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loupe nutri-score - nutriscore - indice AAnche il Belgio ha deciso di adottare un’etichetta nutrizionale a semaforo semplificata come quella francese (Nutri-Score), che potrà essere applicata volontariamente dalle aziende sulla parte frontale dei prodotti alimentari. Lo ha annunciato la ministra degli Affari sociali e della salute pubblica, Maggie De Block, motivando la scelta con la volontà di rendere più facile per i consumatori ottenere informazioni su come un alimento possa far parte di una dieta equilibrata. La decisione è stata presa dopo un’ampia consultazione con le parti interessate: organizzazioni dei consumatori, esperti del settore alimentare, industria e distributori.

L’etichetta Nutri-Score scelta dal governo francese consiste in un logo a colori con cinque lettere. La lettera ‘A’ abbinata al  verde scuro indica la valutazione migliore, mentre la ‘E’ abbinato al rosso indica la peggiore. La valutazione è fatta basandosi sull’insieme dei principali ingredienti e nutrienti.

La ministra belga ha spiegato di aver scelto il sistema Nutri-Score rispetto ad altri, come quello a semaforo britannico, perché è già stato testato in Francia, dimostrando di avere un maggiore impatto sul comportamento di acquisto dei consumatori rispetto ad altri, e perché si basa su dati scientifici. Inoltre, spiega Maggie De Block, si tratta di un sistema semplice, che assegna un punteggio al prodotto, consentendo al consumatore di avere una valutazione complessiva a colpo d’occhio, aiutando a compiere scelte salutari, come richiesto dall’Organizzazione mondiale della sanità. Inoltre – ha precisato  la ministra, il Nutri-Score, ha ricevuto il supporto di esperti del settore alimentare e dei principali attori della distribuzione in Belgio.

La catena di supermercati belga Delhaize ha dichiarato che adotterà l’etichetta Nutri-Score su tutti i prodotti a proprio marchio entro due anni e anche i supermercati Colruyt inizieranno dal prossimo autunno. Riserve sono state espresse dalla Federazione delle industrie alimentari belghe (Fevia), secondo cui “i sistemi con codici colore non tengono in sufficiente considerazione le diverse esigenze nutrizionali dei consumatori” e sarebbe necessario un approccio europeo.

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