Fino a oggi la dicitura “senza zuccheri aggiunti” serviva a riconoscere i succhi composti solo da frutta. In futuro questa scritta non sarà più ammessa (e nemmeno necessaria): perché, per decisione dell’Unione Europea, i succhi di frutta non potranno più essere addizionati con zucchero o altri edulcoranti.
Qualche novità è stata adottata per i nettari di frutta, quelli che contengono il 50% di frutta e possono essere preparati anche con zucchero e acqua.
Le bibite che contengono il 12% di frutta devono essere definite “bevande alla frutta”, mentre quelle con un quantitativo inferiore del 12% dovranno essere classificate come “al gusto di frutta”.
Per evitare confusione e tutelare le persone con problemi di diabete, anche i nettari contenenti dolcificanti artificiali non potranno utilizzare in etichetta l’indicazione “senza zuccheri aggiunti”.
Le nuove norme allineano la legislazione europea a quella internazionala stabilita dal Codex Alimentarius, il regolamento voluto dalla Fao e dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. Le regole riguardano tutti i prodotti in vendita negli Stati membri anche se originari di altri Paesi, e dovranno essere recepite entro 18 mesi dalle legislazioni nazionali.
La novità della direttiva è la classificazione dei pomodori come frutta: per cui il succo di pomodoro dovrà attenersi alle regole valide per i succhi.
Il testo ribadisce che nell’etichetta bisogna indicare tutti i frutti contenuti nel prodotto, anche se c’è la possibilità di scrivere la parola “misto” quando si usano più di quattro tipi di succo.
Per quanto riguarda gli smoothies, i frullati di frutta fresca di cui Ilfattoalimentare.it si è già occupato, c’è il problema che spesso la frutta mostrata in etichetta rispecchia solo in parte il contenuto effettivo. Per esempio, la pura frutta frullata Valfrutta albicocca e mango contiene anche mela, banana, succo d’uva e maracuja, mentre il gusto fragola e mirtillo è abbinato a banana, succo di uva e di limone; mentre il frullato mirtillo banana e ananas Solfarm contiene anche arancia e uva.
Il nuovo regolamento, infine, ha modificato la percentuale di residuo solido ammissibile per quattro succhi (guava, mango, frutto della passione e ribes nero), allineandolo a quello previsto dal Codex Alimentarius.
Paola Emilia Cicerone
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