Il Giurì dell’Istituto di autodisciplina pubblicitaria, con la pronuncia 56/2019 del 25 ottobre, ha censurato gli spot televisivi e le diciture sulle confezioni delle Croccole ‘Le Artigianali’ di Capitan Findus. Secondo il Giurì l’uso del termine ‘artigianali’ riferito ai prodotti è ingannevole, e quindi contrario all’articolo 2 del Codice di autodisciplina pubblicitaria. Il procedimento è partito da una segnalazione di Frosta Srl, azienda di surgelati concorrente, e la censura è stata emessa nei confronti C.S.I. Compagnia Surgelati Italiana Spa, proprietaria del marchio Findus, e delle emittenti televisive Rai, Mediaset e La7, che hanno trasmesso gli spot.
Frosta contro Findus
Frosta contestava l’uso del termine ‘artigianale’ negli spot e sulle confezioni dei filetti di merluzzo impanati con semi e cereali, chiamati Croccole ‘Le Artigianali’. Secondo la segnalazione non ci sarebbe alcuna sostanziale differenza tra il processo di produzione di queste Croccole rispetto alle altre messe in commercio in passato da Findus. Quindi non ci sarebbero giustificazioni per i riferimenti all’artigianalità.
Dal canto suo, C.S.I. ha negato che l’uso del termine ‘artigianale’ legato alle Croccole sia ingannevole, perché designa una linea di prodotti Findus e il carattere dalla panatura ‘grezza’ senza riferimenti al processo di produzione. In diverse fasi del dibattimento, è la stessa azienda a ribadire che il settore degli alimenti ittici industriali è univocamente industriale, fatto che dovrebbe essere ben noto ai consumatori.
Il parere del Giurì
Secondo il Giurì l’espressione ‘artigianale’ ha un significato chiaro e preciso. Non si riferisce solo a caratteristiche di semplicità e genuinità, ma soprattutto a “modalità di lavorazione che si contrappongono all’industrialità, facendo riferimento a tecniche prevalenti nei settori tradizionali, a lavorazioni non automatizzate od a qualche forma di intervento anche manuale”.
Sulla base di questo presupposto e alla luce del carattere industriale dell’azienda e del prodotto, il termine ‘artigianale’ usato sulle confezioni e negli spot delle Croccole Findus è da considerarsi ingannevole. Nella decisione si precisa che “la circostanza che i beni in questione siano suscettibili solo di lavorazione industriale e non sia disponibile un’alternativa artigiana ad essi, non essendo pensabili modalità ‘artigiane’ di produzione di alimenti surgelati, non pare decisiva”.
Il Giurì fa riferimento a una decisione dell’Agcm (provvedimento 25313) che aveva considerato ingannevole il claim ‘fatte a mano’ per alcune marche di patatine, prodotto per il quale non esiste un’alternativa artigianale. Il Consiglio di Stato, inoltre, aveva determinato che l’uso del termine ‘artigianale’ non è ingannevole solo quando “il sistema di produzione si articola in fasi che ricalcano un metodo di produzione artigianale, di tal che il prodotto così caratterizzato si differenzia sostanzialmente, per i metodi produttivi e tecnologici impiegati, da quello tradizionalmente prodotto in larga scala”.
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Giornalista professionista, redattrice de Il Fatto Alimentare. Biologa, con un master in Alimentazione e dietetica applicata. Scrive principalmente di alimentazione, etichette, sostenibilità e sicurezza alimentare. Gestisce i richiami alimentari e il ‘servizio alert’.
In effetti ogni qualvolta mi è capitato di sentire in TV il termine “artigianale” associato a quel prodotto, mi veniva l’istinto di fare un doppio salto mortale con avvitamento e mi chiedevo come le istituzioni di pertinenza potessero essere così indifferenti o compiacenti. Mi è capitato di recente di consumare le croccole una sola volta… Preferisco cucinare il pesce partendo direttamente dalla materia prima “pesce”… Ebbene segnalo in via del tutto non ufficiale che il dichiarato 50% di merluzzo non ci sta proprio. Saluti.