Due mesi dopo la decisione del governo belga di adottare l’etichetta nutrizionale francese Nutri-Score, in modo volontario sulle etichette dei prodotti alimentari, Carrefour e Danone hanno deciso di utilizzarla, seguendo l’esempio delle catene di supermercati Delhaize e Colruyt. L’etichetta Nutri-Score consiste in un logo a colori con cinque lettere. La lettera ‘A’ abbinata al verde scuro indica la valutazione migliore, mentre la ‘E’ abbinata al rosso indica la peggiore. La valutazione è fatta basandosi sull’insieme dei principali ingredienti e nutrienti.
Dalla pochi giorni Carrefour ha reso queste informazioni disponibili sulla propria app per tutti i circa 1.200 prodotti alimentari venduti in Belgio con il proprio marchio. L’etichetta su tutte le confezioni venduti nei negozi sarà disponibile entro la fine del 2020.
Anche Danone ha annunciato entro la fine di ottobre la presenza dell’etichetta Nutri-Score su tutti i prodotti presentati sul sito, mentre dal prossimo gennaio sarà progressivamente aggiunta alle confezioni dei prodotti caseari freschi, con l’obiettivo di coprire l’intera gamma entro la fine del 2020.
“Stiamo optando con decisione verso il Nutri-Score”, spiega il Country Manager di Danone Belux, Wim Bauwens. “È un sistema chiaro e trasparente, che è stato ampiamente testato. Prende in considerazione le caratteristiche positive e negative di un prodotto, è oggettivo ed è supportato da una ricerca indipendente. Sappiamo che non vi è consenso sull’etichettatura nel settore alimentare, ma per noi è il sistema più equo e speriamo che altri produttori seguiranno l’esempio”. Danone ricorda come gli studi hanno dimostrato che questo sistema è facile da capire per i consumatori e influenza maggiormente, rispetto ad altri sistemi, il loro comportamento di acquisto verso prodotti più sani.
In Italia Coldiretti, vari ministeri e anche i produttori si sono schierati contro l’etichetta a semaforo, adducendo come motivazione principale la salvaguardia dei prodotti made in Italy che verrebbero penalizzati. C’è da chiedersi perché in Francia, dove i prodotti alimentari locali sono simili ai nostri e hanno pure un discreto rilievo economico, le autorità abbiamo promosso l’etichetta semaforo.
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