.
Quanto poi alla diffidenza verso gli OGM , essa proviene dall’uso delle piante ingenierizzate per resistere ai diserbanti, a mio parere sono il cavallo di Troia dei pesticidi per eccellenza , e ora qualcuno mi verrà a raccontare che in fondo in fondo sono sostanze indispensabili poco più che acqua fresca.
Come ho già detto per gli altri sistemi vedremo più avanti , non c’è scampo.
Ancora i soliti luoghi comuni sugli OGM e la Biodiversità…
Prima di tutto l’agricoltura, da sempre, è NEMICA della biodiversità in quanto ciò che interessa al contadino è che nel campo in cui coltiva una pianta non ne nascano altre concorrenti (in un campo di grano tutto ciò che non è grano è erbaccia, fosse pure una pianta di pomodoro), e che la varietà che coltiva sia robusta e di buona resa: i cosiddetti “grani antichi” e le “mele di una volta” eccetera eccetera non sono scomparsi per chissà quale maneggio delle cattive multinazionali ma perché si ammalavano facilmente e rendevano poco.
E poi TUTTO CIO’ CHE VIENE COLTIVATO E’ STATO MODIFICATO GENETICAMENTE per ottenere più resa e un migliore prodotto, o “naturalmente” (ad esempio raggi cosmici più colpo di fortuna di riconoscere una mutazione vantaggiosa), o tramite incroci, ibridazioini, trattamenti chimici, fisici o nucleari (il “grano antico” Senatore Cappelli, ad esempio), o tramite processi OGM (quasi tutta la soia in commercio, per dire) o CRISPR.
L’unica differenza tra le mutazioni naturali, chimiche, fisiche, nucleari e quelle OGM o CRISPR è che le prime capitano molto di rado e casualmente e possono passare inosservate, mentre le seconde si ottengono rapidamente e in condizioni controllate.
Ma per la pianta non fa alcuna differenza: unire tra loro i geni che ci interessano è (semplificando giusto per far capire) come avvitare tra loro bulloni e dadi dello stesso colore e misura.
Se metto in un barattolo bulloni e dadi di vari colori e misure e lo agito abbastanza a lungo prima o poi (dopo cent’anni? mille?) un bullone e un dado blu della stessa misura probabilmente si avviteranno tra loro, se prendo con le mani il bullone blu e il suo dado e li avvito ottengo lo stesso risultato, solo che ci metto dieci secondi.
Bullone e dado non sapranno mai di essere stati avvitati a mano e non casualmente, e che il bullone blu venga da una fabbrica italiana e il dado blu da una fabbrica cinese non ha assolutamente nessuna importanza, così come la provenienza del gene che viene usato.
E’ una cosa facile da capire, ma ovviamente è molto più gratificante dar retta ai complottisti e scagliarsi contro le tecniche moderne che non si capiscono e contro le cattive multinazionali, che sforzarsi di capire cosa sono e come funzionano.
Mauro
Gentile FF, mi spiace ma lei fa una grande confusione, come ho cercato di spiegare anche nel mio intervento precedente. Credo che abbia tratto le sue informazioni da qualche fonte on line, ma non credo che lei abbia la conoscenza diretta, per studi fatti, di ciò di cui parla. Nessuno parlerebbe di ingegneria dei ponti, non essendo una ingegnere. Lo stesso dovrebbe valere in biomedicina, ma purtroppo così non è, come insegna la storia dei vaccini e come insegnano queste prese di posizione drastiche fondate su basi sbagliate.
La definizione di OGM non è quella che pensa lei, che riprende una definizione legale europea criticata da tutta la comunità scientifica internazionale. L’Europa ha adottato una norma ideologica, superficiale e assurda, scritta in tutta evidenza da persone che non capiscono ciò di cui stanno parlando, che accomuna tutto, e vieta tutto, e e si è ritrovata così drammaticamente indietro in studi fondamentali
Riassumo:
– un conto è modificare LA STRUTTURA DEL DNA: in quel caso si ottengono OGM, come dice la parola stessa
– un altro conto è spingere l’espressione o la non espressione di un gene già esistente, SENZA MODIFICARE IN ALCUN MODO il DNA: le due cose hanno conseguenze biologiche e scientifiche diverse
– le modifiche con le radiazioni non si fanno quasi più se non in ambiti strettamente sperimentali
– la tecnica del DNA ricombinante è tutt’altro, sfrutta la normale strumentazione che ogni cellula possiede per esprimere o meno il suo DNA
– il CRISPR-Cas 9 è un’altra cosa ancora ed è, di fatto, la versione moderna di ciò che i contadini fanno dalla notte dei tempi, ovvero favorire l’espressione di certe caratteristiche a scapito di altre
– non esiste il male assoluto nella scienza, ogni cosa ha aspetti positivi e altri problematici, e i due sono sempre in evoluzione e in cambiamento
prima di esprimere giudizi sarebbe meglio chiedere a chi ha le competenze per parlare e sarebbe poi sempre buona norma esprimersi con nome e cognome: siamo tutti aperti alla discussione costruttiva, purché su basi ragionevoli e senza toni fuori luogo
Gentile Agnese Codignola,
prima di tutto, non capisco perché mi ha risposto due volte, accusandomi di essere un ignorante che parla a sproposito di argomenti che non capisce per aver letto qualcosa da qualche fonte on line.
Ho fatto un solo intervento, forse mi ha confuso con altri commentatori?
E soprattutto, io non ho fatto alcuna confusione, so benissimo cos’è un OGM secondo la scienza, infatti ho parlato degli aspetti legali.
Sono le autorità politiche che hanno preso delle decisioni contadditorie basandosi sulla propria ignoranza e su qualcosa che hanno letto online.
Mi ha contestato l’espressione “male assoluto”; mi riferivo a quello che pensano degli OGM gli oppositori (io non sono tra questi).
So bene la differenza tra modifiche genetiche tramite radiazioni, DNA ricombinante e CRISPR-Cas 9,
ma su un punto mi piacerebbe un chiarimento: perché “spingere l’espressione o la non espressione di un gene già esistente” si potrebbe fare senza modifiche al DNA (e quindi senza ottenere un OGM)?
Per evitare che io legga da qualche fonte online delle sciocchezze, potrebbe darmi un riferimento affidabile su questo punto? Sono serio, ho voglia di capire, non di fare polemiche con lei…
Saluti
Pregiudizio o no la biodiversità è inderogabile , se anche le piante competono tra loro per chiunque abbia il piacere di calpestare un prato o attraversare un bosco è chiaro che le piante per la loro stragrande maggioranza collaborano tra loro e la fobia delle erbacce da stroncare indiscriminatamente a qualsiasi costo è una invenzione tutta nostra.
Per queste stesse piante modificate poi non bisogna dimenticare che servirà terra aria e acqua pulita per dare buoni frutti o pensate che si nutriranno di plastica, spazzatura , pesticidi o idrocarburi spray per sfornarci squisitezze sfiziose.
Per nostra pessima organizzazione sociale , le risorse fornite da piante e animali con i sistemi naturali e tradizionali non sono distribuiti in maniera giusta , quindi larghe porzioni popolari soffrono la fame e la sete e la parte maggioritaria del mondo è indotta a mangiare abbondante cibo più o meno inquinato . Pur essendoci complessivamente risorse sufficienti , ci sarebbero ancora margini di miglioramento se alla ricerca interessasse e immensi territori da utilizzare sostenibilmente e diffusamente se ce ne fosse la volontà.
Ma per gli appetiti delle SpA i guadagni non sono mai sufficienti , e allora avremo abbondanza di cibo sporco e vivremo felici e numerosi. Ma avremo modificato equilibri genetici in maniera indiscriminata , pensare che modificare qualche espressione genica in mezzo a miliardi di fattori che costituiscono un individuo non abbia nessun altro effetto che quello di “migliorare” il prodotto finito a me sembra una cosa stupida, gli effetti non sempre sono immediatamente visibili.
Facciamoli pure questi esperimenti ma lasciamoli nei laboratori per lunghissimi tempi prima di mollarli nell’ambiente se proprio è indispensabile e cerchiamo invece di impegnarci di più nell’organizzazione sociale equa piuttosto che concentrare il potere alimentare nelle mani di
pochi , a casa mia significa consegnarsi nelle mani di dittatori. Nientaltro da dire sull’argomento , contenti voi.
Riguardo alla casualià delle modificazioni genetiche ” naturali ” delle piante cioè dovute a interazioni non sollecitate dalle azioni dell’uomo non credo sia come agitare oggetti diversi nello stesso ambiente/contenitore.
Le piante non si possono muovere come singoli individui ma hanno la capacità di sentire perfettamente l’ambiente circostante e di regolare la propria chimica in base a quello che i loro sensori registrano , non sono affatto sicuro che le modifiche che noi vediamo siano frutto del caso.
Nessuno lo può attualmente dimostrare ma potrebbero essere benissimo tentativi di migliorare il proprio dna in base alle condizioni ambientali date, il fatto che non abbiano un cervello come il nostro non vuole necessariamente significare che non abbiano una particolare intelligenza e la usino per stare meglio nell’ambiente in cui sono insediate.
Al contrario mi sembra che alcuni di noi umani siamo più interessati alla competizione che alla collaborazione nel rispettare l’ambiente datoci dai nostri predecessori.