Non giriamoci troppo intorno: l’etichetta è parte del marketing ed è pensata per vendere il prodotto. Alcune possono dare molte informazioni, altre poche; ci sono quelle con una grafica ricercata e quelle dai colori vivaci.

Tutte però, oltre alle indicazioni obbligatorie per legge, inseriscono testi, immagini e tabelle per raggiungere nella maniera più efficace il consumatore. In questo variegato mondo delle etichette è facile imbattersi in messaggi curiosi e frasi non sempre felici.

 

Sull’etichetta di questa confezione da 5 chili di arance acquistata al supermercato si legge: “la Commissione Alimentazione e Salute del Food and Nutrition Board (National Reseach Council, USA) (…) raccomanda di – Mangiare ogni giorno cinque o più razioni di una combinazione di ortaggi e agrumi“. In realtà il consiglio corretto è di “Consumare cinque porzioni di frutta e verdura al giorno”.

Provate a pensare se al posto delle arance ci fosse stata una cassetta di broccoli: sull’etichetta ci sarebbe stato scritto “Consumare cinque porzioni di broccoli e frutta al giorno”?

Valeria Nardi

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Martino
Martino
15 Dicembre 2012 13:51

Articolo simpatico e pienamente condivisibile. Pur di vendere si inventano le cose oppure "piegano" a loro favore le ovvia verità!
Complimenti per il lavoro, continuate così e smascherate le "truffe e i raggiri".

Rolando Drahorad
Rolando Drahorad
14 Dicembre 2012 23:16

Brava Valeria, ottimo lavoro! C’è bisogno di informazione in appoggio all’ortofrutta genuina. Di quella antipatica ne gira già abbastanza.

Riccardo Morra
Riccardo Morra
19 Dicembre 2012 10:54

In realtà, l’etichetta poteva vantare proprietà delle arance e della vitamina C in modo moooolto più forte, basandosi peraltro su pareri EFSA e CE. Così come del potassio. Andatevi a leggere l’allegato del reg. 432/2012, non sto a specificare. ( anche su attivià antiossidante, ad esempio). La critica alle 5 porzioni è sinceramente cercare un pelo nell’uovo. Si capisce dal tono dell’etichetta che è stata fatta da un piccolo produttore, per scarsa conoscenza della materia (ad esempio, il richiamarsi ad organo extra UE), e senza reale volontà di inganno. Non vorrei che si finisse per equiparare una comunicazione magari approssimativa (e come ho rilevato, anche per difetto) ma sostanzialmente onesta, con messaggi ben più scorretti, da parte di grandi produttori, che letteralmente investono in messaggi sbagliati sulla salute, sapendo bene che il pay-back economico gli permette di comprarsi il diritto ad ingannare. Mi sono spiegato?

Carlo Marzo
Carlo Marzo
20 Dicembre 2012 15:12

Infatti c’è scrtto "razioni" e non porzioni e addirittura si dice "combinazione di frutta e ortaggi" e non "cinque arance (o broccoli)"