Può sembrare strano, ma quando si parla di porzioni di Nutella, la quantità di crema alla nocciola della Ferrero da spalmare sul pane cambia in relazione alla latitudine.
Sul sito americano la porzione consigliata dalla tabella nutrizionale indica due cucchiai da tavola (2 tbsp) pari a 37g, che apportano 200 kcal. Su quello italiano però i valori sono molto diversi. La porzione consigliata è di 15g (meno della metà), per cui il contributo calorico complessivo ammonta a 81 kcal.
Com’è possibile una diversità così notevole? Perché l’azienda di Alba consiglia a un americano di mangiare più del doppio della crema rispetto a un italiano?
Abbiamo interrogato la Ferrero che ci ha prontamente risposto:
“I diversi “servings” che compaiono sulle etichette, variano in base ai criteri fissati per la loro determinazione dalla normativa nel paese di commercializzazione del prodotto”.
In altre parole vuol dire che le dosi in etichetta devono adeguarsi alle normative presenti nei diversi Stati. È probabile che negli Usa esista un regolamento riferito anche alle creme spalmabili che considera come singola dose i due cucchiai da tavola. Questa non vale però in altri Paesi come l’Italia dove, in assenza di riferimenti precisi su cosa si debba intendere per porzione, ogni azienda decide autonomamente sulla base delle caratteristiche del prodotto.
Facendo qualche ricerca abbiamo notato una diffusa incongruenza di Ferrero a riguardo.
In quasi tutti i Paesi europei la società indica nella tabella nutrizionale una quantità di 15g, mentre in altri come la Svezia la porzione lievita a 21g, o scende a 19g in Canada (vedi tabella).
Ma se le differenti grammature sono il riflesso della mancanza di raccomandazioni comuni a tutti i Paesi, cosa dire quando le incongruenze sulle porzioni sono presenti all’interno dello stesso sito come succede in quello italiano?
Qui notiamo che la tabella nutrizionale sull’etichetta indica come porzione 15g, dose raddoppiata nella sezione “consigli per una colazione bilanciata” dove tutte le proposte sono formulate con 30 grammi di crema, anche se in entrambi i casi si prende come riferimento la dieta di un adulto di 2000 kcal. Perché?
I consumatori possono essere più o meno d’accordo che 15g sia una “giusta” dose, ma l’azienda dovrebbe mostrarsi coerente con quando suggerisce sull’etichetta e utilizzare un’unica porzione come riferimento. A noi sembra realistico che per spalmare una fetta di pane siano necessari almeno 30 grammi di Nutella, ma forse siamo troppo golosi!
Nel sito americano di Ferrero invece, la porzione riportata nella tabella nutrizionale e quella consigliata per il breakfast indicano sempre due cucchiai da tavola di crema.
L’ultima curiosità che volevamo segnalare riguarda la frase che appare in una delle pagine web dell’azienda: “Grazie alla sua ricetta unica ed inimitabile e all’uso di ingredienti semplici e selezionati, NUTELLA® rende speciale il risveglio della famiglia da quasi 50 anni.”
Abbiamo fatto qualche ricerca scoprendo che gli ingredienti di Nutella sono sempre gli stessi, ma come per molti altri prodotti globalizzati (vedi Coca-Cola), la ricetta subisce delle piccole variazioni nelle quantità: per esempio in Finlandia c’è più cacao, mentre in Argentina e nei Paesi arabi, meno latte scremato in polvere.
Paese | Porzione di Nutella |
Calorie a porzione kcal (GDA*) |
Italia | 15g | 81 (4%) |
Usa | 37g (2 tbsp) | 200 (10%) |
Canada | 19g (1 tbsp) | 100 |
Svezia | 21g |
81 (4%) (lo stesso apporto calorico dei nostri 15g mentre, se la ricetta non ha subito modifiche, dovrebbe essere 113 (5,6%)) |
Australia e Nuova Zelanda | 20g | 104 |
Turchia | 15g | 81 |
Brasile | 20g | 105 (5%) |
Messico | 18g (1 cuchara) | 100 |
Argentina | 20g | 106 (5%) |
Medio Oriente allargato (Algeria, Egitto, Libia, Marocco, Tunisia, Kuwait, Arabia Saudita, Emirati Arabi) | La tabella nutrizionale indica solo i 100g, ma nelle ricette si fa riferimento a 30g | / |
*dieta con apporto giornaliero di 2.000 kcal (8.400 Kj)
Paese | Ingredienti della Nutella |
Italia | zucchero, olio vegetale, nocciole (13%), cacao magro (7,4%), latte scremato in polvere (6,6%), siero di latte in polvere, emulsionanti: lecitine (soia), vanillina. |
Finlandia | zucchero, olio vegetale, nocciole (13%), cacao magro (8,5%), latte scremato in polvere (7,5%), emulsionante (lecitina di soia), vanillina. |
Medio Oriente | zucchero, olio vegetale (palma), nocciole (13%), cacao magro in polvere (7,4%), latte scremato in polvere (5%), siero di latte in polvere demineralizzato, emulsionante (lecitina di soia), aroma (vanillina). |
Argentina | zucchero, olio vegetale, nocciole (13%), cacao magro in polvere (7,4%), latte scremato in polvere (5%), siero di latte in polvere, emulsionante (lecitine), aroma (vanillina). |
Foto: Nutella.it
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Giornalista, redattrice de Il Fatto Alimentare, con un master in Storia e Cultura dell’Alimentazione
Le porzioni non sono standard (per fortuna!).
Probabilmente si prende un gruppo locale di persone, si chiede quant’è per loro una porzione e si fa la media. Idem per le ricette: ci saranno dei gusti diversi, delle abitudini diverse e non mi dilungo. Questo articolo non mi sembra irrilevante, per questo discorso non è utile e mostra una certa non conoscenza del mondo da parte degli autori, con una voglia di attaccare la Nutella non giustificata.
Caro Carmelo, mi sembra di aver capito che lei ritiene la notizia irrilevante, spero non sia così per tutti i lettori. La diversità tra le porzioni è sembrato un dato curioso, che poteva prestarsi da scusa per parlare di come le leggi di etichettatura non siano ancora uniformate, tanto che le stesse aziende fanno non poco fatica quando esportano i propri prodotti.
Non era mia intenzione attaccare la Ferrero, e tanto meno la Nutella che, quando capita, mangio in quantità ben superiore ai 15g consigliati.
Ma è proprio questo il punto: chi è che vorrebbe uniformare l’etichettatura? E così le porzioni! Nell’affermazione "le leggi di etichettatura non siano ancora uniformate" c’è una volontà espressa di uniformare, mentre la cosa non deve e non può essere percepita come un problema. Le standardizzazioni e le uniformità non portano vantaggi se non agli speculatori. Saluti