Il programma del nuovo ministro delle Politiche agricole e alimentari. Un sistema di controlli “non vessatorio” e “no” all’etichetta a semaforo
Il programma del nuovo ministro delle Politiche agricole e alimentari. Un sistema di controlli “non vessatorio” e “no” all’etichetta a semaforo
Beniamino Bonardi 19 Luglio 2018Il nuovo ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali, Gian Marco Centinaio (Lega), ha presentato in parlamento le linee programmatiche su cui intende muoversi, tenendo presente che alle tradizionali competenze del dicastero da pochi giorni si è aggiunto anche il Turismo, che il nuovo ministro ha detto di aver fortemente voluto, riuscendo a “sottrarlo” al ministero dei Beni culturali.
Per quanto riguarda l’agroalimentare, Centinaio ha indicato la volontà di agire su due temi di fondo: il Made in Italy e i controlli. Sul primo tema, il ministro vuole lavorare innanzitutto sul marketing territoriale, visto come “chiave di sviluppo sostenibile” e strumento per “togliere il freno alla crescita dei nostri territori dal punto di vista produttivo, occupazionale, turistico”.
Più in concreto, il ministro ha detto di voler garantire ai consumatori “etichette trasparenti e un lavoro serio sulla tracciabilità”, chiarendo subito di voler proseguire nell’azione dei precedenti governi nel contrastare la diffusione a livello dell’Unione europea dell’etichetta nutrizionale con i colori del semaforo, perché “potenzialmente ingannevole e fuorviante”. Il ministero delle Politiche agricole, insieme a quelli allo Sviluppo economico e alla Salute presenterà una proposta “per far comprendere ai consumatori il valore nutrizionale degli alimenti”, utilizzando “un sistema identificativo a icona ‘a batteria’, che consenta di visualizzare le componenti nutrizionali quali calorie, grassi, zuccheri e sale”. Il ministro non ha aggiunto altro e quindi non si sa su quale unità di riferimento il sistema “a batteria” si baserà. Se anziché a 100 grammi di prodotto, come nell’etichetta nutrizionale “a semaforo”, il riferimento sarà a una porzione, la cui dimensione sarà stabilita dal produttore stesso secondo la propria convenienza, l’efficacia e la comprensibilità della comunicazione per il consumatore sarà molto dubbia.
Il ministro ha poi espresso dissenso sull’origine della materia prima in etichetta, così come stabilita dal regolamento europeo n. 775 del 2018, perché “anche quando quella materia prima è un ‘ingrediente primario’, è relegata alla mera provenienza UE: troppo poco per rassicurare il consumatore e garantire efficienti controlli. Per questo faremo ogni sforzo, anche a livello nazionale, per correggere questa impostazione”.
Sulla difesa dalla contraffazione e dai tentativi di imitazione come l’Italian sounding, così come sulla promozione delle circa 900 indicazioni geografiche protette italiane relative a cibi e vini, il ministro è rimasto piuttosto sul generico, pur definendola “una priorità del governo”. “A livello nazionale si intende garantire uno spazio adeguato a questi prodotti nelle principali fiere di settore e una visibilità importante con campagne di comunicazione e promozione, anche attraverso rapporti consolidati con la Rai. Sul fronte estero non c’è dubbio che si debba migliorare nel vendere l’Italia in tutte le sue sfaccettature. Fino a oggi siamo andati fuori troppo divisi, lasciando ad altri Paesi limitrofi e ad altri competitor spazi enormi”, ha affermato il ministro.
Per quanto riguarda il settore del biologico, il ministro Centinaio si è espresso per un suo potenziamento: 1,8 milioni di ettari coltivati, 80 mila operatori coinvolti e una crescita dei consumi del 20% sono “numeri strepitosi, ma che si possono ancora consolidare”.
In merito al sistema dei controlli qualitativi e sanitari, il ministro ha detto che deve essere “rigoroso ma non vessatorio”. Inoltre, il sistema deve essere “chiaro” e quindi “deve avere regole innanzitutto più semplici”. Centinaio ha sottolineato che “l’autorevolezza dei controllori ministeriali è riconosciuta a livello globale” ma “è necessaria una sempre maggiore cooperazione con il mondo produttivo: la maggiore diffusione di strumenti quali la diffida e la sempre maggiore telematizzazione delle attività burocratiche devono portare a controlli sempre più mirati, non invasivi verso le imprese oneste ed all’alleggerimento dei carichi burocratici”.
A livello internazionale Centinaio ha sottolineato che “la forza del sistema dei controlli italiano va comunicata anche come elemento dissuasivo di pratiche sleali: le importazioni di materie prime da Paesi che hanno livelli di controllo insufficienti devono essere fortemente monitorate e controllate. L’Italia pretenderà da tutti gli altri Stati membri che il livello dei controlli sia simile a quello italiano”. Infine, il ministro ha informato le commissioni parlamentari che in questi giorni è partita “una forte azione dell’ICQRF di controllo, nei porti italiani, del riso proveniente dalla Cambogia e dal Myanmar, che prevede anche la ricerca di residui di principi attivi di prodotti fitosanitari”.
Il testo dell’intervento del ministro Centinaio è disponibile nella versione pubblicata sul sito del ministero, mentre sul sito della Camera dei deputati è disponibile il video, in cui il ministro ha aggiunto alcune frasi non scritte, ad esempio sull’etichetta nutrizionale.
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[sostieni]
Che sciocchezze “da bar” va dicendo?
1- se vuoi dei “controlli MENO VESSATORI” devi interveinire sul legislatore: è lui che ha previsto le norme… gli organi di controllo sono solo tenuti SOLO ad applicarle. E se le norme ci sono, non puoi chiedere agli organi di controllo di fare LORO omissione di atti d’ufficio per essere più morbidi, non vedere le cose o non applicarle, eh!
2- Vuoi controlli meno invasivi verso le imprese oneste? OK, l’elenco delle imprese “oneste” verso cui essere più indulgenti glielo passi tu agli organismi di controllo, vero? Ovviamente non penseremo lontanamente che si tratti di un elenco di amici “intoccabili” eh! Tutto in nome di una bizzarra parità di trattamento, perchè nel Governo del Cambiamento “Discriminazione Arbitraria is the new Euguaglianza”.
3- La Diffida è nata in maniera “roboante” col decreto “Campo Libero” come una sorta di “primo avvertimento” per tutti, con l’intento da non emettere troppe sanzioni alle aziende all’accertamento della prima irregolarità (eh, sai, pagano tante tasse, non possiamo infierire…). Addirittura si configurava come una specie di condono tombale perché per come era stata redatta, prevedeva una diffida al posto di una sanzione per la prima violazione di OGNI articolo di legge violato (fai 70 irregolarità ma violando 70 articoli di legge diversi? Per te niente sanzione, solo 70 diffide… un buffetto e “non farlo più, eh”, praticamente). Ah, poi la diffida dura solo 5 anni, eh! Dopo 5 anni ti lavi la coscienza e puoi ricominciare da capo a prenderti tutte le diffide che vuoi…
Con le circolari applicative ministeriali è diventata tutt’altro: non si applica per tutta una serie di irregolarità e se il prodotto irregolare è stato anche in parte commercializzato… Volendo, non si applica mai… E’ il Ministero per primo che deve fare “pace col cervello” e decidere cos’è che vuole fare, redigendo atti chiari e che corrispondano alle proprie volontà. E la Diffida, di per se, non è la panacea di tutti i mali: è silo un modo per sbandierare (ai cittadini, all’UE) di fare numerosi controlli ma senza mai punire il trasgressore (sai, poi magari non ti votano…).
Il massimo il Ministro lo ha raggiunto l’altro ieri quando, commentando allarmato la notizia (falsa) che l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) stesse preparando una presunta campagna salutista che avrebbe colpito con tassazione, etichettature e diciture di avvertenza le eccellenze italiane, ha dichiarato: «Se così fosse siamo alla pazzia pura»
Ma come: “Se così fosse”??? E se non lo sai TE…!!!
Riportatelo al bar, dove lo avete trovato, va…
Pretendere dal governo del cambiamento che nulla cambi è una pia illusione.
Sperare che cambi in meglio dopo il piattume precedente è legittimo da parte di tutti, ma credere che accontentino tutta l’accozzaglia lobbystica presente in Italia non lo credo possibile, quindi prepariamoci a scelte dinamiche ed incisive di colore protettivo del made in Italy.
Ascoltando i commenti del “popolo” mi sono convinto che dopo questo governo di compromesso, il prossimo potrebbe essere formato da uno molto simile, ma con una maggioranza parlamentare del 70-80% e poca folcloristica opposizione.
il primo commento è molto condivisibile..
Tanti giri di parole, leggi, leggine, circolari, direttive.
Il tutto per mantenere solido il principio fondante dell’economia moderna: il profitto prima della salute