Per la seconda volta in poco più di un anno la Food and Drug Administration ha intimato alla multinazionale Kellogg’s di interrompere una linea di produzione e di rivedere tutti i passaggi della filiera industriali, nonché di eseguire una pulizia radicale dell’impianto di Augusta, in Georgia.
Il richiamo nasce dalla scoperta di diversi fattori preoccupanti: – la presenza di Listeria, batterio che causa intossicazioni alimentari anche gravissime (negli Stati Uniti ogni anno circa 260 persone muoiono a causa di una listeriosi);
– il ritrovamento di diversi tipi di insetti vicino ai luoghi di stoccaggio e alla violazione delle regole di buona manifattura (le Good Manufacturing Practices) considerato un fatto che richiede la revisione delle procedure.
Nel comunicato si legge: “La Fda ha constatato che il cibo prodotto nei vostri stabilimenti è adulterato (…) e potrebbe essere stato preparato, confezionato o conservato in condizioni di scarsa igiene, o contaminato da sporcizia ed essere diventato pericoloso per la salute”.
Nello stabilimento di Augusta la Kellogg’s produce Keebler e Famous Amos (rispettivamente crackers e biscotti), due prodotti molto importanti per il mercato statunitense. L’azienda ha dichiarato di voler aderire alle richieste della Fda, che ha concesso 15 giorni di tempo per porre rimedio alla gravi carenze riscontrate.
Tanto zelo è probabilmente dettato dal tentativo di arginare il danno di immagine che si è riversato anche in borsa con un ribasso delle azioni, visto che gli incidenti si stanno ripetendo con frequenza sospetta e l’azienda ormai è presente in moltissimi paesi.
Nel 2009, il colosso dei cereali aveva ritirato spontaneamente alcune partite sempre di Keebler e di barrette di Special K che avevano aspetto e odore poco rassicurante. Nel gennaio 2010 la fabbrica di Augusta era stata ispezionata in seguito alla contaminazione da listeria di una sorta di cialda chiamata Eggo ( già allora i tecnici della Fda avevano consigliato di rivedere alcuni passaggi della filiera produttiva e le modalità di conservazione dei prodotti finiti).
Nel giugno dello stesso anno l’azienda aveva ritirato spontaneamente 28 milioni di confezioni di cereali Froot Loops e Honey Smacks, sempre a causa di qualità organolettiche dubbie, e nello scorso mese di febbraio aveva deciso di chiudere lo stabilimento di Battle Creek, in Michigan, per rivedere le procedure di igienizzazione delle linee.
Tutto ciò ha avuto un pesante impatto sulle vendite, crollate del 5% cento nel nord-America anche grazie all’agguerrita concorrenza di altri colossi quali General Mills. Ora i vertici aziendali minimizzano l’incidente e affermano di voler adempiere in pieno alle richieste della Fda: basterà?
Agnese Codignola
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