Dal 1° ottobre, Ikea non vende più cannucce di plastica nei negozi del Regno Unito e dell’Irlanda e non le usa neppure nei ristoranti e bistro. Per rendere più visibile la decisione, la compagnia svedese ha esposto l’ultimo esemplare di cannuccia al Museo del Design di Londra, dove ha realizzato un’installazione temporanea, intitolata The Last Straw, invitando i consumatori ad essere più coscienziosi dal punto di vista ambientale.
L’iniziativa in Regno Unito e Irlanda viene presentata come il primo passo che porterà alla rimozione di tutti gli oggetti di plastica monouso in tutti i negozi dei 29 Paesi in cui Ikea è presente. “Il mondo sta cambiando a un ritmo rapido e sono necessarie azioni coraggiose e urgenti per fronteggiare le sfide di sostenibilità che stiamo affrontando. L’inquinamento da plastica è una questione critica da affrontare urgentemente per un futuro più sostenibile ed è qualcosa a cui i nostri clienti e collaboratori sono attivamente interessati”, ha dichiarato Hege Sæbjørnsen, Country Sustainability Manager di Ikea UK e Irlanda. “Rispondendo e agendo rapidamente per rimuovere le cannucce di plastica monouso, speriamo di alimentare l’energia alla base di questo movimento e consentire alle persone di vedere le centinaia di altre piccole azioni che tutti possiamo intraprendere nella nostra vita quotidiana per avere un impatto positivo sul mondo prezioso intorno a noi”.
In Italia, intanto, da Ikea continuano ad essere vendute le confezioni da 200 cannucce multicolori.
Fonte immagine: The Last Straw, Ikea
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Quando leggo queste notizie mi vengono in mente sempre le stesse considerazioni:
La prima è che a chi interessa questo genere di notizie probabilmente o non compra o ricicla correttamente,
la seconda è “con cosa vengono sostituite? E i costi?”
la terza è sempre una domanda… E l’invenduto?
Non lo dico con sarcasmo ma mi piacerebbe davvero sapere se in questi casi si cambia da un giorno con l’altro e i resti di magazzino vengono mandati al macero o se viene venduto fino all’ultimo campione disponibile e poi si cambia.
Stesse considerazioni per i famigerati sacchetti dell’ortofrutta in Italia. Tutte le scorte di sacchettini di plastica che fine hanno fatto…?!