Questa è la cronaca di un’esercitazione di allerta alimentare nazionale realmente avvenuta il 13 maggio 2010 a Cremona, coordinata da un’Unità di crisi composta da Ministero della salute, Nas, Arpa, IZS, Istituto superiore di sanità e altri esperti di bioterrorismo.
Il team ha simulato una contaminazione di prodotti per bambini causata da due pesticidi tossici. Nella simulazione, l’Unità di crisi era in collegamento audio e video con una decina di postazioni, presidiate dai responsabili regionali delle Asl che seguivano in diretta la vicenda. Nel corso della prova, il Ministero ha diramato due comunicati stampa: uno all’inizio per annunciare di avere attivato un numero verde a disposizione dei cittadini, e un secondo alla fine, per comunicare che l’allerta è rientrato con il ritiro e il richiamo dei prodotti coinvolti.
Di fronte ad una situazione così complessa forse era opportuno prevedere la pubblicazione giornaliera di un comunicato stampa per fare il punto della situazione.
Lunedì 3 maggio
I giornali e le televisioni della Toscana annuncino che il fiume Latticello ha rotto gli argini. Nello stesso giorno il sig. Rossi, proprietario di un allevamento di trote in Toscana comunica all’Asl che da qualche tempo la crescita dei pesci è rallentata, molti si ammalano e alcuni muoiono.
Martedì 4 maggio
L’ispettore Asl visita l’allevamento e scopre che il sistema di filtraggio del fiume Latticello da cui proviene l’acqua non funziona bene e preleva campioni di pesci morti e di acqua per le analisi.
Lunedì 10 maggio
I laboratori comunicano di avere trovato ingenti quantità di due insetticidi vietati nell’acqua e anche nelle trote (si tratta del Clorpirifos e del Toxafene, quest’ultimo considerato molto tossico per l’uomo). Gli ispettori tornano nell’allevamento per ricostruire la filiera e ritirare le partite di pesce in commercio. I primi ad essere avvertiti sono i ristoranti che abitualmente comprano le trote dall’allevamento, ma è troppo tardi perché il pesce è stato cucinato. Poi ci sono le partite inviate al mercato ittico di Milano che rifornisce due catene di supermercati e alcuni lotti consegnati a due aziende di prodotti per l’infanzia. Nel pomeriggio a Roma viene convocata l’Unità di crisi composta da un esperto di contaminazione chimica dell’Istituto superiore di sanità, i responsabili del Ministero della salute che gestiscono le allerta alimentari, Nas, Izs e un esperto di bioterrorismo dell’Arpa per accertare l’eventuale natura dolosa.
Martedì 11 maggio
Mentre gli ispettori dell’Asl indagano, i giornali locali riportano la notizia della moria di pesci lungo il fiume Latticello e nell’allevamento. La società Barbyfood di Roma comunica all’Asl di avere utilizzato il pesce per tre tipi di omogeneizzati a base di trota e di avere avviato le procedure di ritiro e richiamo presso i negozi. Anche l’azienda Pappeprontex di Perugia avvisa il ministero di avere iniziato il ritiro delle minestre disidratate per bambini fatte con una piccola parte di pesce. Nel pomeriggio l’unita di crisi viene informata che vicino al fiume, a 30 km dall’allevamento di trote, ci sono diverse aziende agricole che forniscono insalata e ortaggi ad un’azienda alimentare. Il Tg regionale della Rai-Toscana nell’edizione serale comunica il ritiro dei prodotti contaminati dai negozi indicando i nomi e i lotti ritirati dal mercato.
Mercoledì 12 maggio
I laboratori confermano la presenza elevata di Toxafene negli omogeneizzati a base di trota e nel preparato per brodo per bambini, ma solo un’azienda invia alle agenzie stampa un comunicato invitando il pubblico a non consumare i prodotti. Il Ministero della salute dirama un comunicato stampa dove annuncia di avere adottato tutte le misure necessarie a livello nazionale. C’è però un’altra notizia che inquieta l’Unità di crisi: l’Asl informa che i terreni nelle vicinanze dell’allevamento sono contaminati. Nel frattempo i quotidiani locali ipotizzano un’ipotesi dolosa, e paventano il ritiro di altri prodotti di marca. Il panico si diffonde. La situazione è tesa e nel pomeriggio arriva una nuova notizia dal laboratorio: gli ortaggi sono contaminati e bisogna ritirare dagli scaffali tutti i prodotti e avvisare i consumatori che hanno qualche confezione in casa. Per quanto riguarda gli omogeneizzati per bambini, c’è molto fermento tra le mamme. L’associazione industriale delle imprese di alimenti per l’infanzia chiede chiarimenti sull’origine della contaminazione, per evitare il coinvolgimento dell’intero settore. Il Telegiornale regionale della Toscana nell’edizione serale apre con un titolo ad effetto: “Sempre più preoccupante il giallo del fiume Latticello. Ritirate tonnellate di alimenti, imminente crollo del settore produttivo. Creato un gruppo su Facebook per chiedere la verità”. Alle 20,00 il Tg 1 Rai nazionale dice che le cause dell’emergenza pesticidi sono sconosciute. Seguono servizi con interviste a madri e passanti allarmati, impauriti e preoccupati per i figli.
Giovedì 13 maggio
Alle 9,00 del mattino la Task force composta da Asl, Arpa , Izs e Nas della regione Toscana comunica all’Unità di crisi di avere individuato una discarica abusiva nei pressi dell’allevamento vicino al fiume, con fusti di sostanze chimiche. La zona viene recintata e i Tg all’ora di pranzo danno la notizia.
Venerdì 14 maggio
Il giallo è risolto. Le aziende Barbyfood e Pappeprontex annunciano di avere ritirato presso i punti vendita tutte le confezioni contaminate. La stessa notizia viene data dalle altre aziende coinvolte. Il Ministero della salute dirama un secondo comunicato stampa dove annuncia di avere attivato un ritiro e un richiamo dei prodotti a livello nazionale,
Lunedì 17 maggio
La televisione annuncia il cessato allarme, il recupero di tutti i prodotti contaminati e il trasferimento dei fusti in discarica.
Lunedì 24 maggio
L’allerta rientra e l’unità di crisi si scioglie dopo avere redatto un rapporto per l’autorità giudiziaria. Il numero verde del ministero resta attivo fino alla fine del mese di maggio per informare i cittadini.
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